Referendum, a Molfetta vota il 19,7% dei cittadini. Delusione al Comitato per il SI'
Solo il 19,7 % di affluenza, 9846 cittadini votanti sui 49.755 aventi diritto, per il referendum del 12 e 13 giugno sull'abrogazione di alcuni articoli della Legge 40, che regolamenta la procreazione medicalmente assistita. Le schede scrutinate sono largamente a favore del SI', solo per il quesito che avrebbe permesso il ricorso alla fecondazione eterologa è stato registrato un buon numero di NO.
Delusione da parte dei rappresentati del “Comitato per il sì”, nato dall'accordo di singoli cittadini e numerose associazioni e partiti: Arci “Cavallo di Troia”, Auser, Casa dei popoli, Cgil, Cobas Scuola, Comunisti italiani, Democratici di sinistra, Legambiente, Movimento Repubblicani europei, Movimento del Buon Governo, Nuovo Psi, le Passioni di sinistra, Pri, Rifondazione Comunista, Verdi, Sdi. Un Comitato impegnato nell'ultimo mese soprattutto nell'informare i cittadini, entrando nel merito dei quattro quesiti, con la convinzione che, pur trattandosi di temi complessi, tutti potessero esser posti nella condizione di capire e decidere in piena consapevolezza. Ecco perché nei vari incontri pubblici sono stati presenti quasi sempre uomini di scienza, il primario Tommaso Fiore, il ginecologo Tajani, il prof. Bonomo, il prof. Lucivero, affiancati da giuristi e uomini politici, tanti parlamentari ed esponenti di partito. Senza dimenticare l'appello ad esprimersi per il SI, fatto da un nutrito drappello di medici ed avvocati molfettesi.
Un'attività intensa, ma evidentemente insufficiente a portare al voto i molfettesi.
Dall'altra parte l'invito all'astensione, che ha visto protagonisti con alcuni volantinaggi i giovani di Alleanza nazionale, evidentemente in disaccordo con le posizioni del loro segretario nazionale Gianfranco Fini e soprattutto il mondo cattolico che, a quanto è stato dato di vedere, si è allineato obbediente all'indicazione della Cei.
Il risultato della consultazione referendaria è inequivocabile, le sue conseguenze tutte da valutare.
Così come a livello nazionale, sono stati soprattutto i partiti di centro sinistra ad animare le attività a favore del voto e dei 4 SI, ad esclusione della “Margherita” e con l'aggiunta del Partito repubblicano, che fa parte della maggioranza, e del Nuovo Psi, la cui collocazione attuale è incerta.
Dei rappresentanti istituzionali molfettesi, il solo consigliere provinciale Antonello Zaza si è schierato apertamente per il SI', il sen. Azzollini ha dichiarato la sua astensione, l'assessore regionale Guglielmo Minervini ha fatto cenno durante il suo comizio post elezioni all'intenzione di votare, ma per il resto s'è tenuto accuratamente fuori dalla vicenda, gli altri, fra cui il Sindaco, non hanno voluto rivelare quanto avrebbero fatto.
Coloro che miravano a mantenere così com'è la Legge 40, hanno indubbiamente compiuto una scelta vincente puntando al non raggiungimento del quorum, ma resta l'interrogativo su che democrazia sia, quella in cui si invita a disertare le urne. Chi si assumerà la responsabilità di aver giocato con le prerogative della democrazia, che costa fatica, da quella di informarsi, a quella materiale di recarsi al seggio elettorale? Questa volta gli stessi politici hanno detto che ne può fare a meno, bisognerà vedere dove trovare gli argomenti per convincere la prossima che è invece importante.
Sullo sfondo, per tutti, il ruolo della Chiesa.
Forse anche a Molfetta, dopo il referendum, ci sarà chi ne trarrà motivo per affermare che i moderati sono la maggioranza, ed è quindi da quest'area, quella di centro, che bisognerà attingere magari per il prossimo candidato sindaco, perché senza i voti delle parrocchie non potrà mai aspirare alla vittoria. Se vi sarà chi si appassionerà a questa lettura, sarà bene che tenga conto che ci sono pur sempre circa 8mila cittadini cui magari interessa il contrario, che il candidato loro proposto, non importa se per amministrative e politiche, abbia chiaro il concetto di Stato laico e magari avranno come elemento per la loro scelta, se votare e chi scegliere, quello di sapere se a questo referendum si è espresso o astenuto, cosa per altro facile da scoprire, visto che l'invito a non recarsi alle urne ha di fatto annullato la segretezza del voto.
Lella Salvemini
lella.salvemini@quindici-molfetta.it