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Prg, un meschino gioco elettorale? CORSIVI
15 febbraio 2000

“Piano regolatore ultimo atto”, è stato il titolo di copertina del numero di dicembre 99 di “QUINDICI”. Un titolo certamente positivo, perché sappiamo la valenza di questo strumento principe di pianificazione territoriale, che certamente darà un notevole impulso alla crescita economica, sociale ed ambientale della città e dei cittadini. Un titolo dettato non da un’effimera speranza, ma confortato dai fatti. Sin dal mese di novembre, alla faccia dei vari detrattori di professione, il Comitato urbanistico regionale, aveva approvato il Piano regolatore generale. Questo significa che il piano aveva superato tutte le valutazioni tecniche. Da prassi il passo seguente è l’approvazione formale da parte della Giunta regionale. L’approvazione sarebbe stata imminente era suffragata da vari comunicati stampa di destra e di sinistra, tra cui quello dell’on. Amoruso di An, che annunciava il proprio impegno per una rapida approvazione (soprattutto per sanare la situazione abusiva del lotto 10). Addirittura si sperava entro il 31 dicembre 99. Ma nella seduta fiume di fine anno, la Giunta regionale ha approvato una valanga di provvedimenti, tranne il Prg di Molfetta. Si è arrivati poi alla data dell’8 gennaio, ma l’approvazione del Prg è stata spostata di altri 10 giorni, malgrado le proteste del sindaco, che ha subito fatto sentire la sua voce (isolata). La storia si è ripetuta il 18 gennaio e via via ad ogni riunione della Giunta regionale. A questo punto è fondato il sospetto che ci troviamo di fronte a un incompresibile atteggiamento ostile della Giunta regionale nei confronti della nostra città. La sensazione è che questo ritardo possa essere legato alle prossime elezioni regionali. Perché o il Prg di Molfetta non è conforme alle norme e quindi da bocciare, oppure lo è. E dato che il Cur ha espresso parere favorevole, la Giunta regionale ha il dovere politico e morale di approvarlo, altrimenti è legittimo il sospetto che qualcuno a Molfetta o a Bari, abbia intenzione di utilizzare la mancata approvazione del Piano regolatore come strumento per la prossima competizione elettorale regionale. Se le cose stanno davvero così, ci troveremo di fronte a un fatto grave e meschino. Ecco perché per togliere ogni dubbio vorremmo che ci fosse spiegato cosa sta succedendo. Cosa dicono i parlamentari locali on. Amoruso e sen. Azzollini, quest’ultimo più volte si è vantato di aver fatto pressione con successo sui politici regionali del suo partito (Forza Italia), in nome degli interessi di Molfetta? E ora perché questo silenzio? Ma questa situazione è resa ancor più avvilente dalla mancanza di indignazione della città in tutte le sue forme organizzate. Partiti, associazioni, movimenti, tutti tacciono come se fosse normale un tale ritardo. La “normalità” va da chi sottintende da destra: “Avete voluto un’amministrazione di centrosinistra, queste sono le conseguenze”, a chi dall’altra parte accetta la situazione come se si trattasse di una regola del gioco non scritta. Insomma, tutti sono pronti a davanti a una telecamera a professarsi paladini degli interessi della città, ma poi al di fuori dal “teatrino politico” si dimostrano assenti o colpevolmente insignificanti. Per ora, purtroppo, nessuno ha reagito con durezza, nessuno ha il coraggio di vestire i panni dei “Blus brothers”, secondo il motto: “Quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare”. Perché come la Giunta regionale a fine legislatura sta battendo i pugni sul tavolo nei confronti del Governo centrale, anche i molfettesi e soprattutto chi li rappresenta, dovrebbero venire fuori con atteggiamenti anche eclatanti, non fosse altro per scoprire eventuali giochi a danno dei cittadini. Non si può ridurre sempre tutto a calcolo elettorale a danno di quei cittadini ai quali poi si ha la faccia di bronzo di andare a chiedere il voto. Non è questa la strada del consenso. E i cittadini l’hanno capito.
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