Rifondazione Molfetta: il PD “scappa” ma 4 anni di governo cittadino lo inchiodano alle sue responsabilità
Il sindaco Minervini ad un incontro dei giovani del Pd
MOLFETTA – Sulla scelta del Pd di uscire dalla maggioranza “ciambotto” delle liste civiche del sindaco di Molfetta, Tommaso Minervini, invitandolo anche a trarre conseguenze dalla crisi determinata dagli arresti di “Appaltopoli” fra cui l’ex assessore ai lavori pubblici Mariano Caputo, interviene Rifondazione con una dura nota: «Apprendiamo da fonti di stampa che il Partito democratico ha deciso di uscire dalla maggioranza che sostiene il sindaco Minervini. Leggendo il comunicato non c’è nessuna analisi, autocritica o critica a questi anni di amministrazione, solo la presa d’atto che a seguito dell’inchiesta della magistratura non ci sono le condizioni per amministrare serenamente.
Insomma il PD locale rivendica tutto quello che l’amministrazione ha fatto fino ad ora salvo “l’incidente di percorso” rappresentato dall’inchiesta della magistratura. Peccato che i danni di questa amministrazione sono sotto gli occhi di tutti così come le responsabilità dello stesso PD e dei suoi rappresentanti in giunta.
E’ agli atti dell’ultimo Consiglio Comunale l’intervento a sostegno dell’approvazione del Bilancio di Previsione di Giovanni Facchini che difendeva a spada tratta (arrampicandosi sugli specchi) l’operato di questa Amministrazione passando in rassegna, punto per punto, il Piano triennale delle Opere Pubbliche, oggetto da parte nostra, di severe quanto circostanziate e precise critiche.
Critiche inappellabili, rispetto alle quali il PD ha sentito l’esigenza di intervenire, con inappropriate giustificazioni, confermando fedeltà e adesione piena all’operato dell’Amministrazione “del Fare” che in questi quattro anni avrebbe messo da parte visioni ed ideologie in Nome della concretezza dell’agire. Quell’amministrare, senza visione, senza programmazione, che è stato per due lunghi anni oggetto di indagini giudiziarie, con gli esiti che tutti conosciamo. Facchini, in nome e per conto del PD, si diceva onorato e partecipe di questa gestione e dei suoi lodevoli frutti.
Aggiungiamo anche le responsabilità del presidente del consiglio comunale Nicola Piergiovanni che in questi anni, invece di essere una figura di garanzia per l’intero consiglio, è stato il custode della volontà dell’amministrazione Tammacco-Minervini-PD. A tal proposito ci sembra strano che non si faccia nessun cenno a lui e al suo ruolo nel comunicato stampa del suo partito.
Piergiovanni abbandona il PD oppure il circolo locale del partito democratico gioca ancora al gioco delle “tre carte” provando a rimanere con un piede dentro e l’altro fuori a questa amministrazione? E come mai, inoltre, non vengono annunciate le dimissioni dell’assessore Azzollini?
Il tentativo in atto da parte del partito democratico è chiaramente quello di ripulirsi l’immagine uscendo “all’ultimo minuto di gioco” e magari di riciclarsi cambiando le donne e gli uomini più in vista, grazie anche ad un congresso che mai come ora capita a fagiolo con un nuovo consiglio direttivo e nuovo segretario con tanto di “certificato” di nuova linea politica. Il tutto per affrontare la prossima tornata elettorale “ripulito” e pronto con la sua proverbiale arroganza ad ergersi a paladino del buon governo e ad unica alternativa al centro destra.
Noi siamo sicuri che i cittadini molfettesi non potranno dimenticare il disastro di 4 anni dell’amministrazione Tammacco-Minervini-Pd e noi continueremo a ricordare a tutti come l’alternativa a chi ha governato in maniera scellerata la città sia quanto mai necessaria.
Ci stiamo facendo carico della costruzione di questa alternativa fino in fondo nonostante le mancate risposte e le richieste di tempo, che si prolungano all’infinito, per riflettere. L’alternativa al centro-sinistra-destra è ora e noi siamo in campo per costruirla solo ed esclusivamente con chi in questi anni è stato all’opposizione di questa amministrazione».