MOLFETTA - Si continua a parlare della Dsc ( dottrina sociale della Chiesa) nel secondo incontro organizzato dal Progetto Policoro e tenutosi nella Sala Turtur. Don Michele Stragapede nella conferenza «Il Bene Comune e i principi della dottrina sociale della Chiesa: quali i principi e i criteri per una vita sociale rispettosa della persona umana» ci illustra i principi primi della Dsc come appaiono nella «Rerum Novarum», opera di Papa Leone XIII con cui, come ci spiegava don Paolo Malerba nell’incontro precedente, nasce la Dsc.
Primo principio fondamentale della Dsc è la dignità della persona. Il relatore ci ricorda che «tutto è stato portato all’uomo, ma la persona resta un assoluto» . La dignità è infatti innata «non dipende dalla razza, dalla religione, dallo status, dal genere, è quella dimensione sacra dataci con la semplice venuta all’esistenza» continua don Michele.
Altro importante criterio della Dsc è lo sviluppo, che non può essere solo economico, ma deve comprendere ogni dimensione dell’essere umano: sociale, culturale, politica e spirituale. Il solo sviluppo economico non equivale infatti allo sviluppo autentico dell’uomo. «Il vero sviluppo umano deve tradursi in dedizione e solidarietà, specialmente con le persone e i popoli impoveriti e oppressi», ribadisce don Michele Stragapete.
Il Bene Comune costituisce un altro elemento su cui si fonda la Dsc. Infatti la dignità umana può essere riconosciuta e sviluppata solo all’interno di una comunità. «Il Bene Comune è l’insieme di tutte quelle condizioni del vivere sociale (economiche, politiche e culturali) che consentono ad una persona di raggiungere la sua perfezione» ci ha spiegato il relatore. Tutte quelle strutture sociali che non aiutano lo sviluppo autentico e il bene comune universale sono chiamate «strutture di peccato». Il Papa Benedetto XVI fa esplicito riferimento al Bc (Bene Comune), che insieme alla giustizia costituisce il principio orientativo dell’azione morale. «Adoperarsi per il Bc significa adoperarsi per la promozione di quelle istituzioni politico-sociale-culturali e civili che strutturano il nostro vivere insieme come polis».
Un altro costituente della Dsc è la dignita del lavoro, che come precisa il relatore «non è la fonte della dignità umana, ma è lo strumento attraverso cui la persona si esprime e sviluppa se stesso e la sua dignità». Per questo il lavoro deve essere sempre funzionale alla dignità dei lavoratori, consentire il mantenimento della vita della loro famiglia e permettere di organizzarsi e formare sindacati.
I diritti e le responsabilità costituiscono il quinto principio su cui si fonda la Dsc. I diritti includono: il diritto alla vita, alla casa, al cibo, alla’assistenza sanitaria, all’educazione, al giusto e sufficiente salario, alla religione, alla migrazione, all’associazione, alla partecipazione, come chiarisce don Michele .
«L’indifferenza dinnanzi alle sofferenze di tanti è segno di atrofia spirituale» aggiunge don Michele, la solidarietà costituisce quindi un altro elemento fondamentale della Dsc. Frutto di solidarietà e giustizia tra i popoli è la pace, per questo la Dsc è sempre stata per la cessazione del mercato delle armi. Il Papa Giovanni XXIII, ci ricorda il relatore, parlava della guerra come pazzia pura «Guerra alienum est a ratione» .
Settimo e ultimo principio della Dsc è la cura per il creato. San Francesco, come menziona il relatore, diceva che il nostro corpo è fatto di materia e che non siamo vincolati alla terra che è nostra madre. Aver cura della terra significa aver cura di noi stessi. Proprio per questo don Michele Stragapede conclude l’incontro invitandoci a prestare molta attenzione ai modelli di consumo affinchè siano ecologicamente sostenibili.
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