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Rifondazione Molfetta: esposto-denuncia alla Procura della Corte dei Conti contro il “mostro giuridico”
16 ottobre 2012

MOLFETTA - «La prossima stagione amministrativa non deve essere ipotecata in questa maniera balorda». Dure parole quelle di Gianni Porta (nella foto a destra con Zanna a sinistra), consigliere comunale del Partito di Rifondazione Comunista, che hanno echeggiato nella semideserta sala stampa del Palazzo Giovene per l’annuncio dell’esposto-denuncia alla Procura della Corte dei Conti contro il rinnovo contrattuale dei dirigenti del Comune di Molfetta, tra cui i due esterni di nomina politica.
Infatti, nella conferenza stampa si è ribadita la dubbia legittimità, già sviscerata da Quindici in più articoli, della delibera di giunta n. 124 del 16 luglio 2012. «Fedeli alla nostra battaglia per il rispetto delle regole e per l’imparzialità della macchina amministrativa - ha dichiarato il consigliere -, abbiamo fatto un esposto alla Procura della Corte dei Conti, Sez. regionale per la Puglia».
Il Prc si muove in solitaria contro questa manovra azzoliniana che vuole blindare la maggioranza e tenere in mano i vertici politici anche dopo il suo mandato. «Azzollini è vicino alla politica dell’Unione Sovietica - ha aggiunto Giuseppe Zanna, segretario politico del Circolo di Molfetta del Prc -. Un sindaco schizofrenico che da Presidente della commissione Bilancio del Senato vota per una legge che ha come ratio evitare prebende, clientelismo e quindi ridurre le spese, mentre a Molfetta dà un ulteriore aggravio sul bilancio comunale, dando origine a possibili contenziosi con la futura amministrazione, sicuramente di diverso colore politico». È un sindaco che vede sgretolare le sue fazioni e fallire il progetto politico degli ultimi 11 anni, e che «contro il principio dello spoil system, ovvero della corretta amministrazione, non separa il potere politico ed amministrativo secondo legge e serra le fila delle leve amministrative con delle delibere a valenza elettorale».
Durante la conferenza è stata discussa anche la delibera n.33 approvata in Consiglio Comunale il 6 settembre (cosiddetta del “Piano Casa”, argomento su cui Quindici ha dedicato sul numero in edicola un ampio approfondimento tecnico), che sicuramente porterà un bel numero di voti in casa Azzollini da parte del settore edilizio di piccola e media impresa e della relativa classe professionale, ma a pagare saranno sempre i cittadini e il territorio.
Stesso discorso per la delibera n.124 con cui il «piccolo Cesare», in «totale spregio delle regole e del buon costume istituzionale», prospetta una «cambiale elettorale» designando i suoi fedeli in ruoli cardine della dirigenza amministrativa con un provvedimento probabilmente illegittimo. «L’8 ottobre, questo lunedì, abbiamo depositato presso la Procura della Corte dei Conti della Regione Puglia un esposto- denuncia dove si espongono le illogicità e infondatezze tecnico-giuridiche di questo mostro giuridico a valenza politica - ha continuato Porta -. Dopo due mesi di studio, come Rifondazione, teniamo fede a quanto detto in campagna elettorale e non ci fermiamo ad un semplice comunicato stampam ma garantiamo nei luoghi adeguati una seria, ragionata e combattiva opposizione. Non abbiamo potuto intentare un ricorso dinanzi all’Autorità giudiziaria poiché sprovvisti di interesse legittimo diretto».
Illustrate e spiegate le motivazioni di questo esposto durante la conferenza, sono state messe in evidenza le anomalie di carattere politico e tecnico, con danno all’immagine del Comune configurabile nei «delitti dei pubblici ufficiali contro la Pubblica Amministrazione». «È grottesco che si faccia un provvedimento amministrativo non su di un fatto ma su una ipotesi - ha concluso il consigliere di Prc - quale le dimissioni anticipate del sindaco in vista della candidatura al Senato».
Non sono mancate le polemiche verso il fronte Azzollini, che ha visto la fuga di varie figure come quella essenziale dell’ex vice-sindaco Pietro Uva. Per far fronte a queste perdite, infatti, Antonio Azzollini ha richiamato sotto le sue ali dei buoni serbatoi di voti come la consigliera Carmela Minuto, possibile erede della sua poltrona e nota “peregrina” tra le bandiere partitiche, e Giacomo Spadavecchia, dimessosi all’indomani dello scoppio delle vicende giudiziarie “Mani sulla Città” e riesumato dopo un anno con le acque calmate. Tanto la gente dimentica.
Unico partito a muoversi, con questo esposto un autonomo Prc vuole seguire la sua linea politica indirizzata a contrastare gli illeciti e gli eccessi di potere, anche se molte volte in maniera sterile senza unire le energie e facendo il gioco di quella maggioranza che cerca il pomo della discordia.
 
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Autore: Saverio Tavella
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