Quale futuro per gli istituti alberghieri?
Interessante convegno promosso dall'Ipssar con l'intervento del sottos. Aprea
“L'istituto Alberghiero tra Istruzione e Formazione: il Liceo tecnologico dell'hotellerie”. Il titolo del convegno organizzato dall'IPSSAR Molfetta è in sostanza una risposta alla domanda che gli interessati si pongono e pongono alle istituzioni: quale futuro per gli istituti alberghieri? Intorno al tavolo si sono confrontati il prof. Vito Copertino in qualità di rappresentante del mondo della cultura, il dott. Vincenzo Divella e il sen. Nicola Putignano rappresentanti del mondo dell'imprenditoria, il prof. A. Benvenuto dirigente dell'IPSSAR di Senigallia, il dott. Andrea Silvestri assessore regionale alla formazione professionale oltre che l'onorevole Valentina Aprea sottosegretario al MIUR (ministero dell'Istruzione, dell'Università, della Ricerca).
Il dibattito, al quale ha partecipato il sen. Antonio Azzollini, ha visto nel ruolo di moderatore il dott. Lino Patruno direttore de “La Gazzetta del Mezzogiorno”. Nell'intervento di saluto il dirigente scolastico prof. Pellegrino de Pietro (nella foto da destra: de Pietro, l'on. Aprea e Lino Patruno) ha focalizzato l' attenzione sui risultati più che positivi raggiunti dall'IPSSAR di Molfetta nei due anni di autonomia, che egli ha fatto notare sono sotto gli occhi di tutti. Il preside ha spiegato le motivazioni del convegno e l'interesse che lo stesso ha suscitato tra gli operatori del settore presenti numerosi all'apertura dei lavori.
Il binomio istruzione formazione “rappresenta simbolicamente la collaborazione fra scuola e lavoro, il legame tra sapere e saper fare, l'incontro tra Minerva e Vulcano” con queste parole il prof. Copertino ha aperto il suo intervento, durante il quale, rifacendosi al mito, ha sottolineato lo stretto rapporto tra il pensiero scientifico e la preparazione alle professioni. Infatti, “è grazie all'intervento di Vulcano che Minerva nasce dalla testa di Giove”.
Diversa è la prospettiva dell'intervento di A. Silvestri che ha evidenziato il ruolo della Regione come soggetto attivo della formazione professionale e ha illustrato il progetto di sperimentazione della riforma della scuola secondaria di cui la Puglia insieme ad altre quattro regioni ha firmato un protocollo d'intesa.
Durante i loro interventi gli imprenditori Divella e Putignano hanno sottolineato il bisogno del mercato di personale altamente qualificato sia dal punto di vista dell'istruzione sia della formazione. Sulla confusione del significato da attribuire a questi due termini ruota l'intero convegno. Per istruzione si intende la preparazione culturale che permette al soggetto di adattarsi a nuove situazioni e risolvere problemi, per formazione la mera capacità di fare.
“Sapere e saper fare devono essere necessariamente collegati fra loro se si vuole ottenere professionisti preparati”. In questo senso si è orientato l'intervento del preside Benvenuto che ha evidenziato i progressi e i livelli raggiunti negli ultimi dieci anni dagli istituti professionali e dagli IPSSAR in particolare, tanto che si era ventilata l'ipotesi di un possibile inserimento degli alberghieri nell'area del liceo tecnologico. Invece la riforma va in tutt'altra direzione.
Nel suo intervento il sottosegretario on. Aprea ha tentato di convincere l'uditorio del salto di qualità che l'istruzione professionale si appresta a fare con il passaggio alla formazione professionale. Il punto di forza: il recupero della dispersione e l'innalzamento dell'obbligo scolastico attraverso la personalizzazione del curricolo.
Nel dibattito che è seguito, ha riscosso il consenso di molti operatori del settore scuola l'intervento del prof. Ignazio De Gennaro, docente IPSSAR di Molfetta, secondo il quale mettere un ragazzino di 12 anni di fronte alla scelta tra liceo o formazione (scuola o lavoro), significa tornare indietro ai tempi dell'avviamento professionale. Egli ha continuato sottolineando che i percorsi individualizzati di apprendimenti si realizzano non semplificando i contenuti ma cercando metodologie e didattiche nuove legate sì agli interessi dei giovani ma caratterizzati anche da spessore culturale. Ed è quello che si sta facendo già da anni nella scuola, precisamente col progetto '92, riforma che ha portato l'istruzione professionale ai livelli di qualità che sono sotto gli occhi di tutti e di cui l'IPSSAR di Molfetta ne è una prova. Ci si chiede: “per quale motivo, allora, cancellare gli sforzi che si sono fatti finora, e proprio nel momento in cui si registra una diminuzione del fenomeno della dispersione e un forte aumento del numero degli studenti che completano il ciclo di studi con l'esame di stato?
Il convegno ha messo in evidenza posizioni discordanti e ha lasciato trasparire il dubbio che questa riforma miri a smantellare quella parte della scuola pubblica i cui costi hanno un peso notevole nel bilancio della spesa statale in materia di istruzione e “scaricando”l'istruzione professionale alla Regione sia un modo di attuare la devolution e liberarsi dal faticoso ruolo che lo Stato ha finora assunto quello cioè di: istruire e formare.
Eugenio Tatulli