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Rifondazione comunista replica all'Udc di Molfetta
20 novembre 2011

MOLFETTA – Il Partito della Rifondazione comunista replica al comunicato dell’Udc di Molfetta con una nota:

«Evidentemente l’approssimarsi di una probabile campagna elettorale riscalda il cuore e surriscalda la mente della locale sezione Udc che in una nota dello scorso 16 novembre dimostra senza ombra di dubbio il suo stile politico privo di ogni contenuto con un attacco a cui ci ritroviamo a dover replicare nostro malgrado.
Per motivare la distanza politica da Rifondazione Comunista sarebbe stato sufficiente portare elementi differenti di analisi politica dell’attuale scenario e di proposta programmatica ma questo esercizio riesce impossibile a questi signori che scelgono invece argomenti che meriterebbero altre sedi per essere dibattuti.
Il commissario Udc riferendosi ai militanti del nostro partito blatera di “personaggi dell'estrema sinistra che fecero vincere gli azzolliniani nel 2008 per beceri tornaconti personali”, di “soggetti che a 40 anni non hanno ancora un'occupazione lavorativa non riuscendo neanche a finire gli studi e che per realizzarsi nella loro vita vorrebbero fare i politici di professione”.
Ebbene, sappiano questi signori che il ritornello della sinistra che fa vincere la destra è vecchio come il cucco ed è poco credibile in bocca a quanti con Azzollini sono stati alleati in coalizione, colleghi in giunte comunali, compagni di partito (fare qui la storia dell’attuale gruppo dirigente Udc porterebbe via due pagine solo per citare le sigle utilizzate in questi anni, Verdi, Ccd, Alleanza Nazionale, Forza Italia, Popolari per la Puglia, Udc… ma ne dimentichiamo sicuramente qualcuna).
Inoltre da quanti militano in un partito come l’Udc che è stato scuola di formazione per personaggi politici quali Cosimo Mele, Totò Cuffaro, Saverio Romano (anche qui citare tutti gli illustri personaggi nazionali e locali di questo partito che hanno avuto assidue frequentazioni di aule giudiziarie porterebbe via altre due pagine) non accettiamo lezioni, specie per chi come noi milita in un partito mai toccato a Molfetta da vicende giudiziarie ma soprattutto fatto da militanti che per le loro idee – condivisibili o no che siano – non hanno mai ottenuto favori personali né ricompense lavorative per sé o per amici o parenti, anche quando ricoprivano incarichi istituzionali di governo.
Il nostro personale politico è riconoscibile in città da anni per impegno e competenza, senza aver mai cambiato bandiera, senza aver sistemato chicchessia con favori o clientele, e pagando a volte il proprio impegno senza sconti e in prima persona, barcamenandosi in occupazioni saltuarie e precarie come qualsiasi giovane delle nostre parti e spesso lasciando Molfetta per trovare occupazione (strano che nessun analista politico locale, commentatore o fustigatore della casta e sostenitore del ricambio generazionale si sia mai soffermato su questo dato… ma forse non conviene a lor signori).
Le nostre idee possono essere condivisibili o meno ma la nostra storia di trasparenza, spirito di servizio e sacrificio personali non sono attaccabili e meritano rispetto, nessuno di noi ha ricevuto impieghi politicamente raccomandati presso le meravigliose cattedrali del consumo sorte nella zona industriale in questo decennio, nessuno di noi è stato sistemato a vita nelle amministrazioni pubbliche o studi professionali accreditati, nessuno di noi è diventato addetto stampa di grandi imprese economiche, nessuno di noi può contare su pacchetti di voti spostabili a piacimento nelle consultazioni elettorali e nelle primarie a prescindere da quali siano programmi e coalizioni.
Forse è tutto questo a partorire nei nostri confronti l’acredine dell’Udc ma parafrasando il Poeta “noi non ci curiamo di loro ma guardiamo e passiamo avanti” convinti che questi attacchi siano la conferma che siamo nel giusto. Molfetta aspetta e merita un cambiamento radicale e reclama un’alternativa fatta di discontinuità nei programmi, nelle coalizioni e nel personale politico.
Il modello di sviluppo disegnato nel decennio scorso basato su urbanistica speculativa del mattone e grandi opere si sta rivelando fallimnetare, il trasformismo dei saltinbanco politici locali (ora a destra, ora a centro, ora a sinistra e poi di nuovo a destra, nuovo giro, nuova corsa) ha generato sfiducia nell’impegno politico quotidiano, le coalizioni transgeniche formate da partiti e liste civiche distanti anni luce per colpa del sistema elettorale coattamente maggioritario ha aumentato i tassi di astensionsmo e ingovernabilità. Da questa crisi si esce con una sterzata radicale come quella premiata alle ultime consultazioni amministrattive di Napoli e Milano, e non ci risulta che in quelle esperienze ci fossero Udc, Fli e altri riciclati provenienti da destra ma anzi un centrosinistra alleato con la sinistra radicale ma soprattutto sostenuto da quanti delusi dalla politica negli ultimi anni, sono ritornati al voto per la credibilità della proposta politica.
Pertanto rivendicando il nostro ruolo di coscienza critica del centrosinistra locale e rimarcando il nostro impegno nel Cantiere auspichiamo che tutte le forze del centrosinistra si mettano a lavorare intensamente nel tempo a disposizione fino alle elezioni (che non sembrano dietro l’angolo) per accorciare la distanza tra politica e cittadini anziché inseguire coalizioni innaturali, pacchetti di voti e corteggiare personaggi e partiti politicamente squalificati.
Al centrosinistra che parla di rinnovamento al governo futuro della città chiediamo di essere sin da ora e nei fatti il rinnovamento che predica nelle dichiarazioni».
 
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