Progetto Policoro: dottrina sociale della Chiesa, attenzione rivolta all'uomo
«La dottrina sociale della Chiesa aiuta a dissotterrare la coscienza che è ormai nel cemento e che nessuno vuole più prendere in considerazione », questa “la carta d’identità” della Dsc (dottrina sociale della chiesa) illustrata da don Paolo Malerba (foto) nella conferenza «Dal Vangelo alla società introduzione alla dottrina sociale della Chiesa», organizzata dal «Progetto Policoro» e tenutasi nella Sala Turtur. Una scienza teologica in dialogo con tutte le altre scienze, la Dsc pone le sue radici nel Vangelo: «interpreta la realtà, indirizza il comportamento di ogni uomo di buona volontà, credente e non - ha spiegato don Malerba - e crea una unità tra fede e ragione, senza che l’una prevalga sull’altra». Ragion d’essere della dottrina sociale è l’uomo, dalla cui parte si schiera la Chiesa che, pur occupandosi di politica, economia, lavoro, povertà, è libera da ogni compromesso. Infatti, la «Rerum Novarum» (1891) di Papa Leone XIII, con cui nasce la Dsc, rappresenta il primo documento papale che, in modo esplicito, prende a cuore la situazione dei lavoratori. «Papa Leone XIII, presa coscienza di quello che stava succedendo nella società, denuncia apertamente la situazione dei lavoratori, le troppe ore passate in fabbrica, le loro condizioni disumane - ha aggiunto don Malerba - perché peculiarità della Chiesa Cattolica è proprio la grande attenzione rivolta all’uomo, è cercare di creare una coscienza vera attraverso il Vangelo». L’indirizzo della Dsc è, appunto, la formazione dell’uomo: «la dottrina sociale denuncia le situazioni di ingiustizia, annuncia la verità, difende la dignità dell’uomo e i suoi diritti, coopera per un mondo più vero e più giusto - ha continuato - offre, insomma, tutti gli strumenti per una forma mentis». Addentrandosi nel campo politico, economico e occupazionale, la Chiesa è spesso accusata di ingerenza, ma, come sottolinea don Malerba, non può esistere una fede responsabile se non è incarnata nel quotidiano. Non esiste una mistica senza azione sociale e «l’esempio di San Giovanni Bosco, Madre Teresa di Calcutta sono la più grande dimostrazione della fede unita alle opere», secondo don Malerba. Per questo, la dottrina sociale della Chiesa non deve essere considerata la terza via, non si sostituisce alla politica, all’ economia e ai diversi ambiti di cui si occupa, ma ha a cuore solo il bene dell’uomo e interpreta le singole situazioni alla luce della parola di Dio. Un nuovo apporto è stato offerto alla dottrina sociale della Chiesa dal Pontefice Benedetto XVI, secondo cui «la fede permette alla ragione di svolgere in modo fondamentale il suo compito e di vedere ciò che le è proprio», ha concluso don Malerba, ricordando che il Papa «ha invitato i cristiani a rivendicare il loro spazio pubblico, sottolineando che la ragione ha sempre bisogno di essere purificata dalla fede, la religione dalla ragione».
Autore: Loredana Spadavecchia