Recupero Password
Riccardo Muti alla trasmissione Rai “Che tempo che fa” di Fazio, parla di Molfetta, del dialetto e dell'incontro con la regina Elisabetta Presentata la collana di 32 opere “La musica è la mia vita” abbinata al “Corriere della Sera”. Il Maestro testimone della migliore Molfetta nel mondo
12 gennaio 2016

Ironia, simpatia, cultura, intelligenza, eleganza, generosità, rigore, orgoglio meridionale e radici molfettesi, grande professionalità e umanità: si può riassumere così l’immagine di Riccardo Muti che emerge dall'intervista di Fabio Fazio alla trasmissione Rai Che tempo che fa di domenica sera, per presentare la collana di 32 opere che il Corriere della Sera propone ai suoi lettori in abbinata con il quotidiano milanese.

Il grande Maestro di Molfetta, anche a smentire coloro che ripetono come lui citi più Napoli (sua città di nascita, solo al momento del parto, per una scelta della madre napoletana) che la città pugliese, ha ripetuto per ben 3 volte il nome Molfetta e due volte l’aggettivo “molfettese”. I criticoni, che nella nostra città, tempio dell’invidia, non mancano mai, ora potranno essere soddisfatti.

In realtà il Maestro Muti la sua Molfetta l’ha sempre nel cuore e, tra l’altro il suo accento lo conferma, come quando ha ricordato, nel corso dell’intervista, l’incontro con la regina Elisabetta alla Scala di Milano nel 2000, che, andò a trovarlo nel suo camerino “non perché ci fosse Riccardo Muti, ma perché era un gesto verso l’arte”, non come in Italia, quando c’è un parlamentare in sala che manda il suo seguito al direttore d’orchestra a dirgli: “l’onorevole la sta aspettando”. Bene, in quell’occasione il Maestro chiese come dovesse rivolgersi alla regina e gli fu detto con il termine “Ma’am”, abbreviativo di Madam, la cui pronuncia “mem”, si avvicina a quella di “mamma” nel dialetto molfettese.

Perplesso Muti replicò: “ma è una parola pugliese, anzi molfettese”. E ha ricordato come in dialetto si dica a Molfetta “Medonne, ce si fatte, memme me” (scritto come si pronuncia, ci perdoni il nostro apprezzato collaboratore e amico Marco Ignazio de Santis, cultore ed esperto del nostro dialetto, al quale chiederemo una consulenza in merito). Così il Maestro si concentrò per pronunciare “Ma’am” in inglese e non in molfettese. Anche se poi, al momento dell’incontro, gli venne spontaneo avvertire la regina di fare attenzione ad un gradino del suo camerino, coperto da un tappeto, sul quale molti avevano già inciampato. God save the queen, Dio salvi la regina, sarebbe il caso di dire!

Riccardo Muti ha ricordato Molfetta anche quando ha raccontato che le porte della musica gli si sono aperte perché il padre Domenico, noto medico molfettese, gli aveva comprato un violino (tutti studiavano musica in famiglia, dove c’era una cultura musicale: nonno melomane e padre tenore dilettante) “e, quindi, mi sono trovato con questo coso in mano… non ci ho mai creduto, poco alla volta è diventata la mia vita”.
In realtà, il padre, dopo le prime prove di Riccardo, ritenne che non solo il violino non facesse per lui, ma che non fosse proprio tagliato per la musica, confortato in questa sua impressione negativa dal maestro di musica del ragazzo, come scritto nel racconto dell’adolescenza di Muti a Molfetta sulle pagine della Cultura del quotidiano barese “La Gazzetta del Mezzogiorno” nel lontano gennaio del 1987 da Felice de Sanctis.
Quando sembrava che lo strumento fosse destinato ad essere abbandonato in un ripostiglio… (l’articolo continua sul prossimo numero della rivista mensile “Quindici” in edicola alla fine della settimana, con alcune considerazioni del direttore Felice de Sanctis).

© Riproduzione riservata

Nominativo  
Email  
Messaggio  
Non verranno pubblicati commenti che:
  • Contengono offese di qualunque tipo
  • Sono contrari alle norme imperative dell’ordine pubblico e del buon costume
  • Contengono affermazioni non provate e/o non provabili e pertanto inattendibili
  • Contengono messaggi non pertinenti all’articolo al quale si riferiscono
  • Contengono messaggi pubblicitari
""
Quindici OnLine - Tutti i diritti riservati. Copyright © 1997 - 2025
Editore Associazione Culturale "Via Piazza" - Viale Pio XI, 11/A5 - 70056 Molfetta (BA) - P.IVA 04710470727 - ISSN 2612-758X
powered by PC Planet