La vicenda del nuovo porto commerciale tormenta i cittadini di Molfetta da oltre 10 anni, ma quanto questa opera interessa ai molfettesi e quanto viene ritenuta prioritaria e apportatrice di lavoro rispetto ad altre opere. Lo abbiamo chiesto direttamente a loro, con una breve inchiesta-sondaggio. Ecco le domande che abbiamo rivolto: 1 - Secondo lei il nuovo porto di Molfetta sarà completato o resterà sempre un’opera incompiuta, una cattedrale nel deserto, utile solo a farla vedere ai turisti, come è avvenuto da altre parti? 2 - Secondo lei è stato utile spendere tanti soldi per un porto che non si sa quando sarà pronto? 3 - Secondo lei oggi con la crisi dei trasporti un grande porto commerciale potrà portare soldi a Molfetta? 4 - Secondo lei di chi è la colpa della paralisi del nuovo porto: delle irregolarità, della magistratura che l’ha sequestrato, dei politici che non sanno amministrare e hanno commesso troppi errori? 5 - Sa che oggi il porto nuovo non è sicuro per i cassoni galleggianti e i moti ondosi che danneggiano i pescherecci? 6 - Sa che il porto era pieno di bombe e che doveva essere bonificato prima di cominciare i lavori? 7 - Sa che è in corso un processo per presunte illegalità? 8 - Secondo lei meglio le grandi opere, col rischio di tangenti o le piccole opere meno a rischio? Eugenia, 25 anni, dottoranda: 1 - Viste le grandi opere italiane rimaste incompiute opterei per la seconda opzione, ma è meglio pensare in positivo, no?! 2 - No, come per tutte le “grandi opere” bisognerebbe avere un buono e solido piano progettuale 3 - Potrebbe, solo nel caso che si impiegasse personale competente e preparato 4 - E’ causa delle irregolarità e dei politici che non sanno amministrare, sono fiduciosa circa la “buona fede” della magistratura 6 - Sinceramente non ne ero a conoscenza 7 - Sì, ne sono a conoscenza 8 - Sono favorevole alle piccole e grandi opere indistintamente, purché utili a tutta la comunità e purché pensate ed affrontate con professionalità, competenza, onestà e per il bene del cittadino. Mario, 25 anni, geometra: 1 - Il nuovo porto deve essere assolutamente completato per vari motivi; in primo luogo c’è il rischio che durante i periodi di mareggiate, a causa della non esatta disposizione dei cassoni di banchina, la corrente e le onde potrebbero confluire nella direzione del porto turistico con l’esito di causare disagi alle imbarcazioni. In secondo luogo, le continue mareggiate potrebbero far circolare tutto il materiale, non posto in sicurezza, nell’imboccatura del porto facendone diminuire la profondità e deviando le correnti marine, che porterebbero il prolungamento del tempo dedicato ai lavori in corso (Ci sarà bisogno nuovamente della draga che costa approssimativamente 1.000 euro a ora). Inoltre ritengo che sia doveroso portare a termine la parte iniziale del braccio per consentire il riciclo delle acque, dal momento che nella zona “Secca dei pali” si sta accumulando il fango delle piogge e del porto a causa della mancata rimozione della diga provvisoria per la costruzione del ponte. In ultimis, ritengo che non si possa lasciare un’opera di queste dimensioni al caso perché confido nel fatto che il porto sarà gestito da privati e, consequenzialmente non diventerà una cattedrale nel deserto. 2 - Secondo me, è stato molto utile spendere i soldi per questo porto ma non è utile continuare ad accumulare debiti per le condizioni in cui versa. 3 - Ritengo che questa domanda non sia del tutto esatta, perché l’ampio raggio del nuovo porto potrebbe far liberamente circolare i pescherecci e, di conseguenza, il comune potrebbe creare il tanto amato porto turistico, ricavando un doppio guadagno: derivato dal trasporto delle imbarcazioni ma anche dal turismo visto che diventerebbe uno dei porti più grandi bella provincia. 4 - Penso che la colpa sia da imputare ai politici, in particolare ad una figura della politica molfettese, la quale senza analizzare e guardare le carte ha portato alla chiusura del porto. 5 - Sì, ne sono a conoscenza e non penso sia l’unico aspetto negativo. Tutte le cacciate dei rondoni in ferro stanno diventando polvere a causa della ruggine e vanno a finire bel mare e indovinate un po’ chi mangia la ruggine?! 