Quale collocazione per la città di Molfetta?
Facciamo chiarezza tra Area, Città Metropolitana, Provincia di Bari e futura Sesta provincia
I tema dell'assetto istituzionale del nostro territorio con l'istituzione della Sesta Provincia Barletta-Andria-Trani e l'Area Metropolitana di Bari, mentre in altre città sta scatenando un acceso dibattito, come è giusto che sia quando ci sono in gioco scelte che devono essere ponderate e lungimiranti, a Molfetta è stato finora completamente snobbato. Si è sempre parlato di Molfetta (nella foto, una veduta aerea della città) come di città cerniera e non marginale con il suo porto, il sito industriale e la sua dignitosa storia civile, politica culturale e sociale. Negli ultimi anni, nonostante il “governo a rete”, le nostre potenzialità sono rimaste inespresse, mentre si è ancor di più evidenziata la marginalità, basta pensare alla fine del nostro ospedale. Forse non è un caso che anche Terlizzi e Bitonto nella stessa nostra collocazione territoriale, stanno subendo la stessa sorte per gli ospedali.
Il tema recentemente è stato rilanciato da Lillino di Gioia e in maniera meno rumorosa dal consigliere provinciale della Margherita il dott. Gianni Mastropierro. Ma vediamo quali sono i termini della questione.
Fonti normative
Dell'Area Metropolitana di Bari si iniziò a parlare dagli inizi degli anni '90 senza che ci sia mai stata un'iniziativa concreta. Si ricorda solo un incontro nel 2000 tra la Giunta provinciale e i sindaci di centrosinistra in cui fu avanzata la proposta di far coincidere l'Area Metropolitana di Bari con il territorio dei 44 comuni della Provincia. Il tema è ritornato alla ribalta con la riforma del Titolo V della Costituzione che individua anche le Città Metropolitane tra gli enti costituenti la Repubblica e soprattutto il nuovo Testo Unico sull'Ordinamento degli Enti Locali (L. 267/2000) che ribalta le modalità di istituzione, attribuendo agli enti locali l'iniziativa della proposta e di adesione e alla Regione il compito di delimitare l'area metropolitana.
Area e Città Metropolitana
A questo punto bisogna distinguere tra Area e Città Metropolitana. Le aree metropolitane sono le zone comprendenti i comuni di Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli e Bari a cui bisogna aggiungere quelle istituite dalle regioni a Statuto speciale. In pratica le attuali province di queste città cambierebbero la denominazione da Provincia ad Area Metropolitana, con un decentramento più accentuato. La novità è che nell'ambito delle aree metropolitane i Comuni capoluogo insieme agli altri comuni ad esso uniti da congruità territoriale, economica, ambientale, sociale e culturale, possono costituirsi in città metropolitane ad ordinamento differenziato.
L'iniziativa deve esser promossa dai Comuni interessati con una deliberazione, successivamente il sindaco del Comune capoluogo e il presidente della Provincia convocano un'assemblea dei rappresentanti degli enti locali per formulare una proposta di statuto della città metropolitana che ne indichi il territorio, l'organizzazione, l'articolazione interna e le funzioni. Tale proposta poi viene sottoposta a referendum nei Comuni aderenti e se riceve la maggioranza degli aventi diritto, la Regione la fa propria e la sottopone ad una Camera per l'approvazione legislativa. All'elezione degli organi della città metropolitana si provvede nel primo turno utile di elezioni amministrative. Inoltre la città metropolitana acquisisce gran parte delle funzioni della Provincia ed attua il decentramento a salvaguardia dell'identità delle singole realtà locali.
Si comprende, quindi, l'attivismo del sindaco di Bari Di Cagno Abbrescia nel raccogliere le adesioni per la Città Metropolitana di Bari che gli consentirebbe di concorrere per il terzo mandato, questa volta, per la carica di sindaco metropolitano.
Ingorgo istituzionale
La legge prevede che quando la città metropolitana non coincide con il territorio della Provincia, la Regione procede alla nuova delimitazione delle circoscrizioni provinciali o all'istituzione di altre province. In pratica, i Comuni che non aderiscono alle città metropolitane (queste ultime di fatto territorio di una nuova provincia), necessariamente devono essere collocati in qualche altra circoscrizione. A questo punto con la Città Metropolitana di Bari e l'istituzione della Sesta Provincia che ha iniziato il suo iter finale, Molfetta si troverebbe davanti a quattro opzioni: Città Metropolitana, Sesta Provincia, di quella che resta della Provincia di Bari (praticamente una scatola vuota), oppure lanciare la proposta di un'altra Provincia cuscinetto tra Bari e Barletta.
Insomma, un ingorgo di possibili enti incomprensibile. A questo punto non si capisce per cosa si andrà a votare nella prossima primavera. In ogni caso un passaggio istituzionale ci deve essere con una deliberazione del Consiglio comunale.
Stare fermi, se gli scenari sopra citati si confermeranno, significherebbe non capirci nulla e relegare la nostra città ai margini dei futuri assetti territoriali.
Le diffidenze
Questi temi però devono fare i conti con una diffidenza di fondo. La storica e costante scarsa affluenza per le amministrative provinciali conferma quanto dicono i sondaggi: la maggioranza dei cittadini considera la Provincia ente inutile, rispetto alla visibilità degli atti e alle risposte che possono dare il Comune e la Regione.
Indubbiamente le nuove funzioni regionali nella prospettiva del federalismo imporranno un maggior decentramento amministrativo con una rivalutazione del ruolo delle Province. Proprio l'esatto contrario che ha fatto il presidente della Regione, Raffaele Fitto, che usando e abusando dei propri poteri, ha relegato le Province pugliesi a meri enti strumentali di normale amministrazione. Ma questa è un'altra storia.
Francesco del Rosso