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Powerflor: tutto in regola, dall'assemblea di Agenda 21 impegno a monitorare la situazione
11 gennaio 2008

MOLFETTA - L'assemblea a Palazzo Giovene di Agenda21, che doveva affrontare l'annosa vicenda-Powerflor, la centrale termoelettrica (nella foto, il progetto) che sta sorgendo in contrada Ciardone, si rivela come ciò che doveva essere: il più spinoso degli incontri tra amministrazione e l'associazione di privati cittadini, che si propone come una forma di partecipazione della cittadinanza, un'interfaccia tra Comune e popolazione sui problemi ambientali, attiva dal 1998. Pur essendo composto da altri due punti (la vicinanza della zona ASI alla fascia costiera e la programmazione paesaggistica, con relativo questionario da sottoporre ai partecipanti al forum), l'ordine del giorno è stato, come prevedibile, monopolizzato dal dibattito sull'opportunità o meno dell'impianto energetico, sulle autorizzazioni, sulle finalità. Di seguito riportiamo la dettagliata cronaca di ciò che si è detto nel corso di una serata, a tratti anche tesa, fino alla volontà unanime da parte dei partecipanti ad Agenda21 di una richiesta al Comune, da inoltrare alla Regione. Ma andiamo passo per passo. Il primo a prendere la parola, dopo la presentazione da parte del moderatore dell'Agenda21 delle funzioni dell'associazione (“Agenda” = programmazione, 21 = ventunesimo secolo ), è stato il presidente dell'Associazione guardie campestri, Domenico Picca, che ha espresso la preoccupazione dei suoi soci sia per quanto riguarda le ricadute sul suolo agricolo, sia per quanto riguarda l'inquinamento dell'aria e della rete idrologica. Sollevando il dubbio che la concessione sia stata concessa con una certa leggerezza, Picca specifica come “vi siano due caratteristiche inquinanti: oltre ai fumi di emissione, l'impianto attingerà all'acqua di una riserva artesiana”. Dopo aver affermato di aver inoltrato questi interrogativi da tempo al Comune, e di non aver ricevuto risposta, la premessa di Picca si è chiusa con una domanda: “Perché, avendo a disposizione una zona industriale e una zona artigianale a Molfetta, questo impianto nasce in una zona a vocazione agricola”? Alle prime perplessità ha tentato di dare risposta l'ing. Altomare, uno dei rappresentanti, insieme all'assessore Magarelli, dell'amministrazione comunale: “La decisione è di esclusiva competenza regionale: il Comune non c'entra niente. Il parere del Comune non è vincolante, potendosi esprimere solo sull'aspetto urbanistico”. Risponde poi alla domanda di Picca: “l'impianto, sulla base della documentazione addotta dalla Powerflor, è finalizzato ad una destinazione agricola”, per questo sta sorgendo su suolo agricolo. “Tutto è comunque portato a termine dalla Regione, la Ragione ha comunicato semplicemente al Comune l'inizio dei lavori. Il comune ne sa quanto i cittadini”. L'obiettivo si sposta poi su chi ha, effettivamente, concesso l'approvazione urbanistica da parte del Comune. E qui la situazione si fa scivolosa, perché si parla di assenti, si parla di due anni fa, si parla del periodo di commissariamento: “l'ing. Parisi”, precisa Altomare, “ha dato il parere che doveva dare in quel momento”, senza entrare nel merito. Ad ora “non è stato fatto nulla contro le regole: è tutto in regola con i parametri dell'autorizzazione. Ci dispiace non avere potere d'intervenire, ma è tutto di competenza della Regione. La replica della platea non si è fatta attendere, forte del fatto che l'approvazione di Parisi sia arrivata in una situazione politica delicata come quella del commissariamento (che, per giunta si va a sommare alla conferenza di servizi tenutasi in piena campagna elettorale, il 28 aprile 2006: due circostanze fortuite forse determinanti), e che comunque riguardasse esclusivamente l'urbanistica. Inoltre, ribatte il presidente Picca, “è chiaro che l'energia prodotta non sarà solo destinata al riscaldamento delle serre, ma verrà anche venduta ad altri, tra cui l'Enel”. Siamo arrivati al punto principale dell'intera discussione. La discriminante che potrebbe decretare le sorti di questo contestatissimo impianto termoelettrico ruota attorno ad un importante quesito: “abbiamo una produzione di 4 unità termiche e di 1 unità elettrica. Queste serviranno esclusivamente alla