6 - Sì, ne sono a conoscenza perché il gruppo dei sommozzatori militari, non avendo dato il consenso all’avanzamento dei lavori, ha bloccato la costruzione del porto. Precisamente, il gruppo “Sdai” rilasciava rapporti sullo sminamento e sulla tipologia di ordigno. In fine ritengo che sia stato doveroso rimuovere tutti gli ordigni perché la loro presenza avrebbe portato alla distruzione della draga, la quale sarebbe diventato un altro relitto presente nelle nostre acque. 7 - Sì, ne sono consapevole e noi stiamo pagando la c.m.c. di Ravenna perché ci ha denunciato per danno di immagine, come si poteva immaginare. 8 - Le grandi opere servono, purtroppo è così, con le piccole opere si corre il rischio di rimanere nel 1990. Vorrei porre una domanda a tal proposito, piace tanto il fatto che l’Ipercoop sia il centro commerciale più grande della Puglia, e quindi per quale motivo non si crede nel progetto del porto che andrebbe a costituire comunque una grande opera? Perché il terzo stadio sta per essere completato e il porto no? Secondo voi il porto può dare lavoro e fondi come il “Fashion District” e l’Ipercoop danno lavoro a centinaia di persone? Sara, 26 anni, dipendente presso Ipercoop Mongolfiera: 1 - A mio parere, dato il procedimento lento dei lavori, per vedere se il cantiere verrà realmente terminato ci vorrà ancora molto tempo e di conseguenza ancora molti soldi pubblici. E, considerando la bruttezza caratteristica dell’opera, non mi pare neanche che possa diventare un’attrattiva per i turisti. 2 - Assolutamente no, quei soldi sono comunque soldi dei cittadini, soldi che avremmo potuto investire in altro modo (tipo asfaltando le strade, considerando quanti fossi sono presenti sulle strade della città). 3 - Anche in questo caso la mia risposta è negativa, sicuramente Molfetta sta subendo una grande esplosione a livello commerciale, la zona industriale è davvero florida. Il porto però non migliorerebbe in alcun modo la situazione avendo altri due grossi porti vicini come Barletta a 30 km e Bari 25 km. 4 - Penso che dare la colpa ai politici che non sanno amministrare sia troppo facile. Qui parliamo di irregolarità e limiti alla soglia della legalità che hanno messo in luce il fatto che gli errori sono stati molteplici, commessi quasi da ogni organo coinvolto. Certo è che non possa essere sicura una costruzione incompiuta. 5 - Questo è uno dei primi errori che è stato commesso dato che poi ha portato non solo ritardi sui lavori ma anche dispendio di soldi a causa dell’intervento degli artificieri e le interruzioni di lavori. 6 - Il processo avviato ma ancora in corso, penso che anche in questo caso non vedremo la fine per il momento. 7 - Le grandi opere giovano esclusivamente nel momento in cui vengono pensate bene, con uno scopo fattibile. Le tangenti sono un rischio a prescindere dall’ entità dell’opera in questione. Eugenio, 25 anni, studente: 1 - Penso che il porto verrà completato ma, purtroppo, nell’arco di decenni. 2 - L’iniziativa era buona, poi non si è ancora capito cosa sia successo. 3 - Qualora vada in porto sicuramente porterà soldi alla città. 4 - Secondo me la colpa è dell’ “elefantiasi burocratica” perché la burocrazia è elefantiaca: quando entra qualcosa in magistratura esce dopo dieci anni. Qualora siano stati commessi degli errori la trafila diventa ancora più lunga. 5 - No, non ne ero a conoscenza. 6 - No, non ne ero consapevole. 7 - Sì, ne sono a conoscenza ma non so a che punto sia il processo suddetto. 8 - Secondo me sono migliori le piccole opere con la loro relativa diminuzione di rischio. Anonimo, 63 anni, supervisore cantieri navali: 1 - Sinceramente, ritengo che l’opera del porto rimarrà incompiuta. 2 - L’utilità dell’opera sarebbe stata utile qualora fosse stato edificato. 3 - Non sono sicuro del fatto che possa portare soldi alla città, ma sicuramente amplierà le attive del porto cittadino. 4-5-6-7 Purtroppo non sono informato sull’argomento 8 - Sicuramente ci sarà una falla del sistema, ma non ne so attribuire la causa. Marina Francesca Altomare © Riproduzione riservata * * * * * Ecco altre interviste sullo stesso argomento Prof. Lazzaro Gigante Mi capita di passare molto spesso davanti il porto di Molfetta, e mi soffermo a riflettere sulla grandezza di quest’opera: è enorme. Mi dispiace vederla peggiorare giorno per giorno, e notare che alcuni tratti si stanno ammalorando. Se penso a quanto questa grande opera è costata, in termini di denaro pubblico, se penso a quanti sacrifici gli italiani hanno compiuto per potersi dotare di una struttura così costosa, la condizione in cui versa ora mi addolora davvero. Probabilmente