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Quando la storia non è già scritta Corsivi
15 aprile 2006

La storia non è solo corsi e ricorsi. La stragrande maggioranza degli appassionati, dopo la batosta subita a Castiglione, non avrebbe scommesso un euro bucato sulla promozione diretta dell'Hockey Club Molfetta. Perché quest'ultima ritrovava un Sarzana sesto in classifica e col dente avvelenato dopo la agitata partita dell'andata, per di più senza Spadavecchia, De Robertis ed Agrimi. E perché il Castiglione, team toscano, era impegnato in Veneto contro un Thiene senza più alcuna ambizione. L'unica a residuare negli animi di questi ultimi, a voler cullarsi su discorsi preconcetti, poteva essere quella di spianare la strada ad una società del Nord anziché favorire il “profondo” Sud, rendendo un servigio a tutto il “sistema” per l'anno venturo: volentieri le società della massima serie avrebbero risparmiato la lunghissima trasferta in Puglia. Invece è arrivata la sorpresa, beffardamente nel giorno dei pesci d'aprile, a riprova che nello Sport, lungi dal vagolare nel marcio, tanti uomini e dirigenti rincorrono il solo obiettivo che giustifica e compensa il sudore versato, la voce roca, il denaro speso, i lividi in tutto il corpo: la vittoria contro l'avversario. Così il Thiene entra a pieno titolo nella storia di questa promozione (la seconda in assoluto, dopo quella del 1996-1997) in serie A1 del Molfetta: non ha reso vano né l'eccezionale lavoro dell'allenatore biancorosso Michele Poli, capace di costruire una corazzata imbattuta in casa e col secondo migliore attacco (136 goal) tra serie A1 e serie A2 (solo il Consorzio Etruria Follonica, prima tra le “grandi” al termine della regular season, ha fatto meglio, con 190 reti); né l'applicazione dei “blacks” (molti dei quali giocano insieme da decenni addirittura), fino agli ultimi minuti dell'ultimo match; né i 48 centri di un Lezoche mai così prolifico, capocannoniere di categoria come al solo Mastropierro, tra gli atleti molfettesi, era capitato fino al primo aprile scorso; né lo sforzo economico del presidente Fiorentini per rinsaldare la difesa con l'esperto Persia dall'inizio e l'ottimo Picca a stagione in corso; né il ritrovato pubblico, capace di seguire i propri beniamini fino a Firenze e di ripescare bandiere e striscioni ormai riposti in soffitta. Al futuro ci sarà tempo di pensare, per non commettere di nuovo l'errore di nove anni orsono, quando (allenatore e giocatore la leggenda Marzella) si sarebbe potuto in scioltezza ottenere un piazzamento di riguardo in serie A1, anziché – come accadde – retrocedere mestamente nella serie minore. Per adesso, accontentiamoci di tributare gli onori ai nostri eroi. Ed a quelli, sconosciuti, di Thiene.
Autore: Eugenio Tatulli
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