REGIONANDO - Distretti sanitari. L'aula approva la proposta di legge
BARI - 4.3.2006
Inaspettata e irriducibile l'opposizione del centrodestra in aula consiliare. Inaspettata perché nella commissione competente, la terza, la proposta di legge “Affidamento incarico direzione distretti socio-sanitari” era passata a maggioranza con l'astensione proprio dei consiglieri della minoranza (Palese e Cassano). Irriducibile perché, tra emendamenti, richieste di voto segreto e verifiche di numero legale, è stato necessario un intero pomeriggio di consiglio per approvare la pdl (a maggioranza, con l'astensione della Margherita e il voto contrario delle opposizioni) a firma dei consiglieri Borraccino e De Santis (Pdci) e Mineo e Costantino (Ds). 2 articoli che consentiranno anche ai dirigenti non medici delle aziende sanitarie pugliesi di assumere la direzione dei Distretti socio-sanitari.
Il pdl abroga così la norma, approvata dalla precedente maggioranza del consiglio regionale, che riservava ai soli dirigenti medici la possibilità di dirigere i Distretti. Una norma voluta allora dal governo Fitto che non trovava riscontro alcuno nella norma nazionale. Per Borraccino (Pdci) con il pdl approvato “si vuole ristabilire solo il rispetto della normativa nazionale e abolire un provvedimento capestro”, per Costantino (Ds) “la violazione della legge c'è ed è palese”, per Marino (Ds), presidente della III commissione, “da parte della maggioranza di centrosinistra non c'è nessuna chiusura al dialogo, anzi c'è massima disponibilità a discutere e a mettere al primo punto della sanità pugliese l'avvio dei distretti e della sanità territoriale”.
Non sono mancati sulla proposta di legge gli attacchi del centrodestra che ha parlato di “una legge ad personam e di una norma estemporanea di compensazione politica” (Saccomanno/An), di “una norma che va contro la salute dei pugliesi (Zullo/Puglia prima di tutto), “di un contentino dato ad un partito di maggioranza che era stato escluso dalle nomine assessorili”.
“Giudizi immeritati” per il vicepresidente del consiglio Luciano Mineo firmatario della pdl che ha ricordato di aver presentato, insieme con Gaetano Carrozzo, la stessa pdl nel 2004. “Questa legge – ha proseguito Mineo – rispistina una corretta interpretazione della norma statale e riapre la possibilità che la guida dei distretti sia affidata a tutti i dirigenti, a prescindere dal ruolo a cui appartengono, sulla base di un unico criterio, la qualità egli stessi”.
Per l'assessore alla sanità Alberto Tedesco “il governo regionale deve cedere il passo oggi ed essere rispettoso nei confronti del consiglio regionale” perché i consiglieri hanno il diritto di discutere delle proprie proposte in aula in attesa di un testo organico del governo sulla sanità”. Inoltre nel merito “la norma - ha detto Tedesco - serve per riallineare la legislazione regionale a quella nazionale”.
“L'astensione per amore di coalizione” della Margherita è stata motivata da Michele Pelillo che ha sottolineato la necessità “di una rivisitazione completa ed organica del distretto socio sanitario” e ha evidenziato alcune perplessità, di metodo “un'accelerazione troppo brusca per questo piccolo stralcio di riforma che riguarda il distretto”, di argomentazioni “la sanità è una materia che spetta alle regioni” e di merito “eccessiva la discrezionalità”.