è stata un’opera sovradimensionata, ora però io mi chiedo: è giusto lasciarla così? È giusto vederla abbandonata sempre più alle incurie? È giusto non utilizzarla? Io credo proprio di no. Sono fiducioso che qualcosa si possa ancora fare, per il bene della città. Si potrebbe fare qualche cambiamento nel progetto iniziale, ma è assurdo pensare che le decine di milioni di euro possano essere buttati al vento, è un grosso danno al paese. In Italia, qualsiasi opera pubblica viene realizzata in tantissimi anni, ma il fatto che non si sappia quando questa andrà in funzione, non legittima la condizione per la quale si debba dire “non realizziamo niente”. Sarebbe consono migliorare le procedure e i progetti, fare in modo che gli appalti siano dati a ditte capaci, serie e competenti. Tanti problemi posso sorgere, ma bisogna anche pensare a velocizzare i tempi di esecuzione. In Italia stiamo assistendo ad un grosso dibattito che nasce da una questione fondamentale: privilegiare le linee marittime o le linee su terra ferma? Io so che, per quanto riguarda l’Adriatico, ci sarebbe stata la creazione di linee particolari di utilizzazione delle vie marittime, che avrebbero facilitato sia il commercio, sia la sua dimensione ecologica. Per questo motivo, io credo che si debba cercare in tutti i modi di accrescere il traffico marittimo. Questo porto di Molfetta può, in qualche modo, entrare nelle strutture che consentano una migliore realizzazione del traffico marittimo. Per quanto riguarda la paralisi che riguarda il nuovo porto, io credo che la magistratura difficilmente commetta errori di esecuzione. Per quello che so, il progetto è partito non tenendo conto dei grossi limiti delle acque di Molfetta, come i bassi fondali o la presenza di residui bellici, e credo che questo sia stato un grande errore, perché nel momento in cui si analizza la possibilità di realizzazione, non dovrebbero mai essere trascurati impedimenti gravissimi come le bombe lasciate dalla guerra, che sicuramente non avrebbero consentito la realizzazione del progetto in modo corretto. In secondo luogo, credo chi ci sia stata anche una grande responsabilità da parte della ditta appaltatrice, si sente dire in giro che ci siano state delle irregolarità, ma non esprimerò nessun giudizio a riguardo, in quanto non ho elementi per comprendere se queste voci siano vere o false. Purtroppo sono consapevole del fatto che i cassoni galleggianti e i moti ondosi non rendano sicuro il porto, questo mi fa pensare ad una ulteriore condizione di emergenza. Non solo il porto sta deteriorandosi, ma sta anche mettendo in pericolo la tranquillità delle altre strutture presenti, come le navigazioni. Grandi opere con rischio di tangenti o piccole opere? Io purtroppo sono pessimista, e credo che le tangenti facciano parte del corredo di ogni opera pubblica. La corruzione, molte volte, avviene attraverso piccole cose, e il problema dell’illegalità è un problema italiano. Per questo, non credo che ci sia una grande differenza tra grandi opere e piccole opere, in relazione alla corruzione. Teresa Gigante, insegnante Ho avuto la possibilità di sentire diverse opinioni dei cittadini molfettesi relative al nuovo porto costruito a Molfetta, e il primo sentimento che ho colto dalle parole di chi ascoltavo era la delusione. Tutti i cittadini attendono con fiducia e sperano di ricevere qualche buona notizia sul porto, qualche provvedimento che possa portare ad un miglioramento della situazione. I molfettesi hanno davvero a cuore la situazione, vorrebbero risolvere i problemi che stanno creando disagi e delusioni. Personalmente, non sono molto sicura che questo nuovo porto possa portare ad un aumento di scambi commerciali. I molfettesi navigano e girano, ma non sicura che possa portare ad un arricchimento. Questa è solo una mia opinione, ho vissuto tanti anni fuori Molfetta, quindi non conosco completamente gli interessi dei commercianti. Il problema dei residui bellici non è affatto da trascurare. Tutti a Molfetta sanno delle armi che giacciono in fondo al mare, e non così lontano dalla costa. Negli anni si sono verificati casi in cui delle persone si sono scontrate con delle bombe, facendole esplodere. Io spero di sbagliarmi, ma nel profondo credo che il rischio che questa enorme struttura diventi una cattedrale nel deserto è altissima. Io penso che non siano state trovate delle persone capaci di gestire un