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Rivolta dei gestori di bar e pub: no alla chiusura alle 2
10 maggio 2002

MOLFETTA – 10.5.2002 Cominciata in sordina, la protesta dei gestori di bar, pub, ristoranti, pizzerie e luoghi di ritrovo, minaccia ora di trasformarsi in rivolta. Tutto è cominciato con un'ordinanza del sindaco, Tommaso Minervini, che per motivi di “quiete pubblica” ha fissato all'una la chiusura entro per gli esercizi commerciali che somministrano bevande e alimenti, con la sola proroga di un'ora per gli esercizi che si trovino nella zona turistica e costiera (via Madonna dei Martiri, via Sergio Pansini, piazza Vittorio Emanuele, villa comunale e via Giovinazzo, fino all'innesto con la statale 16). Secondo i gestori questa ordinanza penalizza il settore e tende a rendere ancora più la città un mortorio. Infatti, il sabato sera sembra che a Molfetta dopo le 22 ci sia il coprifuoco: tutto chiuso e la gente emigra a Bisceglie, Giovinazzo e Trani, dove i locali sono sempre aperti e c'è movimento. In realtà Molfetta non offre molto, ma per non penalizzare ancora di più la nostra città, i pochissimi locali che ci sono e che restano aperti, hanno chiesto al sindaco di revocare l'ordinanza. C'è stata una prima riunione dei commercianti, dalla quale è venuto fuori un documento, sottoscritto da una cinquantina di esercenti, da inviare al sindaco: “E' sconcertante verificare come l'attuale amministrazione – scrivono i commercianti a Tommaso Minervini – abbia cancellato con un colpo di spugna anni di lotta sostenuta dai sottoscritti con la precedente amministrazione per ottenere orari più elastici”. Nel caso in cui le loro proteste non saranno accolte, i commercianti minacciano grandi manifestazioni unitarie “contro l'attuale amministrazione che sembra abbia ingannato durante la campagna elettorale non solo la nostra categoria, ma tutta la città facendoci credere che uno degli obiettivi prioritari fosse il rilancio di Molfetta come città turistica”. L'aspetto più drammatico di questa chiusura anticipata, sarà quello dell'occupazione: molti dipendenti rischiano il licenziamento, come gli stessi gestori dicono nella loro lettera. Il sindaco ha fissato un incontro per ascoltare le loro ragioni. "Siamo disponibili a collaborare perché singole situazioni di disagio siano risolte nel migliore dei modi – dicono gli esercenti - ma non siamo affatto disposti ad accettare un provvedimento che comporterebbe soltanto enormi perdite economiche, senza risolvere alcun problema". E mentre l'estate si avvicina, la città si prepara a un nuovo coprifuoco, mentre i molfettesi sceglieranno ancora una volta le località vicine e Molfetta confermerà il suo nomignolo di “città morta”, un appellativo che non piace a nessuno. Michele de Sanctis jr.
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