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Rifondazione, sull'allarme sicurezza a Molfetta lanciato da “Quindici”: le chiacchiere del Pdl stanno a zero
10 marzo 2012

MOLFETTA – Anche Rifondazione comunista di Molfetta, dopo l’allarme sicurezza che “Quindici” lancia da anni, prende posizione sul comunicato del coordinatore locale del Pdl Pasquale Mancini che si accorge oggi della gravità della situazione.

«Finalmente il Pdl che prende posizione sulla situazione della sicurezza! – Dice un comunicato di Rifondazione comunista - Era ora... un fatto positivo indubbiamente, ma le cose positive qua si fermano poiché solo adesso il Pdl si rende conto “che il problema degli incendi di autovetture non può essere archiviato come una continua quanto improbabile serie di autocombustioni”.
Solo ora il Pdl si accorge che tale problema è un “danno economico per i gravi pericoli reali cui espone le famiglie che risiedono ai piani più bassi”, però i cittadini stiano tranquilli perchè secondo il Pdl “la Molfetta di oggi è una città sicura” e “il Pdl ha già garantito l'impegno sostanziale del Sen. Azzollini a difesa del nostro Tribunale” (a rischio di taglio per via delle misure finanziarie del precedente governo Berlusconi-Tremonti di cui Azzollini era fedele scudiero).
I rimedi secondo il Pdl?
Nel primo Consiglio Comunale utile (chissà quando in base agli impegni del senatore Azzollini...) “un Ordine del Giorno contenente la richiesta di potenziamento di uomini e mezzi delle Forze dell'Ordine già presenti sul territorio nonchè la istituzione di un distaccamento della Polizia di Stato nella nostra Città”.
E ci risiamo con la presa in giro: la destra chiede a Molfetta più uomini e risorse mentre a livello nazionale in questi anni di governo ha tagliato, tagliato e... ancora tagliato organici e risorse per le forze dell'ordine (finanche i fondi per il carburante delle volanti).
Sulla “scelta lungimirante e innovativa dei gazebo per i fruttivendoli” da un latoaspettiamo che la magistratura contabile faccia chiarezza sugli appalti per la loro costruzione, dall’altro rimane assolutamente imperscrutabile il nesso tra i gazebo e la supposta maggiore sicurezza in città. O meglio, emerge chiaramente come la destra intende combattere l’illegalità, legalizzando situazioni illegali ab origine, come è successo con il piano del commercio.
Da parte nostra ribadiamo quel che ripetutamente abbiamo detto in questi mesi e anni.
Le questioni della sicurezza sono irrisolvibili nello spazio di una settimana ma in questi anni, da parte dell’Amministrazione comunale, sono state gravi l’assenza di direzione, di sostegno agli operatori della sicurezza municipale – anche simbolici in caso di minacce – e di misure tangibili.
Dopo l’approvazione in fretta e furia del nuovo Regolamento di Polizia municipale nessun aumento sensibile di risorse per sanare la situazione di sofferenza che il corpo vive da tempo e a cui soltanto il lavoro e l’abnegazione del personale riesce continuamente a mettere pezze.
Da novembre scorso abbiamo presentato una proposta di delibera consiliare per rendere più snello e immediatamente operativo il Comitato comunale di monitoraggio sui fenomeni delinquenziali mai entrato in funzione (i problemi bisogna prima analizzarli e conoscerli per intervenire efficacemente). Chiediamo al Presidente del Consiglio avv. Camporeale – distratto dalla candidatura a sindaco dell'anno prossimo – di accelerare l’iter della delibera non ancora pervenuta nelle Commissioni consiliari competenti, auspicando che sia quanto prima approvata in Consiglio comunale da tutti i gruppi consiliari invece di un simbolico quanto inutile ordine del giorno come quello proposto dal Pdl.
A dicembre poi la scelta di celebrare un capodanno in piazza Municipio senza nessuna partecipazione invece di dare un segnale spostando l'evento in piazza Paradiso e così facendo “riprendersi la piazza” dando un segnale forte a chi di dovere.
Chiediamo – conclude il comunicato di Rifondazione - ancora una volta alle Istituzioni – non al Pdl – cosa stanno facendo per non far sentire soli quanti si occupano di sicurezza in questa città e per costruire una rete sociale e solidale attorno agli operatori della sicurezza e ai cittadini che segnalano e denunciano in virtù del loro senso civico. A costoro va il nostro ringraziamento e sostegno».
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Le conquiste del movimento operaio e la forza del sindacalismo avevano permesso allo Stato-provvidenza di creare, nei paesi industrializzati, notevoli sistemi di protezione sociale; ma essi perdono oggi la loro forza e devono scendere a compromessi per salvaguardare un livello accettabile di copertura sanitaria, il pagamento delle pensioni, l'assistenza alle persone non autonome e la possibilità di accedere a terapie mediche e a esami sempre più costosi. Queste lotte che mirano a rallentare il declino non sono intraprese dalle categorie più povere, ma, al contrario, da quelle che hanno più possibilità di esercitare una qualche forma di pressione sullo Stato: dalle classi medie minacciate, non dai poveri e deboli. Questi ultimi, i meno favoriti, scompaiono nell'oscurità, sprofondano nella marginalità o nell'illegalità. Le nostre società le quali, in passato, hanno conosciuto grandi innovazioni sociali, siano ormai ridotte al silenzio? E' vero che i nuovi movimenti sociali che avevano fatto la loro comparsa dopo il 1968 si sono esauriti e che le speranze riposte in essi da diversi intellettuali, sono state deluse. I nuclei di estrema sinistra, pur offrendo uno spazio di espressione politica a chi non si riconosce più nei partiti tradizionali, non sono in grado di proporre né una strategia a lungo termine né obiettivi concreti di lotta. Non è dunque dal lato della vecchia sinistra e della vecchissima estrema sinistra che bisogna cercare nuovi lumi. Anche se l'influenza del movimento operaio è ancora rilevante nelle nostre istituzioni e nelle nostre idee, anche se i movimenti antiautoritari del dopo '68 hanno avuto una reale incidenza sulla condizione dei malati negli ospedali, dei lavoratori immigrati, degli omosessuali o dei difensori delle culture locali, i “problemi sociali” non hanno suscitato la creazione di grandi “movimenti sociali”. Lo stretto legame che aveva unito le rivendicazioni economiche e le lotte politiche dei salariati si è sciolto e sono i partiti politici, in particolare quelli di sinistra, ad aver maggiormente sofferto per questa separazione. In Francia si è assistito alla pressoché completa sparizione del Partito comunista; la disfatta della sinistra in tutti i paesi, Italia compresa, impone una radicale ridefinizione di se stessa. I partiti di destra, al di fuori degli Stati Uniti, si definiscono solo in virtù della loro sottomissione alla superpotenza. Una situazione alquanto complessa, equivoca, come tutto il sociale, politico, economico globale.

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