Quell'indegna cagnara del centrodestra nel consiglio comunale di Molfetta
MOLFETTA - Ancora una volta l'opposizione di centrodestra ha dato prova di scarso rispetto delle istituzioni in consiglio comunale, provocando una cagnara al solo scopo di impedire al sindaco, democraticamente eletto dai cittadini di Molfetta, di poter svolgere il proprio intervento.
È avvenuto nel consiglio comunale nella seduta di ieri sera, dopo un lungo e scenografico, come sempre, intervento del consigliere comunale Mariano Caputo, uno dei protagonisti del pasticcio elettorale che lo vede in opposizione in consiglio comunale e sostenitore del candidato presidente del centrosinistra Michele Emiliano alle prossime elezioni regionali.
Caputo, notoriamente sensibile alle telecamere, dopo essersi esibito nelle vesti di cantante, ieri sera si è improvvisato attore, recitando in piedi e con un gesticolare tipico dei teatranti.
Al termine dell'intervento di Caputo, per la verità un po' contorto e poco chiaro, il presidente del consiglio comunale Nicola Piergiovanni, ha dato la parola al sindaco Paola Natalicchio, che voleva replicare. Ma Caputo, come chi ha seguito da casa la seduta in streaming ha potuto vedere, ha interrotto in continuazione la Natalicchio, impedendole di concludere.
A questo punto il sindaco ha protestato, lamentando che era il terzo consiglio comunale si cercava di impedirle di parlare, ma Caputo insisteva nelle interruzioni. Così il primo cittadino ha sbottato contro questo atteggiamento definito "squadristico". Immediate le urla del consigliere Ninnì Camporeale ex Forza Italia (?), anch'egli fra i pasticcioni del centrodestra che appoggiano il candidato del fronte opposto Emiliano. Camporeale ha aggredito verbalmente il sindaco chiedendo la sospensione della seduta.
Ferma la reazione a questa cagnara da parte del presidente Piergiovanni che ha fatto proseguire il consiglio. Ancora una volta Camporeale ha dimostrato di non aver digerito la sconfitta elettorale, esibendosi in un comportamento livoroso e poco rispettoso del sindaco che lo ha battuto elettoralmente. Una scena poco decorosa, davanti alle telecamere.
Qualcuno in aula ha fatto osservare che i due consiglieri di centrodestra hanno dimenticato quando nella passata legislatura loro erano in maggioranza e non consentivano all'opposizione di parlare. Oggi non solo hanno la libertà di parlare anche a vanvera, di esibirsi in performance canore e teatrali, ma vogliono ancora una volta impedire agli altri di esprimere il proprio pensiero. Come cultura democratica lascia molto a desiderare.
Il sindaco ha insistito per continuare a parlare e, alla fine, a Camporeale non è rimasto che lasciar l'aula, così la seduta è proseguita con regolarità, approvando gli altri punti all'ordine del giorno, di cui diamo notizia nell'articolo della seduta.
Qui non possiamo non esprimere un commento su fatti che lasciano disgustati i cittadini per l'intolleranza dell'opposizione che ha il diritto di criticare e controllare la maggioranza, ma non impedire che possa governare. Come pure la stampa ha il dovere di fare il proprio mestiere di critica e controllo del potere politico.
Qualche cittadino, presente in aula ieri sera, faceva notare come il livore del centrodestra apparisse motivato dal fatto che questa amministrazione sta avviando un concreto cambiamento del volto della città, ma soprattutto sta ripristinando le regole, sempre violate o ignorate in passato.
La democrazia è fatta di pesi e contrappesi, di garanzie di controllo e del diritto di parola, negato in passato, ma il confronto anche duro fra le parti politiche, richiede soprattutto il rispetto dei ruoli e delle funzioni. Non si può negare che il sindaco sia stato democraticamente eletto dalla maggioranza dei cittadini e pertanto abbia il diritto di governare. Se farà bene sarà premiato, se farà male sarà punito. Ma questo lo devono decidere i cittadini, non quattro consiglieri di minoranza che fanno un improduttivo ostruzionismo, per impedire che le decisioni vengano prese. Così, oltre a dimostrare un infantile rancore, fanno danno proprio alla città.
In altre occasioni avevamo avuto modo di sottolineare l'immaturità politica di alcuni consiglieri, anche di maggioranza e di primo pelo, ma è sopratttto l'intolleranza il male maggiore della nostra classe dirigente che, pur più titolata della precedente, assume atteggiamenti poco confacenti al proprio livello culturale e professionale.
Poi non meravigliamoci quando la gente li considera tutti uguali e diserta le urne.
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Autore: Felice de Sanctis