Cosa ne pensa la gente del reddito di cittadinanza a un anno di distanza dalla sua attuazione? Lo abbiamo chiesto ad alcuni cittadini, anche ex attivisti del Movimento 5 Stelle. Ecco domande e risposte di questa piccola inchiesta. 1 - Perché molte persone che avevano bisogno del reddito di cittadinanza non l’hanno ricevuto? 2 - Perché i famosi navigator sono stati un fallimento e non hanno trovato posti di lavoro se non per se stessi? 3 - Il reddito si è rivelato, perciò, una misura assistenziale? 4 - Tanti pregiudicati e nullafacenti, che non hanno mai lavorato e non vorranno mai lavorare, sono stati beneficiati di questi soldi e hanno festeggiato. Cosa ne pensa? 5 - I soldi stanziati sono pochi. E’ difficile trovarne altri per soddisfare la domanda? 6 - Il sistema è molto discutibile perché, invece di aiutare i poveri e le famiglie con bambini, equipara tutti: infatti tra una famiglia con sei figli e una senza bambini la differenza è di soli 150 euro. Loredana Fasano Marangolo impiegata, tra i fondatori del Movimento 24 agosto di Pino Aprile per l’equità territoriale 1 - Molte persone che avevano bisogno del reddito di cittadinanza non lo hanno ricevuto non avendone più i requisiti. Mi spiego meglio: la prima proposta di legge del Movimento, che nasce nella legislatura precedente, aveva determinati criteri e parametri per l’accesso al reddito, molti di questi, nella versione definitiva della legge, targata governo giallo-rosso, sono stati eliminati per cui, ad esempio, prima chi aveva una casa e non lavorava poteva accedere al reddito mentre ora questo non è più possibile. 2 - Il progetto di legge iniziale prevedeva una riforma dei centri di impiego e la creazione di un database in cui dovevano convergere sia la domanda di personale che l’offerta dei lavoratori. Il fulcro dell’incontro tra la richiesta e l’offerta doveva essere il centro per l’impiego e i navigator dovevano fare proprio questo, ovvero recepire le richieste delle aziende che cercavano personale e incanalare le domande di lavoro. Cosa che non è accaduta, io non ho saputo più nulla, non ho più sentito parlare dei navigator, non conosco nessuno che percepisca il reddito di cittadinanza e abbia trovato lavoro grazie a loro. 3 - Assolutamente sì. Il reddito di cittadinanza si è trasformato in reddito di sussistenza. Era stato concepito, invece, come una misura di transizione per far ritrovare il lavoro a chi lo aveva perso. I centri per l’impiego non sono stati riqualificati e le persone disoccupate, nei Comuni di residenza, non sono state nemmeno utilizzate in lavori temporanei di pubblica utilità. La presunzione è stata fare la legge senza riformare i centri per l’impiego. Bisognava prima riformare i centri per l’impiego, portare a pieno regime il funzionamento dei database e successivamente elargire il reddito. 4 - Bisogna verificare se questa cosa è vera. E’ certo che sono in tanti a percepire il reddito pur lavorando in nero, è chiaro che si sono verificate delle irregolarità, come sempre accade, così come è ovvio che se una persona ruba perderà il reddito. 5 - In realtà io ho letto il contrario. Il numero delle persone che ha fatto richiesta per ricevere il reddito è inferiore al budget stanziato dal governo. Per cui non servono altri soldi ma solo una seria riforma dei centri di impiego.
