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PROVINCIA: “Pulo, Apicella e sportello per l’Europa” Il programma del neo consigliere provinciale dei “Democratici”, Vincenzo Pagano
15 settembre 1999

Sarà Vincenzo Pagano, 32 anni, avvocato eletto nelle liste de “i Democratici”, l’unico rappresentante di Molfetta all’interno del Consiglio Provinciale, rinnovato nella recente consultazione elettorale del 13 giugno. Il seggio è “scattato” dopo la nomina ad assessore di Nicola Terlizzese dei “Democratici”, il quale ha, perciò, dato le dimissioni da consigliere, come previsto dalla legge. Un incarico importante e di grande responsabilità, particolarmente in considerazione del fatto che bisognerà rivitalizzare una Provincia esautorata in questi anni dal suo ruolo di ente intermedio, di raccordo, tra Regione e Comuni, in modo che possa porsi come soggetto attivo, di impulso e programmazione, per lo sviluppo della nostra terra. E poi, diciamolo con franchezza, non sarà facile mantenere tutte le promesse fatte in campagna elettorale in merito al Pulo e all’Apicella, ma anche al sostegno per le imprese locali e al rilancio della nostra economia. Di tutto questo, e di altro, abbiamo parlato con il neo-consigliere provinciale molfettese. Avvocato Pagano, in primo luogo le volevo chiedere quali sono state le ragioni che l’hanno indotta a candidarsi per le elezioni provinciali all’interno della lista de “i Democratici”. “Il primo motivo per il quale io mi sono avvicinato a questo movimento, è dovuto al fatto che ritengo vada chiaramente verso un bipolarismo che noi chiediamo ed auspichiamo all’interno del nostro sistema. Questa è stata la prima ragione che mi ha indotto ad avvicinarmi a “i Democratici”, poi mi hanno chiesto di candidarmi, perché volevano gente nuova, che non appartenesse alla vecchia politica, e io posso ben dire di non avere con questa nessun legame: sono un giovane che si affaccia adesso alla politica, e non posso che ritenermi fortunato per avere ottenuto tutto questo consenso”. Quali crede siano state le ragioni che hanno determinato la sua elezione? “Ritengo ci siano stati una serie di fattori, almeno quattro, che hanno concorso. In primo luogo, il fatto che “i Democratici” rappresentavano un soggetto politico nuovo, che interpretava ed interpreta il desiderio di rinnovamento in politica. Secondo, il fatto che il senatore Di Pietro, il quale a Molfetta ha ottenuto moltissime preferenze, ha costituito da traino. Terzo, la presenza nel nostro movimento del sindaco, che si è schierato ed impegnato attivamente. E, per ultimo, il fatto che a Molfetta qualcuno mi conosce e mi ha sostenuto. Questo l’ho posto come ultimo elemento, perché è indubbio che determinanti sono stati i tre precedenti”. L’esperienza della campagna elettorale come l’ha vissuta? E’ stata una esperienza positiva? “E’ stata molto interessante. Pensavo fosse più stressante, invece non è stato affatto così. Certo man mano che si avvicinava la data elettorale si accumulano tensioni in vista del risultato, ma io l’ho vissuta come una esperienza nuova e molto costruttiva che mia ha dato l’opportunità di conoscere e confrontarmi con personalità come Prodi (un incontro che mi emozionava molto se solo pensavo che avevo di fronte l’uomo che tutti i Paesi Europei hanno scelto come proprio presidente), Di Pietro e Cacciari. Poi non credevo di poter divenire consigliere provinciale. Pensavo di poter ottenere un buon risultato, ma non sino a quel punto. Devo dire che tutto sommato è stata una campagna corretta, da ambo gli schieramenti. Certo ognuno cercava di tirare acqua al proprio mulino, ma questo è assolutamente normale in una consultazione elettorale, non vi è da scandalizzarsi”. Ma passiamo al presente ed al futuro: lei stesso ha parlato del sindaco, come uno dei fattori determinanti che hanno concorso alla sua elezione, quindi i suoi rapporti con l’amministrazione locale sono buoni, e questo faciliterà la collaborazione, dal momento che lei è l’unico rappresentante di Molfetta presso la Provincia. “Per quanto riguarda i rapporti con il sindaco io credo di poter dire che sono ottimi sia dal punto di vista personale che politico. Certo bisogna dire che, anche se il sindaco non fosse stato del mio stesso schieramento, si sarebbero dovuti instaurare ugualmente rapporti dal momento che l’Amministrazione ha bisogno di un interlocutore all’interno della Provincia. E’ chiaro che dovremo essere sempre in contatto, in uno stretto rapporto di collaborazione, in modo che io possa portare presso la Provincia le esigenze di Molfetta”. Importante mi sembra sia l’asse che si è venuto a creare anche a seguito delle elezioni del 13 giugno: sindaco, consigliere provinciale e deputati europei locali, tutti dell’Asinello. “I deputati europei sono molto importanti. Molfetta ha contribuito in maniera notevole all’elezione sia di Giovanni Procacci che del senatore Antonio Di Pietro, e per questo dovranno guardare