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Quella stazione di servizio a rischio sulla strada Molfetta-Terlizzi. Dopo l'esplosione di Roma, preoccupati i residenti. La denuncia inviata a "Quindici"
Nella Capitale ci sono stati 2 morti e 17 feriti, occorre aspettare una tragedia anche in città per rimuovere l'impianto Eni vicino le abitazioni? Una denuncia finora ignorata dal Comune
07 dicembre 2018
MOLFETTA
– Mercoledì scorso c’è stata un’esplosione in una stazione di servizio di carburanti alle porte di Roma con un tragico bilancio 2 morti e 17 feriti. «
E se succedesse anche all'impianto di via Terlizzi? Le cisterne sono a 12 metri dal nostro balcone. Il portone di casa, unica via di fuga, è anche più vicino.
Come può l'amministrazione essere garantista nei confronti di una multinazionale a discapito della sicurezza e della salute dei propri cittadini?
». A lanciare l’allarme è
Domenico Loiacono
, primo firmatario di una petizione inviata mesi fa al sindaco di Molfetta
Tommaso Minervini
che chiede lo spostamento della stazione di servizio Eni di via Terlizzi, in una zona non abitata.
“Quindici” già il 19 giugno 2017
aveva denunciato questa situazione
riportando il testo integrale della petizione, all’epoca rivolta ai candidati sindaci Minervini e De Bari: «In realtà la stazione di servizio che all’epoca della sua costruzione (ma l’Eni avrebbe dovuto prevedere l’espansione urbana, ma non l’ha fatto: perché? Per interessi economici? Perché indifferente ai problemi ambientali?) si trovava in una zona semiperiferica, anche se già in una posizione critica di fronte all’ospedale di Molfetta. Chi ha rilasciato la licenza, non si è accorto del danno ambientale? L’amministrazione dell’epoca non si è curata della situazione logistico-ambientale? – è detto nella petizione rimasta senza risposta -. Oggi la situazione è ancora più compromessa per la presenza di case e abitazioni che si affacciano direttamente sull’impianto e il rischio per la salute dei cittadini è ancora più alto a causa delle esalazioni di benzina di un impianto aperto in continuazione». La denuncia è stata inviata anche alla Procura della Repubblica, ma anche dalla magistratura non è stata avviata alcuna azione a tutela dei cittadini. «L’impianto di erogazione carburanti ENI sito in Molfetta alla via Terlizzi civico 26 all’interno di una zona della città densamente popolata, determina una situazione di grossa criticità per la salute pubblica dei cittadini residenti e non. Con un’area complessiva di circa 1.500mq2, è la più grossa stazione di rifornimento cittadina. Essa confina per due lati con stabili di cui uno con balconi che si affacciano direttamente sull’area di rifornimento e da un altro con un istituto scolastico. La distanza tra le abitazioni più vicine e le cisterne di carburante è di soli 14mt, dalle pompe di distribuzione di 24mt. mentre dagli apparati di carico del carburante di soli 12mt. La distanza tra l’istituto scolastico e l’impianto è di circa 24mt. Tale vicinanza provoca la persistenza, negli ambienti delle abitazioni e dell’istituto, di un forte odore di carburante nonché di un alto livello di inquinamento ambientale derivante dall’elevato numero di veicoli che quotidianamente affollano l’area creando lunghe code di stazionamento a motori accesi. L’impianto opera con le sue 10 pompe di rifornimento 24H, sette giorni su sette. Dalle ore 5 del mattino alle ore 20 della sera con operatori e dalle 21 alle 4:00 in modalità self service. Per tale ragione, soprattutto in orari notturni, la stazione diviene area di sosta e bivacco per cittadini poco rispettosi della quiete pubblica». I cittadini chiedono all'ente regionale ARPA Puglia il monitoraggio della qualità dell'aria e che «sia verificata l’effettuazione da parte del Comune della valutazione della compatibilità dell’impianto secondo quanto specificato dal Regolamento Regionale della Puglia come riportato in precedenza.
Che sia individuato dall’Elenco Provinciale dei Tecnici Competenti in Acustica Ambientale (TCAA) un esperto che verifichi il livello di emissioni sonore legate alle tipologie segnalate in precedenza.
Che si proceda al più presto, al trasferimento in zona idonea quindi non popolata, dell’impianto di rifornimento come atto di salvaguardia della salute e della sicurezza pubblica
Che a seguito dell’eventuale spostamento del suddetto impianto, nella stessa area, venga istituita una zona verde quale area di mitigazione dell’inquinamento veicolare prodotto dall’arteria stradale confinante (via Terlizzi) e che tale zona sia data in affidamento ai residenti secondo il regolamento comunale precedentemente citato». I cittadini si chiedono: dobbiamo aspettare che avvenga una tragedia anche a Molfetta, per spostare l’impianto di carburante in un’area non intensamente abitata come è quella in cui si trova oggi la stazione di servizio di via Terlizzi? Dal Comune finora solo un assordante e imbarazzante silenzio. © Riproduzione riservata
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Aldo Alba
07 Dicembre 2018 alle ore 10:01:33
Purtroppo il problema esiste anche in Piazza Garibaldi in pieno centro abitato e vicinissimo alla villa comunale, altamente frequentata. Se non c''è una legge adeguata alla situazione ambientale e urbanistica, è necessario che il governo si muova. Viceversa, se esistono delle regole ben precise... che, chi di competenza, si muovan nel farle rispettare! Staffelli di Striscia o le Iene potrebbero accelerare i necessari nterventi.
Rispondi
Nicola
07 Dicembre 2018 alle ore 01:03:35
Ma questi signori si svegliano solo adesso? Quando hanno comprato quelle case e l''impianto già esisteva, non si sono posti il problema? Si svegliano tardi e dev''essere l''Eni ad andarsene? Bah!
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