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Rissa in consiglio regionale, scontro tra centro-destra e centro-sinistra
26 novembre 2004

BARI – 25.11.2004 Spettacolo inqualificabile quello offerto l'altra sera al consiglio regionale pugliese, una seduta fiume durata da mezzogiorno all'una meno un quarto della notte. Durante la seduta è scoppiata una rissa (nella foto) che ha richiesto l'intervento delle forze dell'ordine e dei commessi, per evitare che qualche consigliere restasse contuso. Alcuni consiglieri del centro-sinistra si sono scagliati contro quelli del centrodestra nel tentativo di aggredire il presidente dell'assemblea, Aldo Aloisi, accusato dalle opposizioni di aver condotto la seduta in maniera faziosa calpestando il regolamento per favorire il centro-destra. Tutto è nato dopo la richiesta della maggioranza di concedere la procedura d'urgenza alla nuova legge elettorale proposta dal Polo che prevede la soglia di sbarramento al 5 per cento riducendo il numero dei partiti e cancellando quelli minori. Contro questa proposta è scattato l'ostruzionismo delle opposizioni. A questo punto il presidente della giunta Fitto aveva chiesto il rinvio degli altri punti all'ordine del giorno alla seduta di martedì prossimo per votare solo l'urgenza alla legge elettorale. Il presidente dell'assemblea aveva posto come termine per la seduta la mezzanotte, ma la bagarre si e' innescata quando il consigliere Loperfido di Forza Italia, con una mozione d'ordine, ha chiesto che la riunione proseguisse ad oltranza fino al voto sulla proposta d'urgenza. Con la rissa il centro-sinistra ha cercato, di fronte all'atteggiamento del centro-destra che non voleva alcuna trattativa, nè un rinvio della discussione, di raggiungere tale obiettivo in altro modo, ma la maggioranza lo ha impedito difendendo il presidente Aloisi e arrivando così all'una meno un quarto a votare la procedura d'urgenza alla legge elettorale che ora potrà essere approvata entro 2 mesi. Il centro-sinistra ha annunciato che non parteciperà più ai lavori del consiglio regionale fino a quando non sarà ristabilita l'agibilità democratica dell'assemblea e ha chiesto le dimissioni di Aloisi. Il presidente Fitto il giorno dopo ha convocato i giornalisti per una conferenza stampa sull'accaduto: "Quella che si è consumata questa notte è stata una volgare rissa, un atteggiamento inqualificabile del centrosinistra". Il presidente Fitto con tutta la sua maggioranza ha raccontato ai giornalisti "come l'opposizione ha trasformato l'aula del Consiglio regionale in un'arena" e a dimostrazione di quanto accaduto ha mostrato i resti della "guerriglia notturna: bottiglie vuote, giornali accartocciati, monetine". "Siamo stati aggrediti in un modo che non è consono al comportamento che dovrebbe tenere un consigliere regionale nel pieno esercizio delle sue funzioni" - ha continuato Fitto. Il presidente ha poi tracciato il percorso della intera vicenda. "La commissione affari istituzionali aveva il mandato - ha detto -di elaborare la nuova legge elettorale. Così non è stato, per ragioni a noi sconosciute. Siamo ancora in attesa di quel testo e nel frattempo i capigruppo di maggioranza hanno presentato un loro testo sul quale si può aprire il confronto". "Ma per accelerare i tempi e quindi arrivare in aula tra trenta giorni, abbiamo chiesto l'urgenza - ha continuato Fitto - e su questo l'opposizione ha imbastito tutta una tesi sullo strappo al regolamento che sinceramente non ho compreso, aspetto di capire di quali strappi alle regole stiamo parlano". E comunque per il presidente "nulla può giustificare un comportamento così incivile, peraltro annunciato. Basta leggere il verbale per rendersi conto di quanto fosse premeditata l'aggressione allo scopo di provocare la sospensione dl Consiglio per tumulti". "Non ci sono riusciti - ha continuato nella cronaca dei fatti il presidente - perché la maggioranza ha tenuto un comportamento ineccepibile e non ha raccolto le provocazioni". "Infatti non contenti - hanno tentato una provocazione nei confronti degli autisti di alcuni assessori che erano entrati nell'emiciclo al solo scopo di tentare di evitare la