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Quale opposizione a Molfetta?
31 gennaio 2015

MOLFETTA - Ha fatto più scalpore, a Molfetta, l’incontro nel Liceo Scientifico con Giacomo Russo Spena e il suo libro d’inchiesta “Podemos”, che tante falle politiche che hanno costellato l’azione amministrativa molfettese in questi anni. Il tutto condito da odio e rancore, alimentato dal solito blog che fa viaggiare la fantasia e rappresenta Molfetta come un soviet a cielo aperto, in cui la cultura, la politica, l’informazione, i servizi, la formazione, sono tutti in mano ai comunisti. Ma tutti questi comunisti dove sono nascosti?

La scuola è il luogo di formazione per eccellenza, e il suo obiettivo è dare agli studenti gli strumenti per potersi rapportare criticamente alla realtà, come ogni cittadino dovrebbe essere in grado di fare. La discussione attorno al libro “Podemos”, che ho avuto il piacere di moderare, ha permesso di discutere di troika, di austerity, di politiche europee e di alcune esperienze di soggettivazione in atto in alcuni paesi.

Eppure gli obiettivi polemici continuano ad essere le scelte che rientrano nell’autonomia didattica delle scuole. Ad esempio l’incontro di una scuola elementare con un giornale storico come “Quindici” o con il primo cittadino. Non c’è neanche bisogno di entrare nel merito delle polemiche. Ci basta dire che mai, a nostro parere, Azzollini avrebbe fatto opposizione politica su queste questioni.

Forse il problema della destra molfettese, in questa città, è che non riesce a fare sintesi delle istanze e dei bisogni, pure di grande urgenza, che si sviluppano nel tessuto sociale. E pretende di acquisire consenso attaccando indistintamente tutte le iniziative culturali che non provengono dalla loro area, anche essendo estremamente eterogenee e certamente non tutte provenienti da ambienti politici vicini all’amministrazione.

La cultura in città è ben altro rispetto a quella rossa e faziosa descritta dal solito blog che discute di assurdità. C’è un grande fermento a Molfetta, che investe l’arte, la musica, il pensiero critico, il teatro ecc. Una delle sfide dell’amministrazione deve essere proprio quella di costruire un terreno eterogeneo e plurale in cui mettere a valore le spinte dal basso, per farne il luogo di confronto e di maturazione dello spirito di tutta la comunità.

Per troppo tempo la cultura a Molfetta è stata del tutto astratta dalla città, confinata in pochi eventi di alto livello in grado di attirare gente per un solo giorno, senza alcuna ricaduta a lungo termine.

La vera sfida non è quella di colorare la cultura o di darle uno stemma, ma di radicarla nel territorio, per fare in modo che diventi il momento fondamentale della crescita dell’intera città.

Per il resto, c’è chi cerca ogni giorno di costruire spazi di discussione, momenti di relazione anche a partire da temi non semplici da divulgare, come nel caso di “Podemos”. Sono tutti paladini della libertà di informazione e di confronto, e poi però si cerca di fare opposizione mettendo il bavaglio. Nella presentazione di un libro a scuola come nella piazza di un quartiere. Forse i motivi per fare opposizione sono altri, e anche i nemici sono altrove. Forse.

 

© Riproduzione riservata

 

Autore: Giacomo Pisani
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