produzione e vendita di prodotto agricolo, vi sarà anche una vendita energetica”? La questione, insomma, è se, con la triplicazione della portata energetica, la Powerflor sia venuta meno, pur parzialemente, alle proprie finalità che erano quelle di solo riscaldamento delle serre limitrofe. Per i componenti di Agenda 21, questa non è una ipotesi, ma una certezza. Addirittura, vedremo, lo avrebbe candidamente dichiarato la stessa Powerflor, proprio nella richiesta di aumento di potenza. Ma andiamo con ordine. Dopo la risposta dell'ing. Altomare, che ribadisce ai presenti come il Comune sia “uno spettatore come voi. Uno spettatore attento, ma sempre uno spettatore”, pur ammettendo che “ad oggi, noi saremmo stati di parere diverso rispetto a Parisi”, è la volta dell'assessore provinciale Antonello Zaza. “Non si può sostenere che il Comune non c'entra con la Regione. Bisogna ragionare, al di là del colore politico, sugli effetti sui cittadini, spingere le istituzioni a comunicare le ragioni dei cittadini. Vi sono responsabilità istituzionali a vari livelli”. Zaza torna poi al punto più caldo, quello precedente: “La revisione per la triplicazione della potenza rappresenta un nuovo progetto per la produzione di energia elettrica, non solo per il riscaldamento delle serre. Si tratta di una iniziativa industriale, di un secondo progetto a tutti gli effetti, inoltrato al Comune di Molfetta, che non può dire di non saperne niente. Non sarà vincolante, ma quello del Comune è sempre un parere. Invece, su questo, il Comune non ha dato nessun parere, invece di tener conto delle evoluzioni del progetto”. Un progetto che, secondo Zaza, apporterà modifiche sostanziali al territorio: “E' un progetto industriale che nasce in una zona agricola”. Risponde ancora, non senza ironia, Altomare: “Voi avete avuto le carte dalla Regione, noi non possiamo dirci altrettanto fortunati. La Regione poteva farci partecipare, avremmo detto la nostra”. Alla nuova obiezione di Antonello Zaza (“allora comunicate che non vi è stato dato modo di partecipare. Le cose prima accadono, poi ci si pone il problema”), risponde nuovamente Altomare: “le leggi sono quelle: chi le sa utilizzare, le sfrutta. Se la produzione non è compatibile, cioè superiore, con le esigenze dell'azienda, l'ufficio tecnico lo dirà”. Nel corso del dibattito spunta una soluzione estrema: invalidare la conferenza di servizi perché il Comune non possedeva allora informazioni complete. Ma Altomare è drastico anche su questo punto: “non si può fare, a meno di un provvedimento del Tar. E poi, con il procedimento dell'auto-tutela, anche se vi fossero gli estremi, andando a invalidare il parere dell'ing. Parisi, mi espongo patrimonialmente ad un'eventuale richiesta danni di miliardi da parte della Powerflor. Deve esserci certezza, e non può esserci certezza oggi, che ci sono solo i pilastri della centrale. Bisogna sapere sicuramente che c'è una violazione delle norme”. Il dibattito con l'Agenda21, a questo punto, entra nel vivo: “questa sicurezza c'è già. L'approvazione urbanistica è avvenuta su base dell'utilizzo per il riscaldamento delle serre. Ma per le serre utilizzeranno solo un parte della produzione. Quindi, adesso, la compatibilità urbanistica non c'è più. Si tratta di un impianto di co-generazione, anche per definizione della stessa Powerflor”. C'è tempo anche per l'intervento di Gianni Porta di Rifondazione, perplesso dal mutismo dell'impresa in questione, a fronte di ciò che viene sollevato in questi giorni, e dell'assessore Magarelli, il secondo rappresentante dell'amministrazione, che cerca di tranquillizzare l'assemblea: “verrà nominato un tecnico competente in materia, per poi esprimere delle valutazioni, al di là del momento di emotività. Io ritengo che le carte siano a posto e che, per quello che è già stato autorizzato, ben poco si potrà fare. Al momento, l'auto-tutela non è praticabile; si potrà fare, eventualmente, quando l'impianto sarà in funzione. Per allora allestiremo delle centraline e monitoreremo la situazione”. Ciò che dichiara di voler fare, al termine dell'incontro, Agenda21, è una raccomandazione da trasmettere al consiglio comunale, per rivolgersi alla Regione. Assicurano che “il valore propositivo sarà molto forte”.
Autore: Vincenzo Azzollini
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