Referendum acqua umiliato dalla politica: Puglia, nel 2012 aumento delle bollette
Sono trascorsi 7 mesi dal referendum con cui gli italiani hanno ribadito il carattere di bene comune dell’acqua e hanno detto no ai tentativi di privatizzazione dei servizi idrici. Ad oggi questa forte e chiara volontà non è stata rispettata. Infatti, a livello locale nessun gestore ha abbassato le tariffe idriche intervenendo sulla voce «remunerazione del capitale investito » (profitto del gestore del servizio idrico che incide sulla bolletta per il 7%), cui è stata richiesta l’abrogazione oggetto del secondo quesito referendario. A discapito delle più ottimistiche aspettative, quest’anno nella Regione Puglia, le bollette dell’acqua potabile aumenteranno, nonostante la volontà popolare si sia espressa in favore di una gestione dell’acqua in termini di responsabilità collettiva e solidale al fine di garantirne a tutti l’accesso. «Può essere accettato che un istituto di rango Costituzionale come il referendum abrogativo, elemento fondante del nostro sistema democratico, possa essere ignorato e umiliato in modo così plateale?». Al fine di far chiarezza su questo ed altri interrogativi e rendere partecipi i cittadini di quanto sta accadendo, il Comitato Pugliese “Acqua Bene Comune” ha organizzato un convegno nell’Aula “Aldo Moro” dell’Università di Bari. È stato l’intervento del prof. Riccardo Petrella (fra i massimi esponenti a livello europeo e mondiale sul tema del diritto all’acqua) a introdurre il tema dell’importanza di una democrazia vissuta che possa spingere i cittadini a «rigettare l’attuale stato dei fatti che appare oggi come diniego della democrazia, applicata in modo spudorato dai nostri dirigenti». Anche la scusante di far parte dell’Unione Europea utilizzata come strumento di legittimazione delle scelte sconsiderate fatte dal nostro Paese, si rivela essere una «fandonia». Sono gli Stati che decidono di comune accordo, dando impulso a scelte collettive che riflettono le politiche di un organismo sovranazionale, come quello europeo, di cui fanno parte. Un ulteriore smacco ad un sistema pseudo-democratico, che si rivela già alquanto fragile, è rappresentato dalla BCE (Banca centrale europea), organismo indipendente dall’UE che gestisce sia i servizi di interesse generale (SIG) sia i servizi di interesse economico generale (SIEG). In quest’ultima categoria si vorrebbe far rientrare l’acqua, dandole così un valore economico e sottoponendola ad una logica capitalistica. Lo stadio ultimo vedrebbe la «monetizzazione di questa risorsa, a discapito della realizzazione di un servizio idrico pubblico». Sulla stessa linea di pensiero, il prof. Alberto Lucarelli (ordinario di Istituzioni di Diritto Pubblico presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II) ha ribadito che l’accesso all’acqua è e deve rimanere un diritto fondamentale e universalmente sancito. Per tali ragioni «è necessario assicurare a tutti il bene nella quantità e qualità essenziale per la vita». Si parla di un diritto, che spetta ai cittadini, ma che spesso è intrappolato nella logica della concessione che solo in apparenza affida la gestione ad apparati pubblici. Infatti, ci sono delle competenze di gestione che sono affidate a privati, secondo le logiche di un «progetto affaristico in cui sono coinvolti lo Stato, i lobbisti, i poteri occulti e la bassa manovalanza della criminalità organizzata». Fra gli ospiti del convegno, il dott. Rosario Lembo (presidente Contratto Mondiale sull’Acqua – Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua), ha sottolineato quanto sia importante sviluppare una «democrazia partecipativa» in modo da far crescere la coscienza civile dei cittadini e realizzare una vera e propria rivoluzione culturale e politica per affermare, una volta per tutte, l’idea che l’acqua sia un servizio privo di rilevanza economica. A seguire, dopo l’intervento della dott.ssa Consiglia Salvio (Comitato “Acqua Bene Comune” di Napoli), che ha prospettato la battaglia posta in essere nella sua città contro la privatizzazione del servizio idrico, c’è stato l’intervento di Padre Alex Zanotelli (missionario comboniano). Quest’ultimo intervento ha ancora una volta rafforzato l’idea di «sfidare la dittatura della finanza per rimettersi in piedi e lottare per un bene come l’acqua, risorsa da cui dipende la vita sul pianeta». Un altro obiettivo del convengo, oltre la diffusione dell’informazione e la sollecitazione delle coscienze civili, è stato quello di inaugurare, da parte del Forum italiano dei Movimenti per l’Acqua, una campagna di “obbedienza civile” che consiste nel pagare le bollette dell’acqua applicando una riduzione pari alla componente di costo della remunerazione del capitale investito, chiedendo contestualmente il rimborso della relativa quota per le fatture pagate a partire da luglio 2011.