MOLFETTA - È scoppiata all’improvviso, con fragore politico inaspettato, l’annosa questione del rinnovo dei dirigenti politici. Dopo la netta presa di posizione del segretario politico del PD, Giovanni Abbattista, anche i repubblicani senza mezza termini si dichiarano nettamente contrari alla riconferma-salvataggio dei dirigenti, convergendo de facto sulla stessa posizione politica assunta dal PD, quasi configurando un asse preferenziale almeno su questo tema.
«I repubblicani esprimono la loro netta contrarietà all’atto di rinnovo per ulteriori 5 anni dei contratti dei dirigenti comunali - spiega il segretario politico, Mauro Spaccavento -. Tale atto presenta non solo profili di dubbia legittimità in quanto è stato assunto in violazione della normativa di settore e dello statuto comunale, ma soprattutto si pone in contrasto con il dettato costituzionale che impone la necessità di una separazione netta tra politica ed amministrazione».
«Il rinnovo degli incarichi dirigenziali, sganciato dal risultato raggiunto dalla dirigenza, non tutela nel miglior modo l’interesse pubblico ma esalta soltanto una precarietà basata sulle convenienze politiche - conclude Spaccavento, consiglieri uscente -. Occorre, invece, guardare ai risultati concretamente raggiunti dalla dirigenza e conferire le nomine non solo sull’intuitu personae, ossia la fiducia, ma anche sulla base meritocratica concreta».
Chi resterà adesso con il “cerino” acceso in mano? Secondo indiscrezioni politiche, una o più forze interne alla coalizione del centrosinistra si sarebbero opposte a un radicale e definitivo cambiamento della dirigenza amministrativa e della burocrazia azzoliniana, sul tavolo del confronto politico programmatico. Una grana non da poco che potrebbe minare alla base le fondamenta dell’edificio della nuova coalizione, allo stato ancora in fase di progettazione.
Almeno al momento, PD e PRI senza nessuna concessione al politichese o al tipico linguaggio democristiano da prima repubblica hanno espresso a chiare lettere la loro posizione. Sarà opportuno capire la posizione degli altri partiti e movimenti interni alla coalizione.
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