REGIONANDO - Sannicandro (Prc): La legge Bossi-Fini? Vero caporalato regolarizzato
Il dibattito scaturito dall'articolo dell'Espresso
BARI - Il presidente del gruppo Prc, Arcangelo Sannicandro (foto), interviene nel dibattito sul caporalato, scaturito a seguito di un pezzo pubblicato dal settimanale l'Espresso.
"Un pugno nello stomaco: questo è stato il reportage pubblicato nell'ultimo numero dell'”Espresso” sullo sfruttamento dei lavoratori extracomunitari nelle campagne del foggiano - dice Sannicandro -.
Indignazione e vergogna, le prime dolorose sensazioni provate.
A mente fredda, però, sono riaffiorati velocemente i tanti racconti, le tante testimonianze e denunce similari raccolte nel corso degli anni di attività politica sul territorio, ed in particolare tra i braccianti pugliesi, avvezzi da tempo allo stato di sfruttamento ora riservato anche ai lavoratori extracomunitari.
Il maggior stato di assoggettamento di questi ultimi risiede ovviamente nella trappola mortale costituita da un sistema fatto di leggi Bossi/Fini – per cui è impossibile denunciare lo sfruttamento, pena l'espulsione - e di caporalato-legalizzato.
E' dunque da accogliere con la massima soddisfazione il primo passo compiuto dal Ministro degli Interni Amato nella direzione della revisione della legge sull'immigrazione.
Riconoscere un permesso di soggiorno-premio a quei lavoratori che coraggiosamente denunceranno la propria condizione di sfruttati e schiavizzati ci sembra un ottimo inizio per ottenere due risultati: l'accettazione, finalmente, nell'alveo della nostra “civiltà” di tanti fratelli e sorelle in cerca di migliori condizioni di vita e l'estirpazione della mala pianta criminale nelle nostre campagne.
Certo, bisognerà stare poi attenti a non dimenticarsi dei braccianti pugliesi, che permangono anch'essi nella condizione di dover subire ogni tipo di ricatto padronale; quanti casi conosciamo di braccianti costretti ogni anno a comprarsi le giornate lavorative ai fini del giusto riconoscimento delle prestazioni, pur avendo duramente lavorato un anno intero…evidentemente inutilmente?
Questo, dunque, non è solo un problema di immigrazione: lo sfruttamento non conosce colori, conosce e colpisce solo chi è di volta in volta più debole e ricattabile.
E' un problema che investe a 360 gradi tutta la struttura agricola pugliese; si tratta dunque di affrontare una volta e per tutte il tema della programmazione, del rispetto dei contratti collettivi, della legalità.
Brutto, in tal senso, è il segnale lanciato dalle associazioni datoriali, assenti ieri al tavolo del comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica tenutosi presso la Prefettura di Foggia.
Apprezzabile, al contrario, il lavoro svolto dalla Regione Puglia in tema di accoglienza e integrazione, grazie anche ai progetti di “albergo diffuso” promossi proprio in provincia di Foggia, e ancor prima che scoppiasse “la bomba”.
Non c'è tempo e forse neanche più la necessità di approntare commissioni di indagini che non farebbero altro che ribadire quanto già acclarato, a meno che non ci si voglia interrogare sull'efficacia delle misure sanzionatorie, frutto delle ispezioni compiute presso le imprese agricole pugliesi in questi anni.
Questo, comunque, non può che essere il momento dell'azione dura e decisa delle istituzioni nella direzione del rispetto della dignità umana e del lavoro, rispetto che in questo caso passa necessariamente per l'abolizione della legge Bossi/Fini e della legge 30 che legalizza il caporalato".