con particolare attenzione alle esigenze della nostra città. Ho già preso contatti con Giovanni Procacci, perché uno dei punti fondamentali portati in campagna elettorale era l’apertura di uno sportello europeo per avere un contatto diretto con i cittadini. A livello comunitario ci sono tante possibilità di finanziamento che sono perdute perché non sono neanche conosciute, e questo è assurdo. Proprio per favorire lo sviluppo economico della nostra terra sarà importante incentivare gli imprenditori ad investire, attraverso le risorse messe a disposizione dalla Comunità. Intendo proporre questo in seno al consiglio Provinciale, e fare da tramite presso i deputati europei, in modo che la Provincia avvii questo sportello di consulenza (per la elaborazione e presentazione dei progetti) alle imprese che intendono avvalersi dei finanziamenti comunitari. Certo da solo non posso fare molto. Ma posso proporre e fare da tramite, poi starà a tutto il consiglio e alla Giunta Provinciale approvare questo progetto, e ai deputati europei aiutarci a realizzarlo”. Una delle promesse fatte dal presidente Vernola qui a Molfetta, durante la campana elettorale, è stata quella sulla riapertura del Pulo e quindi sulla sua restituzione ai molfettesi. Dal mese di agosto è possibile visitarlo, ma come stanno i termini della questione? “Il presidente Vernola aveva promesso al sindaco che il Pulo sarebbe stato riaperto subito. La convenzione era già pronta da tempo; al Comune, tuttavia, forse per dimenticanza, non fu approvata durante la prima Giunta provinciale; allora mi interessai della questione, portai copia della convenzione all’assessore Terlizzese, così pochi giorni dopo, dal momento che era stata convocata una Giunta “volante” fu portata la convenzione e ratificata. Per il momento il Pulo dovrebbe essere visitabile fino a dicembre, per il notevole afflusso di turisti provenienti anche dalle città limitrofe. Però occorrerà compiere altri lavori di recupero di scavo, per reperti venuti fuori recentemente. Quindi necessariamente il sito archeologico dovrà essere chiuso di nuovo. Certamente mi impegnerò affinché, così com’è nelle intenzioni del sindaco ed anche nelle prospettive di Vernola, la gestione passi al Comune di Molfetta: le modalità per permettere questo saranno da studiare e valutare attentamente”. Per quanto riguarda l’Apicella, in che modo intende impegnarsi per la rivalutazione e per l’utilizzo di questo storico edificio della nostra città? “L’Apicella è un istituto che viene assolutamente sotto-utilizzato, pur avendo enormi potenzialità. L’interesse primario è quello di rispettare la volontà del proprietario, il sig. Apicella, che lasciando in eredità, per testamento, l’edificio alla Provincia, vincolò questa affinché lo utilizzasse nell’interesse dei soggetti audiolesi. Detto questo, non è però possibile che un edificio così vasto sia destinato esclusivamente a pochissime unità. Così uno dei progetti più ambiziosi che abbiamo anche presentato in campagna elettorale, è quello che vede l’Apicella, in prospettiva, come sede di una università per audiolesi. L’Apicella non può perdere la sua caratterizzazione primaria che è quella di essere rivolta a questi soggetti, e questo rappresenta anche una esigenza storica e culturale per la nostra città, e proprio per questo abbiamo pensato a tale progetto, rilevante anche a livello europeo, che ci porrebbe decisamente all’avanguardia. Ma le difficoltà sono molte”. Un’ultima domanda, inerente alla situazione interna al movimento per il quale lei è stato eletto, che anche a livello nazionale sembra essere sempre un po’ in fibrillazione. Si riconosce sempre nella linea politica espressa da “i Democratici”, fino a che punto? “Beh, diciamo che io condivido il progetto dei Democratici, perché costituisce, come detto all’inizio, un primo passo verso un sistema bipolare compiuto. Mi rendo conto che il passo è abbastanza difficile da compiere, ma ho avuto modo di constatare che c’è buona volontà da parte di tutti. Non dobbiamo nasconderci dietro un dito, dicendo che non ci sono state o non ci sono tuttora difficoltà nel fondere tre anime (“L’Italia dei Valori”, “Centocittà”, “Movimento per l’Ulivo”) che tutto sommato vengono da percorsi diversi. Ognuna di questa cerca di emergere, ma è un fatto normale, perché ognuna ha spesso punti di vista differenti. Ma io sono perfettamente d’accordo con il sindaco che in campagna elettorale ha sostenuto che noi dobbiamo essere consapevoli di essere diversi, ma in questa consapevolezza, trovare punti di incontro per la realizzazione dei progetti comuni. La diversità, in questa prospettiva, diviene una forza, non più una difficoltà. In questo senso penso che il progetto de “i Democratici”, cioè quello di creare un soggetto politico unico per tutto il centrosinistra, possa avere un futuro sia a livello locale che a livello nazionale”. Giulio Calvani
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