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Riparte da Bari il "Corridoio 8" per i Balcani
20 settembre 2003

BARI – 20.9.2003 Bisogna guardare indietro per costruire meglio l'avvenire! E' stata questa la strategia adottata qualche giorno fa a Bari: un piano che ha dato vita a sostanziali progressi nel programma di integrazione europea. Riunire il vertice straordinario italo-albanese è stato come creare una sorta di sollievo su un problema, quello dell'allargamento e delle complicazioni infrastrutturali europee, a lungo dibattuto, ma spesso addirittura non compreso. La delegazioni interessate si sono incontrate sabato 13, in occasione dell'inaugurazione della 67° edizione della Fiera del Levante, capitanate dal presidente della Regione Puglia Raffaele Fitto, per l'Italia, e dal Primo ministro albanese Fatos Nano. L'accordo, siglato alla presenza del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e del ministro albanese per l'Economia, concretizza l'intesa più generale di collaborazione tra Italia e Albania, e prevede uno sviluppo del territorio e delle infrastrutture da realizzarsi con una maggiore credenza verso il Corridoio 8 (l'insieme di infrastrutture di trasporto che collegheranno l'Unione europea con i Balcani a partire da Bari e Brindisi). I lavori sul Corridoio hanno poi ripreso il loro ciclo conferenziale giovedì 18, quando alla presenza del ministro delle Infrastrutture e trasporti Pietro Lunardi, è stata ufficialmente inaugurata la sede, presso la stessa Fiera, della Segreteria tecnica. Si respira aria nuova in Puglia, regione di confine e interlocutrice ufficiale delle diverse iniziative in favore dei Paesi balcanici. In particolar modo verso l'Albania, uno dei Paesi coinvolti nel Corridoio, che ha da qualche tempo raggiunto una certa stabilizzazione politica ed economica. Certo la strada è già spianata, e molto si deve all'attivismo pugliese in tal senso, ma non dimentichiamo che i tempi per la concreta realizzazione di questi progetti dipendono anche da un decisivo sostegno economico. Non sono in tal senso mancate alcune considerazioni da parte del ministro delle Infrastrutture albanese, che ha fatto inserire alcuni punti nella discussione del giorno. Il governo albanese, fiero di come stia progredendo lo sviluppo economico settoriale nella regione (si pensi che nel '90 sulle strade albanesi c'erano poco più di 20mila automezzi quasi tutti statali, oggi ce ne sono 222mila, dei quali 52mila camion e 31mila bus, quasi tutti privati), non esita a ricordare che rimane una rete ferroviaria ancora arretrata e che molto deve essere ancora fatto per migliorare gli altri collegamenti commerciali. Non si può negare che ci siano dei considerevoli ritardi nella costruzione delle infrastrutture, ma bisogna apprendere dagli errori fatti sino ad oggi per poter utilizzare la migliore strategia per un futuro più sviluppato ed integrato. La prima proposta da prendere in considerazione, allora, dovrebbe essere quella di sponsorizzare il Corridoio 8 nel prossimo vertice dei ministri dei trasporti Ue che si terrà ad ottobre, e far si che un progetto così ambizioso possa essere inserito nella lista 1 delle priorità, se non, come ha detto lo stesso Lunardi, “in una lista unica, perché non esistono discriminazioni tra un corridoio e un altro, sono tutti ugualmente importanti e prioritari”. Ma c'è stato chi da altre prospettive ha suggerito di non fare unico riferimento alla lista Van Miert: il rapporto, che prende in considerazione la questione delle reti di trasporto europee, rappresenta più una burla per il corridoio che la sua salvezza. Da un alto esso ci invita a lavorare, ma dall'altro ci ricorda che bisogna riposare fino al 2020. Dopo queste prese di posizione e altre titubanze iniziali, però, il documento di Bari è stato firmato. Quel che ne resta è comunque un'intesa utile a consolidare antichi rapporti di amicizia esistenti tra le due comunità, e ad attivare una sempre più energica intesa tra la nostra regione e la Repubblica albanese sul programma di integrazione europea. Insomma gli stimoli ci sono e ci saranno sempre. Adesso è ora di iniziare ad incentivare le risorse e guardare al futuro con occhi nuovi, con sguardo europeo, lo sguardo di chi si sente davvero cittadino dell'Unione non solo nei diritti, ma anche nei doveri. Lucrezia Pagano
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