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Protocollo d'intesa Prefettura- Comune contro le infiltrazioni
15 dicembre 2012

Sono 12 gli articoli del protocollo d’intesa tra il Comune di Molfetta e la Prefettura di Bari per la prevenzione dei tentativi d’infiltrazione della criminalità organizzata e per il rafforzamento della legalità e della trasparenza del settore dei contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, atto fedele alla direttiva «Controlli antimafia preventivi nelle attività a rischio di infiltrazione da parte delle organizzazioni criminali» del Ministero dell’Interno emanata il 23 giugno 2010. Decisivi saranno i controlli antimafia. Infatti, il Comune di Molfetta s’impegna a richiedere alla Prefettura le informazioni antimafiaper gli appalti di lavori pubblici di importo pari o superiore a 250mila euro, per i subcontratti di lavori, forniture e servizi in genere di importo parti o superiore a 50mila euro. Informazioni che dovranno riguardare anche i soggetti cui sono affidate le forniture e i servizi cosiddetti sensibili (es. trasporto di materiali a discarica, trasporto e smaltimento rifiuti, fornitura e trasporto di materiali inerti e terra, di bitume e calcestruzzo, servizi di logistica e di supporto, ecc.). Proprio per attivare questa procedura sarà obbligatorio per gli uffici comunali comunicare alla Prefettura di Bari i dati e i certificati camerali delle imprese appaltatrici prima della stipula dei contratti. Naturalmente, «qualora la Prefettura accerti elementi realtivi a tentativi di infiltrazione mafiosa ed emetta una informazione ostativa, la stazione appaltate (il Comune, ndr) non procede alla stipula del contratto di appalto, ovvero revoca l’aggiudicazione o nega l’autorizzazione al subappalto e intima l’appaltatore o concessionario di far valere la risoluzione del subcontratto». Il protocollo prevede anche dei ferrei condizionanti. Dovranno essere incluse nel bando di gara, nel contratto di appalto e nel capitolato delle clausole che facilitino l’immediata revoca del contratto o la mancata stipula dello stesso, nel caso di informazioni ostative da parte della Prefettura. Il Comune stesso potrà anche ratificare misure restrittive per i subappalti, impendendo in particolare che il subappalto non sia assunto dalle imprese partecipanti alla procedura di aggiudicazione. Allo stesso tempo, il contratto sarà oggetto di costante monitoraggio perché ogni variazione dovrà essere comunicata al Comune e, di conseguenza, alla Prefettura che potrà effettuare le sue attività di accertamento. Perciò, lo stesso Comune dovrà curare la propria banca dati sulle impresa da contattare. Centrale è l’art. 7, secondo cui le imprese appaltatrici, mediante l’intervento delle stazioni appaltanti (nel caso di specie, il Comune di Molfetta) dovranno presentare autonoma denuncia all’autorità giudiziaria nel caso di «illecita richiesta di denaro o altra utilità, ovvero offerta di protezione, che vengano avanzate nel corso della esecuzione dei lavori nei confronti di un suo rappresentante o di un suo dipendente». In sostanza, si tratta dei reati di racket e usura. Sarà poi compito delle stazioni appaltanti verificare il rispetto delle norme di collocamento e il regolare pagamento delle retribuzioni, dei contributi previdenziali ed assicurativi e delle ritenute fiscali (anche per le imprese subappaltatrici), in particolare l’attuazione delle misure per la sicurezza sul lavoro. Il controllo dei flussi finanziari è l’altro passaggio importante del protocollo d’intesa. Infatti, per garantire la loro tracciabilità e prevenire/ evitare fenomeni di riciclaggio, di corruzione o concussione, il Comune di Molfetta e le imprese appaltatrici dovranno attenersi alla Legge n.136/10 sulla tracciabilità dei flussi finanziari: «sono tenute a inserire nei contratti di appalto o di concessione o nei capitolati l’obbligo a carico dell’appaltatore o concessionario di effettuare i pagamenti o le transazioni finanziarie tramite degli intermediari autorizzati, vale a dire le banche o le poste italiane». È evidente che il commissario prefettizio ha blindato il Comune di Molfetta con una saracinesca “quasi” impermeabile. “Quasi” perché, ad oggi, gran parte delle serrature delle porte blindate da aggiornati sistemi di sicurezza sono state inesorabilmente violate.

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