Rifondazione alla destra: siete arrivati al capolinea è ora di scendere
MOLFETTA – 8.4.2004
Nuovo attacco del Partito della Rifondazione comunista alla coalizione di centrodestra che governa la città, con un manifesto dal titolo: “Siete arrivati al capolinea, è ora di scendere”.
“Dopo tre anni di contrattazioni e spartizioni, la maggioranza di centrodestra è arrivata alla frutta: incapace di amministrare la città e far fronte alle reali esigenze dei cittadini – dice Rifondazione -. Il cambiamento sbandierato da Tommaso Minervini è rimasto solo un'illusione. Solo l'avvicinarsi delle elezioni tiene unita la maggioranza al suo sindaco, sempre più pressato da gruppi d'interesse privatissimi ed esclusivi. Intanto noi paghiamo le conseguenze con l'emergenza sociale, occupazionale, abitativa cui l'Amministrazione sa rispondere solo con i tagli di bilancio alla socialità e con l'aumento delle tariffe (grattini parcheggio e autorizzazioni passi carrabili).
Di fronte a questa crisi del centrodestra dobbiamo lavorare a una vera alternativa di governo della città, a un progetto di cambiamento che metta al centro il rapporto con i cittadini e i loro bisogni reali (lavoro, casa, sanità, servizi sociali). A quanti credono – e non hanno mai smesso di farlo – nella dignità, nella forza delle idee e in una crescita equilibrata, chiediamo di lavorare insieme per un rilancio morale e materiale di Molfetta, perché sia davvero una comunità di pace. Solo un'effettiva partecipazione può ridare speranza e cambiare davvero il degrado attuale.
Per questo sbaglia oggi chi ritiene necessario, anche fra i partiti di opposizione, imbarcare dalla propria parte qualche personaggio riciclato della Prima Repubblica, il cui trasformismo è risaputo e secondo solo ai suoi interessi particolari.
Un autentico progetto alternativo di governo ha bisogno dell'unità di tutte le forze sane della società civile e politica molfettese, senza cedere al ricatto del trasformismo, senza sventolare programmi privi di contenuti, per poi ritrovarsi il primo giorno di governo come prima e peggio di prima, come insegna la storia recente”.