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Primarie, il centrosinistra sceglie il suo candidato sindaco il 4 dicembre
15 novembre 2005

Il centro sinistra si affida alle primarie per la scelta del suo candidato sindaco. Si voterà il 4 dicembre. Permangono alcuni timori, che truppe di votanti all'ordine di quello o di quell'altro ne alterino il risultato, che la competizione riduca in macerie il rapporto fra partiti, che il candidato sia vittorioso con un margine così esiguo, da risultare scarsamente legittimato e via dicendo. Non si può negare, però, che siano esse stesse un obiettivo raggiunto, quello di creare un'occasione di partecipazione e di democrazia, di tirar fuori dal chiuso di interminabili riunioni in cui dieci, se va bene venti persone, si riconoscono il diritto di parlare in nome dell'intera città, le scelte programmatiche e l'individuazione degli uomini che le esprimeranno. Comunque vada, in questi giorni, i nomi, i perché, i come, sono stati portati nelle strade, si è discusso del rifiuto da opporre a chi cerca di riciclarsi all'ultimo momento e di programma. E non può che essere un bene. Questo centro sinistra La coalizione è nata attorno al documento politico-programmatico elaborato dai partiti dell'Unione, fatto di principi, fra cui quello “antiriciclati”, che blocca la coalizione alle forze politiche che sostennero Vendola alle regionali e rifiuta l'ingresso nelle liste collegate al sindaco a chi abbia rivestito cariche di potere nell'amministrazione attuale, di opzioni programmatiche e di un “codice etico”. Ne fanno parte, in rigoroso ordine alfabetico: Ambientalisti, Comunisti Italiani, Dc, Ds, Margherita, Movimento del Buon Governo, Repubblicani Europei, Primavera in movimento, Psdi, Riscatto della città, Rifondazione Comunista, Sdi, Socialisti autonomisti, Udeur e Verdi. Come scegliere? Una sequela di formazioni che esprime quattro candidati alle primarie: Cosimo Altomare, Mino Salvemini; Lillino Di Gioia e Vito Copertino. Tutti quattro, sia pur in modi differenti, hanno titoli per presentarsi alla coalizione ed alla città. A distinguerli non possono essere tanto le scelte programmatiche, perché perlomeno le linee essenziali sono contenute nel comune documento politico-programmatico, elaborate anche con il concorso di movimenti ed associazioni. Ma, proprio perché si è trattato finora di un'elaborazione collettiva, sintesi di ottiche diverse nell'intendere il futuro della città, ogni candidato si differenza in definitiva per le priorità, per l'impegno promesso su specifiche questioni amministrative. Insomma, la scelta del candidato finirà inevitabilmente per caratterizzare la futura azione di governo in una direzione, piuttosto che in un'altra, sia pur in quadro condiviso, costituito dal programma. I candidati È una partita a quattro, in cui Lillino di Gioia appare l'elemento più spurio. Lui con le primarie si gioca la carta decisiva, dopo anni passati a contestare l'amministrazione e a proporsi vanamente come sindaco, può scendere lizza assieme agli altri. Dalla sua ritiene di avere l'esperienza e la conoscenza dei problemi, oltre che il vantaggio di portare il voto dei moderati. Né ammette che si facciano le pulci alla sua reale appartenenza al centro sinistra, ribadisce di esser sempre stato moroteo, “democristiano di centro, che guarda a sinistra”. Anche la candidatura di Vito Copertino, espressione di alcuni movimenti, appare anomala. Ha dichiarato a “Quindici”: “Posso confessare una mia illusione? Quando sono partito cinque sei mesi fa pensavo che il mio impegno, professionale, sociale, le cose fatte negli ultimi anni, l'Africa da volontario, l'attività nei movimenti e nei comitati di quartiere, mi autorizzasse a pensare che potessi essere offerto per una candidatura unitaria di tutto il centro sinistra, poi pian piano ho ridimensionato questa mia presunzione, capendo che al massimo potessi essere offerto alla sinistra, poi ho capito che mi dovevo accontentare di essere il candidato di Rifondazione comunista, poi è venuta a mancare anche Rifondazione. Chi mi è vicino mi chiede di non buttare la spugna, io sono una persona tenace, ecco perchè ho continuato”. Mino Salvemini è, invece, il candidato unitario della sinistra, che ha superato rivalità ed antiche diffidenze, per proporsi come forza di governo, costruendo un progetto politico che va al di là del nome individuato e punta alla realizzazione di alcuni punti programmatici qualificanti. Gianni Porta, segretario cittadino di Rifondazione, partito che appoggia Salvemini, afferma: “Abbiamo compiuto una scelta di campo strategica, quella di stare nell'Unione, per costruire un'alternativa programmatica di sinistra. Chi farà altre scelte, pur personalmente legittime, si porrà automaticamente fuori dal partito”. Di Cosimo Altomare si parla da mesi come possibile candidato, sul suo nome trovano sintesi “tanto le forze del cattolicesimo democratico quanto quelle del riformismo laico, per un progetto che richiami quello spirito dell'Ulivo che è qualcosa di più di una semplice alleanza elettorale”, ha affermato durante l'incontro di presentazione della sua candidatura. Comunque un esperimento Si tratterà della prima vera esperienza di primarie per la scelta di un candidato sindaco, visto che quelle fatte nel '94 all'interno del “Percorso” non ebbero totale apertura agli elettori dello schieramento, utile a verificare la praticabilità dello strumento. Sarà, per esempio, interessante capire come risponderà la città e se i candidati non scelti assicureranno lealmente l'appoggio loro e dei partiti di riferimento a quello vincente. Lella Salvemini lella.salvemini@quindici-molfetta.it
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