Reddito di cittadinanza, l’ufficio per l’impiego nega i dati
Agli inizi del mese due giornalisti della redazione di “Quindici” si sono recati presso il centro per l’impiego di Molfetta allo scopo di condurre, per la rivista, un’inchiesta sul reddito di cittadinanza. Chi ne usufruisce? Si tratta di operai, studenti, disoccupati o casalinghe? Quali sono le fasce d’età prevalenti? E’ vero che in certi casi la somma ricevuta è davvero minima, ovvero pari a soli 40 euro? I giornalisti avrebbero voluto avere la possibilità di intervistare, in modo del tutto anonimo, almeno uno degli impiegati dell’ufficio, senza avere l’intenzione di richiedere dati personali, ma solo statistici. L’intento era solo quello di raccogliere un parere in merito al reddito di cittadinanza e alla sua distribuzione. I giornalisti hanno atteso il loro turno insieme ai disoccupati in coda. Ad un certo punto è arrivato dagli uffici interni un signore alto, calvo e corpulento e ha detto loro, con fare impositivo e tipico del burocrate, che il responsabile del centro, Giuseppe Trabace, era in ferie e che gli impiegati, pur essendo in possesso di tutte le informazioni necessarie all’inchiesta, non erano assolutamente autorizzati a fornirle. Non c’è stata offerta, dunque, alcuna disponibilità, né è stata data ai giornalisti la possibilità di poter svolgere il proprio lavoro. Non sappiamo se questa direttiva sia del ministro allo sviluppo economico, il grillino Di Maio (per nascondere i dati reali), oppure una scelta del dirigente dell’ufficio. In un caso o nell’altro l’ufficio non fa una bella figura. Se non si vogliono dare le informazioni, vuol dire che si nasconde qualcosa: forse il fallimento di una legge fatta male e gestita peggio. I cittadini hanno il diritto di confrontarsi con gli uffici pubblici e non con la piattaforma Rousseau del Movimento 5 Stelle che finisce per rivelarsi meno democratico di quello che ha fatto credere agli italiani. Ci auguriamo che i vertici possano rimediare a questa scorrettezza di fronte alla libera informazione a al diritto dei cittadini di conoscere l’andamento di una legge importante e che ha fatto molto discutere. © Riproduzione riservata