6 - Si, mi trova concorde. Inizialmente il reddito di cittadinanza valeva per tutti i componenti del nucleo familiare per cui se una famiglia, ad esempio, era composta da quattro membri e tre erano disoccupati il reddito andava ad ognuno di loro mentre oggi non è più così. Un padre disoccupato con moglie e tre figli a carico non riesce a mantenerli nemmeno con 780 euro al mese. Il sistema dei punteggi e delle quote previsto dalla legge non porta ad una differenziazione equa e basata su bisogni reali. La legge andava studiata meglio, bisognava aspettare almeno un anno e perfezionarla, dunque, in questo modo sarebbe stata più efficace come quelle esistenti in altri paesi del nord Europa. E. C. impiegata ed ex attivista M5S, 47 anni 1 - Il reddito di cittadinanza è stata una misura mal concepita sin dall’inizio, ha tagliato fuori chi meritava, è stata progettata troppo velocemente e per meri fini elettorali: le elezioni europee del 2018. E’ pur vero che ogni normativa può presentare dei vuoti e che ogni misura è perfettibile ma in questo caso il reddito di cittadinanza, storico cavallo di battaglia del Movimento, è stato snaturato rispetto agli intenti iniziali. Esso andava associato a politiche attive e non basato sul mero assistenzialismo, per quello c’era già il R.E.I., che andava solo implementato. 2 - Il reddito di cittadinanza prevedeva la completa riforma dei centri per l’impiego, come già avvenuto in Germania, ad esempio. I navigator non sono persone del mestiere, sebbene abbiano svolto studi specifici sono persone prese e messe lì a far qualcosa in un mercato del lavoro, come quello italiano, fortemente in crisi. A questo, poi, si aggiunge il malvezzo del lavoro nero rispetto al quale i navigator non hanno valore di esistere, si dovrebbero creare, invece, figure utili al controllo piuttosto che inventarle dal nulla. 3 - Ad oggi è così e non è un’opinione: non ho conosciuto nessuno che grazie al reddito di cittadinanza ha trovato lavoro, di contro il commerciante dice che vi è stata un’impennata nelle vendite di champagne pagato con la carta del reddito, il barista dice che vi sono persone che offrono e fanno colazione usando la carta. Sono questi i racconti che ascoltiamo giornalmente. 4 - Penso che sia l’ennesima ingiustizia sociale perpetrata ai danni di quella fascia della popolazione sana e costruttiva che scommette ogni giorno sul riscatto del territorio, ma che puntualmente la politica demotiva e mortifica. 5 - I soldi non sono stati pochi. Vi fu anche un disavanzo tant’è che vi furono delle proposte, da parte del governo giallo-verde, su come reimpiegarli. Fondi che, comunque, erano a debito del bilancio dello Stato e non provenivano, come sarebbe stato auspicabile, da tagli dei costi della politica, da tagli agli sperperi 6 - Non saprei rispondere, la risposta, infatti, presupporrebbe uno studio dei parametri perché oltre a quelli Isee, ci sono altri parametri da rispettare sui beni di proprietà del possibile beneficiario. Occorrerebbe studiare questi parametri per capire bene chi ha diritto al reddito e in quale modo. Servono degli studi, uno storico, dei dati, desumibili, ad esempio, dall’I.N.P.S. Il reddito di cittadinanza è una misura sempre perfettibile, come qualsiasi altra norma lo è, invece io mi vorrei soffermare sul disvalore culturale ed economico causato da questa misura: culturale perché non si tratta di politica attiva, chi prende soldi, detto in soldoni, rimane a casa a “dormire”, disvalore economico perché io come contribuente mi aspetto che il welfare di Stato, sebbene ispirato a criteri solidaristici, sia utile a sostenere e non a mantenere. D.B. casalinga 52 anni 1 - In tanti non hanno percepito il reddito di cittadinanza perché non erano in possesso dei requisiti necessari. A volte ci fermiamo all’apparenza e dunque, sembra che una persona sia bisognosa in realtà, senza darlo a vedere, ha altre entrate. In alcuni casi è il contrario: si lavora a nero e si percepisce il reddito, dichiarando il falso e dunque di non avere né una casa, né un lavoro. Conosco tanti casi simili e, come contribuente, sono infastidita dalla disonestà degli altri e dalla disuguaglianza esistente fra i cittadini nel pagamento delle tasse. 2 - I navigator sono stati un fallimento e questo è certo: non hanno funzionato per niente. Conosco molte persone che percepiscono il reddito di cittadinanza ma che non sono mai state convocate per un colloquio di lavoro. Gli uffici di collocamento, dunque, non funzionavano e non continuano a funzionare; quei soldi che dovevano servire come investimento per riformare i centri di impiego si sono persi strada facendo, non sono mai arrivati. 3 - Sì, è solo una misura assistenziale, assiste senza promuovere. Andrebbe tutto rivisto, si è perso, infatti, l’intento del reddito ovvero dare un posto di lavoro alla persona e insieme una dignità; questa non è dignità, ma una elargizione di denaro pubblico e tanta gente ne sta approfittando per continuare a lavorare irregolarmente. Si sta approfittando di questi soldi sottratti a noi cittadini che lavoriamo e paghiamo le tasse mentre loro lavorano in nero, non pagano le tasse e percepiscono il reddito. 4 - Evidentemente non sono state fatte le dovute e approfondite indagini prima di erogare il reddito. E’ abbastanza scontato che persone che avevano precedenti penali non avrebbero cercato lavoro. Sono stati dati soldi indiscriminatamente e senza i dovuti accertamenti. 5 - I soldi stanziati non sono stati pochi, ma sicuramente potevano essere gestiti meglio e distribuiti più equamente. 6 - Non lo avrei immaginato. Ciò che, brevemente, posso dire è un figlio costa di più di 150 euro..