Preventorio, monumento allo spreco e all'inefficienza regionale
Terminato dal 1999, completo di attrezzature e suppellettili è una casa per fantasmi
Fa impressione vederlo con i propri occhi il Preventorio pronto ed abbandonato, edificio fantasma, monumento allo spreco e all'inefficienza di chi ci governa. Dovrebbe essere permesso a tutti visitarlo e non solo ai consiglieri di opposizione, che hanno chiesto ed ottenuto di poter rendersi conto di persona della situazione, al fine di potersi mobilitare, in modo ancor più documentato di come abbiano fatto finora, in favore dell'immediato utilizzo della struttura.
A far loro da cicerone, domenica 16 novembre, si è scomodato addirittura l'ing. Pentassuglia, direttore generale della ASL Ba/2. Presenti i consiglieri comunali Maria Sasso e Nino Sallustio della “Margherita”, Antonello Zaza di “Rifondazione” e Corrado Minervini dei Ds; quelli regionali Michele Losappio di “Rifondazione” e Michele Ventricelli dei Ds e il consigliere provinciale Gianni Mastropierro della “Margherita”. Al gruppo di turisti per politica si sono aggiunti anche segretari di partito ed esponenti di altra opposizione, l'ormai onnipresente Lillino Di Gioia, Annalisa Altomare, Pino De Candia, Gianni Ventrella, più i rappresentanti della stampa locale.
Nessuno nato ieri, ma tutti impreparati a constatare fino a che punto possa arrivare la cattiva gestione della cosa pubblica.
Si entra nel Preventorio e ci si vergogna, così, pur non avendo nessuna responsabilità diretta della situazione, per il fatto stesso di essere pugliesi.
Stanze e corridoi luminosi, lastricati di pietra di Trani, cucina perfettamente attrezzata con fornelli, frigoriferi e quanto altro serva a preparare pasti in grandi quantità, 76 stanze con i loro bagni piastrellati e dotati di servizi e arredate di letti, armadi e luci, strumenti per la riabilitazione, ambienti in cui sono accatastati alla rinfusa sedie a rotelle, frigoriferi per la conservazione dei medicinali, tavoli, attrezzature varie.
Il culmine lo si tocca nella cappella, come uno smarrimento, quasi si trattasse di un'allucinazione. C'e tutto, sedie allineate per accogliere i fedeli, le stazioni della via crucis alle pareti, l'altare con il crocefisso, le candele pronte ad essere accese e addirittura due microfoni sui loro supporti, predisposti all'atto di amplificare le parole di una celebrazione che chissà se ci sarà mai. Sembra il set ideale per un film sui fantasmi.
Andati via i visitatori occasionali, che pur a conoscenza della situazione si aggirano fra lo stupito e l'indignato, calano le tapparelle e tutto torna al buio. Così come è dal 1999, quando terminò la ristrutturazione e costa 6.000 euro al mese per la guardiania. Qualcuno continua a lavorare, però, ed è l'azione inesorabile del tempo, i muri, mai sfiorati da mano di degente, si stanno scostando, le strutture di metallo sono intaccate dalla ruggine, fra le mattonelle del cortile interno le erbacce crescono indisturbate e i macchinari si suppone che siano già superati.
Un monumento allo spreco, all'insipienza, alla cattiva volontà nel governare.
L'ing. Pentassuglia si è difeso come ha potuto dalle domande dei consiglieri di opposizione. A ridurre al succo il senso della sua argomentazione, si potrebbe dire che il Preventorio non apre come Residenza sanitaria assistita (RSA), quale la Regione lo aveva destinato e per cui sono stati eseguiti i lavori di ristrutturazione, perché mancano i soldi. Quelli per pagare il personale necessario, innanzitutto. La Regione darebbe il via all'apertura solo qualora la ASL dimostrasse di poter sostenere il peso economico dei 60/70 dipendenti necessari, cosa che è per il momento impossibile.
L'ing. Pentassuglia si è mostrato fiero di aver presentato il pareggio di bilancio, ma non nasconde nemmeno di esserci riuscito maneggiando la classica coperta troppo corta, che a tirarla di qua o di là lascia sempre qualcosa scoperto. Per procurarsi i dipendenti per il Preventorio dovrebbe toglierli da qualche altra parte, dove si presume siano altrettanto indispensabili. Un gioco di pedine o di incastri in cui non si capisce bene che spazio abbiano i bisogni dei cittadini anziani o con problemi di salute, quelli a cui la Residenza sanitaria assistita sarebbe destinata.
Ammette candidamente che già ora sono stati stimati in 50.000 gli euro necessari per ulteriori lavori per contrastare l'usura del tempo, per non parlare della necessità di una serbatoio per il gas e si tubature per l'acquedotto. Soldi che in questo momento non saprebbe dove trovare, ma il cui ammontare salirà ancora se la struttura continuerà ad essere abbandonata.
Alla fine, sia pure a denti stretti, ammette che l'unica possibilità di veder funzionare il Preventorio è che intervengano i privati e lui assicura che se ne sarebbero già fatti avanti alcuni con proposte valutate anche come serie, una loro gestione o mista con la presenza del pubblico, per una struttura che mantenga almeno in parte la destinazione ad RSA, i finanziamenti per la ristrutturazione erano vincolati a questa, ma magari aggiunga anche quella di centro riabilitativo. Una scelta vincolata ad una apposita delibera della Regione.
Per le opposizioni l'incontro dovrebbe essere seguito da altri atti, a cominciare dalla presentazione dei interrogazioni da parte dei consiglieri regionali presenti, contro una situazione scandalosa che non può trascinarsi ancora per anni, punteggiata solo da qualche altra inaugurazione fantasma.
In coda una polemica tutta locale. Il consigliere e il segretario di Rifondazione comunista hanno vissuto come un tranello la presenza alla manifestazione di Lillino di Gioia e dei rappresentanti delle altre formazioni politiche cittadine che a lui fanno capo, di cui non erano stati informati, quasi che si fosse voluto forzar loro la mano ad accettare fra le file dell'opposizione uomini e partiti rispetto ai quali “Rifondazione” non ha ancora assunto una posizione.
Lella Salvemini