REGIONANDO. Palese (Forza Italia): difendiamo la legge Gelmini sulla scuola
BARI - Acceso dibattito in consiglio regionale sulla scuola, questi, in sintesi, i passaggi salienti dell'intervento che il capogruppo di FI in Consiglio Regionale, Rocco Palese (foto).
“Siamo con gli studenti che hanno sete di meritocrazia, efficienza, legalità, di far cessare il nepotismo, di mettere fine a corsi e cattedre fantasma per aumentare alloggi e servizi mirati a sostenere il diritto allo studio. Siamo con i Rettori che chiedono criteri di premialità per gli Atenei più virtuosi; siamo con i docenti bravi e meritevoli che chiedono di essere maggiormente gratificati. Siamo per la qualità e non solo per la quantità. Siamo contro la sinistra nazionale e locale e quei Sindacati che, dopo essere stati omertosi sui tagli indiscriminati all'istruzione delle due Finanziarie di Prodi, neanche mirati a contenere gli sprechi, oggi scelgono la piazza solo per contestare e protestare.
Condanniamo l'atteggiamento del Governo regionale che oggi viene qui per parlare della posizione della Regione rispetto ai provvedimenti del Governo nazionale, dopo essere già sceso in piazza e dopo aver già scelto lo scontro istituzionale con il Governo.
Difendiamo la Legge Gelmini non per sterile posizione di bandiera, ma nella convinzione che essa vada esattamente nel senso necessario a reinserire la meritocrazia nella scuola, non solo nei confronti degli studenti ma anche in quelli dei docenti meritevoli. Al netto della propaganda e delle strumentalizzazioni di questi giorni, va chiarito che la Legge prevede, tra l'altro: maestro unico prevalente dal prossimo anno scolastico; Voto in condotta; Voto in decimali alle medie e accompagnato da giudizio alle elementari; Libri di testo che durano 5 anni cui si aggiungono solo gli aggiornamenti per far risparmiare le famiglie; Insegnamento sperimentale dell'educazione civica nelle scuole secondarie di primo e secondo grado; Ricognizione di tutti i fondi stanziati negli ultimi anni per la scuola e in gran parte non spesi e destinazione di questi fondi ad interventi di edilizia scolastica. La legge prevede anche provvedimenti attesi da decenni dagli operatori del settore, come per esempio l'utilizzo più trasparente delle graduatorie e il riconoscimento del titolo di Laurea in Scienze della Formazione come titolo abilitante all'insegnamento nella scuola primaria, ma è stato messo anche ordine nell'accesso alle scuole universitarie di specializzazione in medicina e chirurgia.
Fin qui la verità e i commenti assolutamente super partes o, in molti casi, commenti di parte ma non di centrodestra, tutti favorevoli alla riforma e tutti concordi sul fatto che non è più pensabile che il 97% del bilancio della scuola italiana sia utilizzato per pagare gli stipendi di bidelli e insegnanti e solo il 3% sia destinato agli studenti, alla formazione e al miglioramento della qualità dell'istruzione.
Ma ecco in pillole le bugie che invece la sinistra ha messo in bocca ai bambini, nelle tasche dei grembiuli perché le portassero a casa, sugli striscioni dei cortei:
- non è vero che si ridurrà il tempo pieno. Con il maestro unico e l'eliminazione delle compresenze, si libereranno più maestri e i 5 anni ci saranno 3.950 classi in più di tempo pieno;
- non è vero che ci saranno 30 alunni per classe, ma al massimo 26;
- non è vero che sparisce l'inglese dalle elementari. Non ci sarà il maestro unico ma il maestro prevalente. Rimangono gli insegnanti di inglese, di religione, di educazione fisica e informatica;
- non è vero che verranno licenziati 87mila insegnanti. Ci sarà il blocco del turn over perché in Italia c'è un docente ogni 9 alunni; in Europa 1 ogni 13. Ci saranno meno insegnanti ma meglio pagati; il 40% degli insegnanti, quelli più meritevoli, avranno 7mila euro in più all'anno;
- non è vero che diminuiranno 93mila insegnanti di sostegno;
- non è vero che chiuderanno le scuole di montagna. Nessuna scuola sarà chiusa ma sarà unificato il personale amministrativo con un unico preside e un unico segretario per scuole vicine;
- non è vero che si boccerà con il 7 in condotta. Verrà bocciato chi ha il 5 in condotta ma solo con il consenso del Consiglio di Istituto e di quello di classe.
- non è vero che questa riforma riguarda anche l'Università.
Detto questo, si poteva continuare a lasciare tutto com'era, sarebbe stato certo più facile che non portare avanti una coraggiosa riforma, ben sapendo, come il Governo sapeva, che la sinistra avrebbe alimentato lo scontro sociale. Ma si è scelto invece di cambiare con coraggio, con grande senso di responsabilità, con rispetto per il futuro dei nostri giovani”.