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Roberto Garofoli di Molfetta lascia il ruolo di capo di gabinetto del ministero dell'Economia. Cozzoli resta al ministero dello Sviluppo economico con Di Maio
Roberto Garofoli
20 dicembre 2018

 MOLFETTA – Lascia il ruolo di capo di gabinetto del Mef, il Ministero dell'Economia e Finanza, il dott. Roberto Garofoli di Molfetta.

Garofoli ha commentato, nel salutare i suoli collaboratori - a quanto si apprende -, anche i duri attacchi subiti nei mesi scorsi dal M5s e in particolare l'episodio dell'audio del portavoce della Presidenza del Consiglio, Rocco Casalino, contro i tecnici del Tesoro quando fa riferimento a una «megavendetta» contro il Mef: «Se poi all’ultimo non escono i soldi per il reddito di cittadinanza - dice - tutto il 2019 sarà dedicato a far fuori quei pezzi di m... del Mef». 

"E' un prezzo che dobbiamo pagare. Siamo professionisti al servizio del Paese, come avviene in tutte le grandi democrazie occidentali", ha detto Garofoli che si è dimesso con una lettera consegnata ieri nelle mani del ministro Giovanni Tria: "Dopo lunghi anni alla guida del Gabinetto del Ministero e dopo averne assicurato continuità di funzionamento fino alla sostanziale approvazione della legge di bilancio - è uno dei passaggi - formalizzo la volontà, cui ti ho fatto cenno da qualche mese, di lasciare l'incarico per riassumere le mie funzioni di provenienza". Garofoli torna, infatti, al suo ruolo di magistrato come Presidente di sessione del Consiglio di Stato.

A volere la testa di Garofoli sarebbe stato il presidente del consiglio Giuseppe Conte, pugliese come lui ma che, alle domande dei giornalisti, ha preferito non commentare, una pressione esercitata dal Movimento 5 Stelle. Resta nello staff del governo gialloverde, invece, Vito Cozzoli, gradito al M5S, come capo gabinetto di Luigi di Maio, al ministero dello Sviluppo economico.

Roberto Garofoli, 52 anni, sposato con due figli, è un magistrato del Consiglio di Stato. Da magistrato ordinario si è occupato di delicati processi, anche di mafia.
E' stato presidente della Commissione istituita da Palazzo Chigi per l'elaborazione di misure di contrasto, anche patrimoniale, alla criminalità. Coordinatore della Commissione ministeriale per l'elaborazione di misure per la prevenzione e il contrasto della corruzione.
Segretario generale della Presidenza del Consiglio, Capo Gabinetto del Ministro della Pubblica amministrazione, capo dell'Ufficio legislativo del Ministro degli Esteri.
Docente Luiss, è stato nominato dal presidente Giorgio Napolitano come Grande Ufficiale della Repubblica italiana. Ha curato, con Giuliano Amato, il volume “I tre assi”, sulla Amministrazione pubblica italiana. 
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