Rifondazione Molfetta: improvvisazione e confusione al governo della città
Beppe Zanna e Paola de Candia
MOLFETTA – L’amministrazione comunale di Molfetta va avanti con improvvisazione e confusione. “Quindici” lo scrive da tempo e ora arriva anche la protesta dei consiglieri comunali di Rifondazione Comunista/Compagni di Strada, Beppe Zanna e Paola de Candia: «Nell’era Minervini le convocazioni del consiglio comunale corrispondono solo alle scadenze di bilancio senza nessun rispetto invece delle prerogative prettamente consiliari.
Infatti le interpellanze sono evase con ritardo e in qualche caso le risposte sono affidate ai dirigenti senza assunzione di responsabilità da parte dell’esecutivo.
L’ennesima variazione del bilancio di previsione si è resa necessaria per contabilizzare i finanziamenti statali per le misure di solidarietà alimentare, i cosiddetti “buoni spesa”.
Il governo centrale si è fatto dettare dall’emergenza un'altra misura tampone che non risolve i nodi della crisi economica e sanitaria ma serve soltanto a prevenire la protesta di piazza.
Ritroviamo la stessa improvvisazione nella gestione della crisi sanitaria da parte della maggioranza di centrosinistra-destra al governo della città.
La gravità della crisi imporrebbe un comunicazione istituzionale sobria e univoca, invece la città è preda di un bailamme comunicativo che genera confusione e insicurezza.
Troppe voci si alternano e si sovrappongono, con l’aggravante che alcune sono caratterizzate da una sorta di “grillismo di governo”: paradossalmente chi è deputato alla risoluzione dei problemi fa proposte, non si capisce a chi o si lamenta delle lungaggini burocratiche che dovrebbe risolvere essendo al governo in silenzio invece che sui social media.
Questi sono i frutti amari delle nomine ex art. 50 dello Statuto comunale, nomine inutili e dannose che servono soltanto a dare un palcoscenico a personaggi in cerca d’autore.
Se governare significa pianificare, organizzare, coordinare allora quanto è stato previsto circa la confluenza della società comunale Asm nella Sanb è semplicemente un salto nel buio.
Non si sa se riguarderà tutta la nostra società municipalizzata o soltanto un ramo d’azienda, non si sa niente dei patti parasociali che dovrebbero regolare i rapporti dell’Asm con la Sanb, si sa soltanto che tutto avverrà entro il 2022, giusto alla fine del mandato del sindaco Minervini che come in passato, assume decisioni pesanti come mutui, debiti, fusioni e poi va via, scaricando i problemi sui suoi successori. Un atteggiamento irresponsabile da parte di un sindaco trasformista e ostaggio della sua maggioranza e del suo padrone-consigliere regionale. Un sindaco che dopo gli avvisi di garanzia dovrebbe prendere esempio dall'ex assessore Caputo e dall'ex consigliera Castriotta e fare quanto meno un passo di lato.
Dunque sul matrimonio Asm-Sanb, ai posteri l’ardua sentenza, mentre la città è sempre più sporca e l’uso del mastello è ormai diventato un optional, senza controlli e senza sanzioni tanto oramai al sindaco interessano soltanto le sue tristi pomeridiane dirette fb».