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Rifondazione comunista, 2 conversazioni per conoscere, capire, cambiare
12 aprile 2012

MOLFETTA - Il partito di Rifondazione Comunista organizza 2 serate di conversazione, entrambe fissate alle ore 18.30, presso la Sala Turtur, a Molfetta.

Venerdì 13 aprile
Le cause e i meccanismi della crisi economica
per capire
Quando e dove nasce la crisi
Dal debito privato al debito pubblico
Cosa è la speculazione
Finanza ed economia reale
Perché si attacca il welfare state?
Default o non default?
con Maurizio DONATO
Docente di economia
Università di Teramo

Venerdì 20 aprile
 Beni Comuni, forme di proprietà, economia e ambiente
Considerazioni ispirate dai lavori di Elinor Ostrom,
prima donna Nobel per l'economia
con Vincenzo M. Lauriola
Socio-economista ecologico
Istituto Nazionale di Ricerca dell'Amazzonia
Manaus, Brasile
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La fine di un mondo non è la fine del mondo. Lo sconvolgimento che stiamo vivendo non è più profondo di altri vissuti nel corso degli ultimi secoli, non è più spaventoso parlare di fine del sociale, e in particolare di indebolimento delle categorie sociali di analisi e di azione, di quanto non sia stato in altre epoche parlare di fine delle società propriamente politiche e, prima ancora, di declino delle società religiose. Stiamo uscendo dall'epoca in cui tutto trovava espressione e spiegazione in termini sociali e ci vediamo obbligati a esaminare come si costruisce questo nuovo paradigma, che ha riflessi su tutti gli aspetti della vita collettiva e personale. E' ormai urgente capire a che punto ci troviamo e quale discorso sul mondo e su noi stessi potrà renderci questo mondo e noi stessi, comprensibili. La novità è dovuta al fatto che a essere in competizione tra loro non sono più paesi tra loro paragonabili, come avveniva quando la Gran Bretagna, la Germania, gli Stati Uniti o la Francia si facevano concorrenza e stringevano accordi economici e politici di apertura dei mercati, ma paesi ricchi, più o meno socialdemocratici, e paesi in cui i salari sono più bassi e i sindacati inesistenti (e dove, all'occorrenza, è disponibile in vasto bacino di lavoro forzato). Finora è stato impossibile coordinare le politiche sociali e fiscali all'interno dell'Unione europea. E' un nuovo elemento con cui bisogna fare i conti. Sarebbe vano credere che si possano erigere barriere intorno a un'economia nazionale. Una tale politica avrebbe – come ha già avuto in passato – conseguenze estremamente negative. Gli interventi dello Stato non devono più servire a mantenere in vita imprese non competitive o a fornire garanzie a determinate categorie sociali per ragioni politiche e contrarie a ogni razionalità economica. La resistenza dei paesi europei di fronte a questa trasformazione è notevole, ma si affievolisce col tempo. Il problema più importante per questi paesi e per quelli che hanno adottato un modello sociale analogo consiste nella ricerca di una nuova modalità di intervento politico che non arrechi danno alla competitività, ma, allo stesso tempo, protegga la popolazione dal brutale, incontrollato espandersi di un'economia liberale sulla quale la maggior parte dei paesi non ha alcuna possibilità di intervento. La difficoltà propriamente politica di questo problema è dimostrata dal fatto che molti governi, in non pochi paesi, hanno visto tutti i loro tentativi fallire. Per i governi la difficoltà aumenta al momento di elaborare interventi a sostegno degli individui più colpiti o sfiancati a seguito di aggressioni ripetute, e di chi non riesce più a trovare un lavoro adeguato. Chi ritiene questi compiti troppo difficili da realizzare, e auspica che lo Stato si accontenti di fornire aiuti a coloro che già li ottengono, porta il proprio paese alla rovina. Né il mantenimento dell'attuale Stato-provvidenza né l'accettazione di un liberismo senza limiti rappresentano una soluzione. Solo il rinnovamento delle nostre idee sulla società e sulle sue trasformazioni può consentirci di mettere a punto le politiche sociali che ci permetteranno di superare lo Stato-provvidenza, modificando i suoi obiettivi e soprattutto le nostre modalità di intervento pubblico. (tratto da: La globalizzazione e la fine del sociale – Alain Touraine)
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