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Quote rosa, Molfetta su giornali e tv nazionali per l'ira del sindaco in consiglio comunale
02 ottobre 2008

MOLFETTA - Ancora una volta Molfetta appare sui giornali e sulle tv nazionali e ancora una volta offre un'immagine di sé non certo positiva. Il notiziario “Studio Aperto” martedì, nell'edizione delle 18,30, trasmette un servizio relativo alla mancanza di quote rosa all'interno dei consigli comunali, argomento ormai all'ordine del giorno nella nostra città. Si intervistano un paio di signore che senza troppi problemi esprimono le loro opinioni da cittadine sconcertate affermando “Manco nello Zimbabwe succede quello che sta capitando a noi!”. Ma la questione si spinge oltre il problema politico. L'attenzione si focalizza su un filmato che vede come protagonista un uomo ben vestito che, sbattendo i pugni sul tavolo, urla in una lingua incomprensibile tanto che la redazione decide di sottotitolare il video. Volano insulti in vernacolo “uagliò vatt'in… statt citt c'a mo ven un rest” e la gente in secondo piano mostra espressioni sgomente. Si tratta del sindaco Antonio Azzollini (foto) durante la seduta del consiglio comunale del 27 giugno scorso, la cui cronaca dettagliata è presente nel numero di luglio di Quindici. Insomma Molfetta ha fornito all'Italia un altro buon motivo per essere ricordata. A brevissima distanza della notizia dell'inaugurazione della “stagione cinematografica” di matri-movie, bisogna chiedersi che idea si fanno gli italiani della nostra città e soprattutto dei suoi abitanti, guardando i servizi televisivi. I giovani, amanti del brivido, che lasciano la loro vita sulle strade di sabato sera, la gente che mostra la propria vita privata al cinema, e la più importante carica cittadina che di certo non eccelle per i modi di relazionarsi con l'opposizione mostrano sicuramente un'immagine non positiva di Molfetta, checché se ne possa dire. “Mi vergogno della mia città in momenti come questo!”. Secco il commento di Claudia Farinola, ma ricco di verità. “E' importante per noi giovani avere dei punti di riferimento nella vita ed è assolutamente indispensabile avere fiducia nelle istituzioni. Questa vicenda di certo non mi ha dato la sicurezza che cercavo” commenta Eleonora de Gioia. E allora perché non sforzarsi di cambiare l'essenza dell'apparire di Molfetta? Perché non mirare a comparire sui tg nazionali per il titolo, ad esempio, di città pulita e meno inquinata della regione, piuttosto che per fatti di cronaca o per mettersi in ridicolo dinnanzi ai nostri connazionali? Cara vecchia Molfetta, oggi non sei più “cara” ma resti sempre vecchia.
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..torno dopo tanto tempo a scrivere..dominato da sentimenti di imbarazzo dopo che in diretta,ho visto il one man show del sindaco a studio aperto,martedi. in quel momento mi sono vergognato profondamente di essere un cittadino molfettese..il sindaco,da uomo delle istituzioni quale è,dopo che sue stesse parole,ha considerato il consiglio comunale come massima assise cittadina,luogo di incontro,mi verrebbe da pensare,dei più puri pensieri democratici..ebbene,ciò che più mi ha stupito e' stato il modo sprezzante di quelle sue dichiarazioni,smentendo con i fatti quelle che poco prima erano state le sue parole..se davvero egli considera il consiglio comunale come massima assise cittadina,mai e poi mai avrebbe dovuto esprimersi in quel modo,offensivo nei confronti di una opposizione che anche se opposta politicamente rappresenta comunque una "entità" democratica..è stata un ulteriore conferma del pensiero inculcato nella cultura del sindaco e della sua silente maggioranza..chiunque,mosso da uno spirito istituzionale,avrebbe potuto dir qualcosa..invece il silenzio assordante ha rubato la scena in quei momenti.. non è mia intenzione lanciare proclami inutili..ho smesso da tempo ormai di preoccuparmi dei miei concittadini..in fondo ogni città ha il governo che si merita..è inutile lamentarsi ora..prevenire è meglio che curare.. un ultimo appunto a chi evidentemente,mosso da opinabili criteri politici,prova a giustificare,l'assenza del sesso femminile in giunta..bene caro cittadino indiganto(anonimo,come sempre..),il tanto famoso articolo 67 afferma chiaramente come in ogni giunta comunale,DEVE essere assicurata la rappresentanza di entrambi i sessi..poco importa se le donne non hanno ricevuto voti uguali agli uomini(anche se avrei dubbi,contando la mole di voti di paola latino e annamaria brattoli).. ancora una volta i molfettesi dimostrano di avere memoria molto molto corta..salvo quando si tratta di mangiare il piatto di lenticchie..viva l'indigestione!!!



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