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Randagismo, presto un canile più grande
15 giugno 2005

Destinato a scomparire il fenomeno del randagismo dei cani a Molfetta? Sembrerebbe proprio di si. A farlo pensare, la decisione del Comune di ampliare l'attuale canile municipale, in seguito alle lamentele di molti cittadini. Gli episodi, non rari, di cani molte volte abbandonati dai loro “padroni” che sostano poi nei vari punti della città e che spesso ti seguono fino all'incrocio successivo, sono, a quanto sembra, destinati a cessare, o quantomeno a ridursi in maniera consistente, appena saranno terminati i lavori di rifacimento e completamento del canile municipale, approvati dalla giunta che ha stanziato un finanziamento di 410.000 euro. I lavori, secondo quanto riferitoci dall'ingegner Enzo Balducci responsabile del provvedimento, potranno avere inizio, una volta sbrigate alcune formalità burocratiche, nei primi mesi del prossimo anno e prevedono, come già detto, il rifacimento dell'attuale struttura e il suo ampliamento per fornire un ambiente igienicamente e strutturalmente più adatto ai nuovi “ospiti” del luogo. La delibera per il rinnovo del canile a Molfetta segue di qualche mese una decisione della giunta municipale che in previsione di futuri lavori, assegnava ad una ditta insediata in un comune limitrofo la custodia dei cani attualmente ricoverati delegandole le cure veterinarie e il sostentamento ottimale degli animali. Oltre alle disposizioni previste nel contratto (schedatura con microchip dei cani, vaccinazioni ed altri intenti di carattere sanitario) l'accordo con la società specializzata prevede anche la possibilità di consentire visite da parte di privati cittadini che intendano adottare uno dei cani. L'amministrazione comunale, dunque, si muove decisa nei riguardi di una problematica che suscita le giuste rimostranze dei cittadini e che vede nel canile la soluzione ottimale della questione, sempre che i cittadini, da parte loro, si applichino perché venga risolta alla radice. Ci rendiamo tutti conto che il problema dei cani abbandonati per strada è da far risalire spesso a coloro che li lasciano dopo essersene stancati, considerandoli quasi come giocattoli, comportamento di certo poco adatto ad una società che vuole definirsi civile. Il concetto da assumere, ormai coperto da quella patina di retorica e banalità che lo rende purtroppo scontato ma quasi mai applicato, è che gli animali non sono giocattoli da usare e poi buttare, ma un impegno a lungo termine che va portato avanti consapevoli delle responsabilità cui si va incontro. Fiduciosi in questa iniziativa aspettiamo che dia i suoi frutti per giudicarne gli effettivi risultati. Ilaria Ragno
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