rissa, inveendo contro di loro con epiteti del tipo: servi, schiavi". Il presidente, nel merito della questione, ha spiegato che "il centrodestra ha utilizzato tutte le forme possibili, corrette, previste dal regolamento per difendersi dall'ostruzionismo del centrosinistra". Soprattutto perché - ha continuato - crediamo fermamente che debba completarsi il percorso avviato dalla riforma costituzionale prima e dallo Statuto della Puglia poi, nel quale si inserisce anche la stesura di una nuova legge elettorale, per l'approvazione della quale c'era, peraltro, l'intesa di tutte le forze politiche. "Con l'approvazione dell'urgenza - sostiene Fitto - abbiamo creato le condizioni perché la legge venga approvata, nonostante l'asprezza del confronto, provocata proprio da coloro che inneggiano al civile confronto democratico e fanno di questo la loro bandiera". "Quello a cui si è assistito ieri in aula - secondo il presidente della giunta - è stato un fatto gravissimo che ha visto peraltro, oltre ai lanci di oggetti e monetine, sputi e quant'altro, anche alcuni consiglieri contusi, fra cui Giuseppe Marinotti di Alleanza nazionale". La maggioranza comunque, secondo Fitto, ha dimostrato di essere compatta, "prova ne è anche dalla sostanziosa presenza oggi alla conferenza stampa del presidente, alla quale hanno partecipato assessori, capigruppo e consiglieri. Anche il comportamento del vicepresidente Aloisi, secondo Fitto, è stato degno di grande rispetto. Fitto ha sottolineato, altresì che "siamo disponibili al discutere del testo della legge elettorale, nel rispetto delle posizioni reciproche". "Non può valere il principio della dittatura della minoranza". I capigruppo hanno sottolineato che il comportamento del presidente della Commissione affari istituzionali "non è giustificabile: siamo ancora in attesa di una sua stesura della legge, in realtà dovrebbe dimettersi, visto che non è stato in grado di governare questo delicato momento, né ha manifestato in aula un atteggiamento di imparzialità". A replicare a Fitto è stato il consigliere regionale dei Ds Luciano Mineo: “Fitto dovrebbe vergognarsi per i contenuti della conferenza stampa che ha tenuto il giorno dopo il Consiglio Regionale. Le sue sono argomentazioni deliranti e frutto, evidentemente, della paura di perdere le elezioni regionali. Sente che il terreno sta franando intorno a lui e a Forza Italia e per reagire smette i panni di presidente della Regione e di tutti i pugliesi. Il delirio di Fitto arriva sino al punto di ipotizzare un'aggressione, ovviamente di consiglieri del centrosinistra, nei confronti di autisti di assessori della sua giunta. In sostanza, mentre era in corso il dibattito sulla urgenza della nuova legge elettorale, alcuni consiglieri del centrosinistra non avevano niente di meglio da fare che provocare autisti che, guarda caso, si trovavano (il presidente del Consiglio deve spiegare a che titolo) tra i banchi del Consiglio. Si tratta di una ricostruzione assurda e ridicola di cui Fitto - che non chiamerò mai più presidente - dovrebbe assolutamente vergognarsi. La verità è che Fitto ha paura delle prossime elezioni. E' la paura che lo porta a fare dichiarazioni come quelle rilasciate nella conferenza stampa e, soprattutto, a mettersi ogni regola democratica sotto i piedi. La responsabilità di quello che è avvenuto in Consiglio è sua, prima ancora che di un presidente del Consiglio la cui condotta è stata a dir poco scandalosa. E' sua perché sta tentando di imporre, a pochi mesi di distanza dalle elezioni, una legge elettorale concepita a vantaggio di se stesso, della lista Fitto e contro il centrosinistra. E' sua perché ha imposto una conduzione dell'aula di stampo sudamericano, dimostrando di non avere cultura democratica e senso delle istituzioni. Se Fitto avesse cultura democratica capirebbe una cosa elementare: che a tre mesi dalle elezioni la legge elettorale si scrive tutti insieme e che sicuramente non può prevedere la cancellazione di tutta una serie di partiti solo per il fatto che questo porta vantaggio a lui. La cultura democratica è tutta un'altra cosa”.
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