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Ritratti e autoritratti, lettera aperta
15 luglio 2019

Gentilissimi e Autorevoli Amici, abbiamo atteso la chiusura della presente mostra per ribadire sotto traccia e allo scoperto, come essa entri di diritto fra gli eventi più significativi della storia dell’arte di matrice molfettese nell’arco di tempo che va dal secondo quarto del Settecento ad oggi. Una mostra tematica, centrata sulla vitalità e sulla persistenza concettuale che desumiamo dalla lettura di una trentina di Ritratti e Autoritratti di maestri del luogo, a cominciare dal suo incipit più accreditato: ovvero da Corrado Giaquinto, ivi presente con una sanguigna, probabilmente preparatoria di un mezzo busto di San Gioacchino elaborato in una tela databile al 1730, raffigurante l’Educazione di Maria Vergine. Un Giaquinto caposcuola ancora una volta di una tradizione che, ope-legis, giungerà man mano ai nostri giorni, ravvivata dagli affondi formali di pittori di grande spessore, in grado di conciliare linguaggi, sensibilità ed opzioni di differente valenza. Benché omogeneizzati tra loro da un senso di appartenenza alla città di San Corrado il Bavaro, che a nostro avviso, non ha uguali in Terra di Bari, più in generale, nella nostra regione. Si tratta, infatti, di una campionatura di ritratti e autoritratti, capaci di restituirci alla distanza una collazione esauriente (non esaustiva) di nominativi che, tra Otto e Novecento, passando da Filippo Cifariello e da Giulio Cozzoli si sposterà dapprima verso Leonardo Minervini e Vincenzo Maria Valente per poi mettere radici nella generazione che ha preceduto la nostra: quella di Franco Poli e d’Ingeo, di Salvatore Salvemini, di Tonino Nuovo e Cosmo Carabellese. Guide di nostra fiducia nelle ricerche esperite non solo dalla pittura locale fin dagli Anni ’60 che, al bivio d’Ercole della tradizione e della trasgressione, ci troveranno impegnati in una kermesse comune. Motivata, soprattutto, dalla voglia di aprire una “breccia” innovativa nel solido muro della cultura cittadina, attraverso sentieri alternativi nella pratica dell’arte e della creatività in senso lato. Autori che, previa la curatela di Gaetano Mongelli (testimone epocale di tali ricambi e, da sempre, studioso attento a simili problematiche), oggi hanno reso possibile questa manifestazione, supportata sul piano programmatico con la solita acribia e tenacia da Natale Addamiano, coinvolgendo – dopo mesi e mesi di intenso lavoro – gli altri operatori presenti in mostra nella “Sala dei Templari”: da Paolo Lunanova a Michele Paloscia; da Michele Zaza a Gaetano Grillo; da Paolo Sciancalepore a Vito Brattoli e Cosmo Damiano Allegretta. Una rassegna che, d’altra parte, “era nell’aria” da almeno quarant’anni: quando sindaco della città era Beniamino Finocchiaro. E che a conti fatti, però, è stata in/direttamente penalizzata per vari motivi di ordine logistico: a partire dall’esiguità della durata espositiva di soli quindici giorni. E, soprattutto, dall’aver impedito prestiti di opere originali che pur si trovavano a due passi dai Templari, conservate – come sono – nella “Galleria degli Uomini illustri” di Palazzo Giovene. Si pensi, ad esempio, al Galileo Chini del 1934 che ci è stato “arbitrariamente” negato a svantaggio di una più congrua riuscita della manifestazione. Considerando, per di più, che l’affissione dei manifesti è avvenuta con quattro giorni di ritardo rispetto all’inaugurazione della stessa. Un evento tanto raro quanto pregnante che, al riparo da ogni futile polemica, meritava – sotto diversi profili organizzativi – un destino migliore, al pari della rassegna dedicata al “Mare”: ormai diventata appuntamento, in un certo senso “imprescindibile” ed obbligato, dell’ “Estate Molfettese” da molti anni a questa parte. Prima di concludere, però, intendiamo rivolgere un apprezzamento vieppù sincero al personale della “Cooperativa FeArT” in merito alla professionalità dimostrata sul campo, accanto a noi, nell’opera di accoglienza dei visitatori in un ambiente reso poco ospitale a causa dell’alto tasso di umidità: ambiente che, a onor del vero andrebbe bonificato come si conviene senza ulteriori indugi. Gli artisti partecipanti alla mostra

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