REGIONANDO. Il 3 marzo in Consiglio il no del PD al nucleare
BARI - La Puglia dirà “no” al nucleare con un'apposita seduta del Consiglio regionale. In prima linea in questa scelta è stato il Partito Democratico, come spiega il suo capogruppo Antonio Maniglio (foto): «In nucleare torna nell'agenda nel governo nazionale e la sua declinazione concreta investe anche la Puglia. Non è la prima volta. Anche nel 1980, in virtù delle peculiari condizioni naturali della nostra regione, prima fra tutte il basso rischio sismico, l'area tra Nardò e Avetrana fu individuata come sito ideale. Ma una straordinaria mobilitazione popolare bloccò i progetti dell'Enel.
Oggi il tema ritorna e il governo ripropone l'opzione nucleare incurante dei problemi tutt'ora aperti ereditati dalla prima stagione nuclearista.
Quanti sanno che le scorie prodotte dalle centrali italiane non sono state ancora smaltite? E che da trent'anni si trovano in depositi 'temporanei' in attesa di individuare un sito? Come si fa, pertanto, a riproporre oggi di tornare al nucleare di terza generazione che pone problemi immensi sia per la sicurezza degli impianti che per lo smaltimento delle scorie?
Il governo Prodi, a conferma che non c'è un atteggiamento pregiudizialmente negativo, ha riammesso l'Italia nei centri di ricerca internazionale che stanno lavorando sul nucleare di quarta generazione. Sarebbe logico e lungimirante, se si dovesse fare l'opzione nucleare, guardare a quelle ricerche. E comunque ciò non interessa la nostra regione. In Puglia abbiamo già dato. Lo vogliamo dire con nettezza, senza se e senza ma.
La nostra regione è tra le maggiori produttrici di energia ed esporta, a proposito di federalismo solidale, l'88% di quanto produce. Ma ciò non avviene a costo zero.
Per sostenere una rete energetica così potente i pugliesi pagano un prezzo altissimo in termini di danni alla salute delle persone e di degrado ambientale. E a nessuno è consentito chiedere ulteriori sacrifici alle nostre comunità. Queste, d'altronde, sono le scelte qualificanti del piano energetico pugliese: riduzione della quantità di energia da fonti fossili, impulso alle energie rinnovabili, risparmio energetico.
Ecco perché non c'è spazio per ipotizzare l'insediamento di una centrale nucleare o di un sito per le scorie. E siccome non possiamo passare i prossimi mesi a battibeccare su nucleare SI' nucleare NO è bene che il Consiglio regionale, responsabile di fronte ai pugliesi anche delle scelte energetiche, si esprima con chiarezza. L'ordine del giorno del PD corrisponde a questa esigenza.
Ci assumiamo la responsabilità di dire no, per l'oggi e per domani, all'insediamento di centrali nucleari o di depositi di scorie radioattive sul nostro territorio. E a questo è finalizzato l'ordine del giorno presentato a settembre dal Pd. C'è la disponibilità, naturalmente, a introdurre eventuali modifiche migliorative ma un punto è immodificabile: la Puglia deve dire un no secco e chiaro ad impianti nucleari sul suo territorio».