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Rifondazione Molfetta contro la cancellazione del bellissimo murales del Palapanunzio
Il Palapanunzio col murales di Pin prima della cancellazione da parte del Comune
17 agosto 2020

MOLFETTA – Più volte “Quindici” (quello che gli altri non dicono) è intervenuto criticando i cantieri perenni e soprattutto la grossolanità con cui i lavori vengono fatti i lavori pubblici, mai a regola d’arte. Anche perché in questa amministrazione “ciambotto” manca la cultura dell’arredo urbano, ma prevale quella del cemento e della propaganda.

Ora un altro scempio è stato compiuto (forse anche per ignoranza) ed è la cancellazione del bellissimo murales dell’artista Pin, che decorava il Palapanunzio.

Nell’indifferenza generale, a prendere posizione sono solo Paola de Candia e Beppe Zanna, consiglieri comunali di Rifondazione comunista/Compagni di strada:

«Se questa è l'idea di Decoro urbano…

Se si pensa che migliorare l'estetica di un edificio e della zona che questo edificio occupa, in parte anche caratterizzandola, dando la classica "mano di pittura"... come nella migliore tradizione delle epoche buie che hanno coperto e occultato, spesso anche irreparabilmente, manufatti di pregio, siamo molto lontani dall'essere Smart.
Siamo molto lontani dall'essere 2.2... Siamo molto lontani dall'amministrare una Città ed il suo patrimonio, valorizzandoli.
Svegliarsi e scoprire che in città un'opera d'arte contemporanea, che impreziosiva la facciata di un palazzetto dello Sport, all'ingresso della Città, e la cui realizzazione è stata finanziata dalla precedente Amministrazione, è stata occultata, annullata da "una mano di pittura" fa saltare sulla sedia.
Chi e come può pensare che "una mano di pittura" possa e debba annullare il lavoro di un Artista cittadino che, su commissione, ha realizzato un'opera di pregio, con un lavoro di concept ad hoc.
Come è possibile che, dalla sera alla mattina, nella nostra Città si compiano tali scempi?!!
Si agisce come se ci si trovasse a gestire una cosa propria e non un bene collettivo, che così è stato pensato, voluto, progettato e trasformato, da una precedente Amministrazione ed evidentemente con costi a carico del bilancio comunale cittadino.
Un gesto, banale, che cancella anche un processo di progettazione partecipata, a partire dalla condivisione di una visione dei luoghi della città, abitati dai giovani, che una precedente Amministrazione ha voluto provare ad avviare coinvolgendo un'Associazione di giovani attiva, sul territorio Cittadino, nella produzione culturale e nell'organizzazione di momenti aggregativi e di socializzazione rivolti alle nuove generazioni.
Come si può non protestare contro questa avventata ed ormai irreversibile scelta.
Protestare per quello che vale, perché in tanto questa scelta sbagliata e avventata ha già prodotto una perdita irrecuperabile, e il cittadino paga, paga le spese per "fare e disfare".
Ecco un altro dei frutti di questa Amministrazione priva di Visione.
L' Amministrazione del "fare" che fa senza una visione, senza un progetto, senza riflessione, senza partecipazione né coinvolgimento della Comunità, cui i luoghi della Città appartengono
». 

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