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Ricordo dell'artista Anna Rita Spezzacatena scomparsa qualche giorno fa
27 giugno 2004

MOLFETTA – 27.6.2004 Qualche giorno fa è scomparsa in seguito ad una grave malattia, Anna Rita Spezzacatena, un'artista molfettese (nella foto una delle sue opere) fra le più note e apprezzate del panorama culturale della nostra regione. Vi proponiamo un ritratto ricostruito attraverso alcune testimonianze di amici. Un occhio senza ciglio, un altro vacua cavità a riflettere il senso di minaccia, un ghigno ributtante esaltato dai denti, serrati come zanne, l'anomalia di sei dita nella mano... È una delle 'facce del potere' di Anna Rita Spezzacatena. Gli effetti? Un viso di donna urlante, che, nell'angoscia, a differenza di münchiane figurazioni, non porta le mani alle tempie, ma si abbarbica su se stessa, a raggomitolarsi e scomparire. Poi i volti divengono occhi, spalancati, non saprei se larghi, esterrefatti come quelli pascoliani, ma senz'altro (cito Lorenzo Palumbo) 'esorcizzazione dell'angoscia'. “Anna Rita dipingeva gli occhi e io le sfere. Le nostre ricerche non collidevano, spesso potevano sembrare distanti, ma un filo sottile forse le collegava, senza nemmeno che ce ne accorgessimo”, racconta Ida Caradonna. Occhi: Vincenza Balacco ricorda come la pittrice avesse ciglia lunghissime, ciglia belle... Poi l' 'esilio fiorentino', e, al ritorno a Molfetta, la città nelle sue figurazioni appare (cito sempre Palumbo) 'immersa in un'atmosfera di luce tremula come nel pianto'. Dopo il male e quei santi che alcuni estimatori della Spezzacatena hanno giudicato freddi, e di cui la pittrice amava sottolineare lo sguardo assente, in un etereo distacco dal mondo che non è concesso alle creature materiche. “La sua pittura era materica, la mia geometrica; lei usava tutti i colori della tavolozza, io ero monocolore... Anna è anche una bravissima ritrattista” (Ida Caradonna). Quando la malattia sembrava darle tregua, ecco la vita esplodere nella gioia dei fiori, nei paesaggi. “Dipingeva il mare alla luce del tramonto... Prevalevano i gialli, i rossi... Io dipingo il mare dopo il tramonto, quando il rosa se n'è andato...” La riacquistata salute era però un miraggio. Le avevo telefonato per un'intervista. “Grazie”, ha risposto, “la farò volentieri, ma adesso non sto bene. Non appena guarita...” Anna Rita Spezzacatena è morta pochi giorni fa. Ho intervistato la gente che la conosceva, l'amica di sempre Ida Caradonna... Era nata il 29 maggio 1942; le due donne s'erano incontrate a 17 anni, nei corridoi dell'Istituto d'arte. Amava viaggiare, il suo era quel desiderio di scoperta di nuovi mondi che in quegli anni acquistava un vago sapore di trasgressione. Concreta, trascinatrice, le due condividevano passioni per Borges, Calvino, Cervantes. Le piaceva anche la 'Lucrezia Borgia' di Maria Bellonci, l'umbratile (come il sodalizio del 'Cavalletto') dama rinascimentale a metà tra Erinni e martire della storia. Adorava l'arte, l'aveva persino insita nel nome (Anna Rita Spezzacatena = ARS). Ne è stata insegnante per anni, dopo una non parentetica esperienza di maestra elementare. Poi l'affitto, insieme alla Caradonna, dello studio in via Margherita. Dicembre 1968. L'inizio di un percorso, di monomanie: dai vascelli, talora relitti, a quello che poteva apparire 'il silenzio di una città morta', dagli 'Anni di Piombo' al magico incontro tra mare e cielo in 'Atmosfere'. “Ci guardavano come eroine”, ricorda Ida. “Con Anna è una vita...” E la più bella testimonianza della pienezza del lungo viaggio insieme sono i suoi occhi che, nella luce del ricordo, piangono e ridono allo stesso tempo... Gianni Antonio Palumbo
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