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“Rafforzeremo lo spirito cooperativistico e la centralità del socio” Intervista al neopresidente dell'Oleificio cooperativo, Arturo de Nichilo
15 marzo 2002

Classe 1951, sposato con due figli, docente di scuola media, per tradizione di famiglia legato al mondo agricolo e all'oleificio, componente dal gruppo dirigente che guida della “Cooperativa” da 6 anni. Si presenta così il prof. Arturo de Nichilo (nella foto), riconfermato presidente per i prossimi tre anni. Prof. de Nichilo, con la sua elezione si chiude un periodo turbolento per l'Oleificio. “E' normale che nei momenti delle decisioni importanti si creino delle tensioni. Voglio sperare che il clima di contrapposizione sia alle nostre spalle. La confusione e le divisioni non portano beneficio alcuno. Occorre ora guardare al futuro e alle nuove sfide del mercato, per far crescere quest'azienda che ha nello spirito cooperativistico e sulla centralità del socio la sua ragion d'essere”. All'esterno si è avuta l'impressione di una battaglia che va al di là di una normale competizione. Cosa le ha dato più amarezza in questa vicenda? “Elevare una realtà produttiva è difficile, denigrarla per appropriarsene, è sicuramente più semplice. Un disavanzo gestionale fisiologico (annata di scarica) è stato sufficiente per screditare un lavoro lungo e laborioso di risanamento globale che il C.d.a. ha fatto in questi anni. Veder mettere a rischio il duro ed onesto lavoro dei soci che vedono in questo oleificio la loro stabilità economica, è la cosa che mi ha amareggiato di più”. L'ultimo bilancio si è chiuso con un disavanzo di 400 milioni. Ciò è in linea con le altre aziende del settore, considerando le sfavorevoli precedenti annate, oppure dipende da fattori interni all'azienda? Come intende rientrare? “Il disavanzo dipende esclusivamente dall'annata sfavorevole (periodo di scarica e siccità), a tal proposito faccio presente che il ministro delle Politiche agricole nel suo decreto ha incluso la città di Molfetta tra quelle colpite dalla siccità. Ci stiamo attivando per ottenere i relativi aiuti conseguenti alle calamità naturali di carattere eccezionale. Sicuramente verranno messe in atto altre procedure per ottimizzare l'organizzazione interna e contenere il più possibile le spese eliminando cosi dal ciclo produttivo le diseconomie esistenti”. Passiamo al futuro. Il passaggio di quote consistenti dalla vendita all'ingrosso a una propria commercializzazione è la scommessa dell'agroalimentare del Sud. Come siete attrezzati su questo fronte? “Partecipare a fiere specializzate, workshop in Italia e all'estero sono tutte iniziative collaudate che hanno dato i primi frutti. Bisogna intensificare la promozione del marchio e dell'azienda attraverso una partecipazione attiva dei comitati in cui siamo inscritti: Dop e le Strade dell'Olio, di recentissima attivazione. Sarà predisposto e incrementato il marketing e la commercializzazione che rappresentano per noi l'unica possibilità di uscita da questo permanente stato di crisi”. Un'altra sfida che chiede non solo il mercato ma anche il consumatore, è la qualità del prodotto. “La qualità del prodotto è determinata da particolari tecniche che riguardano tutto il processo produttivo, dalla cura del terreno e dell'albero fino alla molitura, che noi abbiamo scelto di seguire scrupolosamente sotto la guida di tecnici qualificati e che ha determinato un olio dalle qualità organolettiche eccellenti”. Voi esportate anche all'estero, gli stranieri sono più o meno esigenti dei consumatori interni? “La qualificazione della produzione attraverso il mantenimento della certificazione DOP e l'acquisizione della certificazione ISO 9002 favorisce sicuramente il raggiungimento di mercati più ampi. Stiamo avendo dei risultati soddisfacenti, gli stranieri dopo aver assaggiato il nostro prodotto chiedono informazioni dettagliate sulle proprietà organolettiche e qualitative dell'olio oltre a pretendere informazioni sul rispetto dei principi tecnici di lavorazione”. Quali sono gli obiettivi che la sua gestione si prefigge di raggiungere a breve, medio e lungo termine? “Saranno attivate iniziative d'incremento dei servizi, quali la molitura e confezionamento per conto terzi, al fine di ottenere proventi utili al contenimento delle spese. Considerata la disponibilità della sala di confezionamento alimentare a norma di legge, si può ipotizzare l'introduzione di preparati agroalimentari legati all'olio e alle olive. In tal modo, oltre ad ottenere introiti, si avrà una maggiore utilizzazione delle strutture aziendali. Saranno attivate iniziative di tipo turistico con visite aziendali, essendo da poco stati inseriti ufficialmente nel percorso turistico-gastronomico delle strade dell'olio “Terra degli ulivi”, finanziato dalla Regione Puglia. Potenzieremo le nuove formule di vendita, per corrispondenza e commercio elettronico e vaglieremo tutte le opportunità per individuare forme di collaborazione più spinta con i nostri collaboratori esteri. Consolideremo i rapporti istituzionali con Camera di Commercio, Unioncamere, l'Istituto del commercio estero, la Regione Puglia e la Provincia al fine di acquisire supporti di rappresentanza soprattutto all'estero e benefici per la partecipazione ad eventi promozionali”. Francesco del Rosso
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