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Riaprite il Pulo di Molfetta: lettera aperta al sindaco e al presidente della Provincia Appello dei tecnici e ricercatori impegnati nel progetto di recupero
17 settembre 2004

MOLFETTA – 17.9.2003 Torna di attualità il problema del Pulo e soprattutto la mancata apertura del sito archeologico. I ricercatori e i tecnici impegnati nel progetto di recupero del sito archeologico (Antonio Bernardoni; Iole Caramuta; Mariella Cioce; Marella La macchia; Michele Maggiore; Nicola Martinelli; Italo Muntoni e Francesca Radina) hanno scritto una lettera aperta al presidente della Provincia di Bari, Vincenzo Divella e al sindaco di Molfetta, Tommaso Minervini, ricordando che il sito, era stato inaugurato ufficialmente il 26 aprile del 2004, dopo circa sette anni di lavori finanziati nell'ambito di Programmi Europei per un importo di circa 6 miliardi di vecchie lire. “Questo complesso intervento – dicono i ricercatori - ha finora restituito alla comunità regionale un'importante testimonianza di antichissima occupazione del territorio (8.000 anni fa), unitamente ad un complesso di archeologia industriale del Regno di Napoli come la Fabbrica Borbonica per la produzione della polvere da sparo (XVIII secolo), il tutto in un contesto ambientale unico, costituito da peculiarità geomorfologiche di grande rilevanza, nell'ambito delle aree carsiche mediterranee, e da pregevoli e diversificate specie botaniche e animali. L'impresa è stata resa possibile grazie alla sinergia tra Enti e Istituzioni diversi, nonché all'impegno profuso da professionalità specifiche dei singoli settori di interesse del Pulo. Vi segnaliamo il rischio che il perdurare dello stato di abbandono in cui versa il sito soggetto all'incuria del tempo e al vandalismo, con la distruzione delle opere eseguite, nonché la mancata manutenzione del patrimonio vegetale, provochi l'inefficacia dei rilevanti interventi svolti, con grave danno per la comunità locale che ad oggi non può fruire di risorse naturali e culturali così importanti per la crescita civile del territorio provinciale. Ci appelliamo alla vostra sensibilità perché possano essere messe in atto in breve tempo tutte le necessarie misure per la manutenzione, la custodia e l'apertura al pubblico del sito”. In realtà aver abbandonato il Pulo rappresenta un atto di insensibilità oltreché amministrativa anche culturale della quale l'attuale amministrazione di centrodestra dovrebbe dare conto alla cittadinanza. Senza dimenticare anche l'abbandono dell'ex Lazzaretto, anch'esso restaurato e destinato a contenere i reperti del Pulo stesso. Ci auguriamo che il sindaco non dimentichi che amministrare una città non significa solo pensare all'edilizia o a patrocinare una mostra di pittura più o meno importante, ma anche avere a cuore la cultura che si esprime attraverso i monumenti e le testimonianze storico-archeologiche di cui il Pulo è un significativo esempio. E questa indifferenza ci sembra ancor più colpevole soprattutto perché il sindaco ha mantenuto per sé proprio la delega alla cultura. Domani alle 17 presso il Pulo ci sarà una conferenza stampa dell'assessore provinciale al Patrimonio, Nicola Acquaviva, per spiegare la vicenda e i motivi della mancata apertura.
Autore: Gianni Antonio Palumbo
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