Ricordando Lucia Sallustio
La docente e scrittrice recentemente scomparsa
Sta per volgere il mese dalla scomparsa di Lucia Sallustio, il 18 dicembre. Era attualmente Dirigente scolastico dell’IC “Battisti-Pascoli” di Molfetta, dopo aver insegnato per anni Lingua e letteratura inglese negli istituti secondari della nostra città (e non solo) e aver avviato la carriera di preside a San Severo e poi, per quattro anni, presso l’Istituto comprensivo “Cotugno-Carducci-Giovanni XXIII” di Ruvo. Una figura elegante ed energica al contempo, sempre protesa a porre la propria cultura e la propria profonda carica di sensibilità e umanità al servizio della collettività, soprattutto delle generazioni dei giovanissimi. Blogger, si è distinta nel campo della narrativa e della poesia. “La fidanzata di Joe”, edito da Faligi nel 2011, è una raffinata e delicatissima storia d’amore. Quell’amore discreto, capace di mettersi da parte, perché in grado di cogliere le ragioni dell’altro. Nasceva così Lillibeth, cui sarebbe toccato il campito di attraversare le brutture della vita e della storia, mantenendo intatto il suo candore, la sua attitudine al dono di sé. E accanto a lei si stagliava l’‘irrisolto’ Joe, individualità che reca in sé le tempeste interiori di tanti immigrati, scissi tra la dedizione alle radici e la tensione verso un futuro carico di novità, non sempre esaltanti. Tutto questo nel quadro dell’America del proibizionismo, di una baia di San Francisco popolata d’anime inquiete, su cui incombeva lo spettro del gangsterismo e delle guerre tra bande. “L’equilibrio imperfetto”, invece, pubblicato con Intermedia edizioni, aveva per protagonista una giovane traduttrice e interprete, Rossella, esperta nella riflessione metalinguistica e abituata a trascegliere con cura le parole, eppure non sempre abile nel decrittare la realtà. Un inno all’apertura all’altro, alla contaminazione delle culture, foriera di straordinaria ricchezza, all’abbandonarsi al movimento di quella vita “agrumata” (per usare un’espressione cara all’autrice) che, nonostante tutto, non si può non amare. La scoperta che l’equilibrio, nell’esistenza come nell’amore (la figura di Max, oggetto di un desiderio ambivalente e lacerante), risiede nell’accettazione delle imperfezioni e che tutti ci reggiamo su un’altalena basculante. E in due il viaggio si affronta meglio. Proprio come il viaggio Leitmotiv del libro Intercity, edito da Wip e presentato, nella rassegna “Building Apulia”, quale opera di interesse per l’identità regionale. I chilometri macinati in treno sino a San Severo dalla dirigente neoassunta divenivano occasione per un altro viaggio, quello nell’interiorità dei propri compagni silenti di ogni giorno. Delle ferite di terre bellissime, eppure deturpate dall’incuria, rese grigie dall’indifferenza come i “cementifici spenti” ‘costeggianti’ la ferrovia. E tra sogni e amarezze, in una silloge di grande compattezza stilistica, sospesa tra quotidianità e motivi della letteratura alta, si affacciava non di rado l’ironia, come nell’interrogativa finale di A new Valediction. Sottesa alla raccolta l’idea stessa che la Poesia sia un viaggio straordinario, rivelazione improvvisa che irrompe dopo la tempesta interiore, “incanto di un’ora sola” o ancora “silenzio” che si riempie “di note arcane in armonia”. Un linguaggio di cui Lucia Sallustio si è avvalsa con profondità di sguardo per rendere ora “il suo grazie alla vita” ora per esprimere il carattere effimero delle nostre architetture (mantenendo sempre vivo, però, il metaforico invito a costruire ponti). Per donare valore plastico alle sue emozioni e per indurre a riflettere, a cercare quei momenti epifanici che, nella frenesia quotidiana che stordisce e consuma, ci restituiscono a noi stessi. Ci rivelano la preziosità di ogni istante che ci è donato in questo chiassoso e straordinario “andirivieni generale”. © Riproduzione riservata
Autore: Gianni Antonio Palumbo