lavoro così grande e impegnativo, oppure il progetto si è rivelato troppo complicato da portare a termine. Avrei voluto vedere realizzato un progetto più piccolo, ma valido. Avere un punto di riferimento come un porto, non solo per grandi azioni, ma anche per una piccola passeggiata, sarebbe stato un grande dono per i pescatori, per i commercianti e per tutti i molfettesi. E invece è stato deciso di creare una grande opera, ma di lasciarla incompleta. Allora io mi chiedo: qual è il senso? Sara Mitoli © Riproduzione riservata * * * * * Cecilia Corrieri, 23 anni, studentessa in economia e commercio Sì, secondo me il nuovo porto sarà portato a termine, tra l’altro la nuova amministrazione sta facendo un buon lavoro e grazie a lei Molfetta si sta rimodernando. Certo ci vuole un po’ di pazienza, data la situazione, ma non è detto che siano soldi sprecati. Sì io trovo che il porto abbia una grande utilità per Molfetta, anche perché non è una metropoli e un’attività portuale come quella progettata non può che apportare dei vantaggi alla città, soprattutto con l’apertura dei mercati commerciali. In realtà non ho seguito molto da vicino la vicenda per cui non me la sento di incolpare qualcuno in particolare, né tantomeno sono a conoscenza di eventuali processi su presunte illegalità, non in maniera approfondita, almeno. No, non ero a conoscenza della presenza di cassoni galleggianti e di determinati moti ondosi che vanno a danneggiare i pescherecci. Sì, ero al corrente del fatto che nelle acque portuali ci fosse parecchia roba ristagnante tra cui anche delle bombe. Penso che coloro i quali abbiano delle competenze, avrebbero dovuto farci più che un pensiero sulla questione, prima di imbarcarsi definitivamente nel progetto. Forse meglio opere piccole ma buone, almeno finché si può. Patrizia Calò, 21 anni, studentessa in lettere moderne Io credo che, successivamente, il porto verrà completato. Le tempistiche saranno molto lunghe ma avranno un termine. Sì, trovo l’idea molto buona. Fondamentalmente questo porto potrebbe essere il mezzo attraverso il quale collegarsi con altre città, italiane o non e Molfetta non credo disprezzi una risorsa del genere. Certo che il porto potrebbe portare soldi ma questo, a mio parere, dipende tutto dall’amministrazione e dal modo in cui lo si vuole dirigere. La gestione dell’attività andrebbe ottimizzata quotidianamente e ci vorrebbe una buona dose di pubblicizzazione. E’ pur sempre un progetto ambizioso e vantaggioso, ragion per cui merita la giusta considerazione. Beh, credo che la colpa sia dei politici. Spesso la stessa politica diventa un modo per perseguire i propri interessi. Sì, lo so bene. Il problema, a mio avviso, è intrinseco in quella che è la gestione del progetto. No, non ero affatto a conoscenza della presenza di bombe all’interno del porto. Ahimè, ne sono al corrente. Purtroppo dai tempi della sua nascita, la politica è sempre stata costellata da scandali e fin quando non si porrà l’interesse dei cittadini al primo posto, la situazione non potrà migliorare. Credo siano meglio le grandi opere, ovviamente devono avere la loro utilità e non devono essere considerate come uno spreco di soldi pubblici. Per quanto riguarda le tangenti, credo fermamente nella necessità della presenza dello Stato che deve eseguire i propri controlli prima, durante e dopo l’avvio dei suddetti lavori. Serena Petruzzella, 18 anni, studentessa in scienze dell’educazione e della formazione Personalmente, mi farebbe davvero piacere se portassero a termine il progetto iniziato perché, forse, il porto è l’unica opera “bella” della nostra città, potrebbe essere utilizzata largamente per attrarre i turisti e diventare una fonte di guadagno, non solo dal punto di vista materiale ma anche valoriale. Sarebbe piacevole anche organizzare delle piccole gite turistiche con le scuole elementari, così da far comprendere ai più piccoli la funzione del nostro porto, l’opportunità che avremo noi molfettesi nel godere, un giorno, di questo progetto e insegnare ad apprezzarne la sua utilità, una volta terminato. Tra l’altro, la nostra città è fondata sul mare, siamo fortunati ad averlo. Perché sprecare quest’occasione? Sì, secondo me il porto potrebbe portare dei gran profitti dal punto di vista economico ma anche per quanto concerne la pesca intensiva e per quanto riguarda l’essere un bene culturale molto grande. No, non ero a conoscenza dei cassoni galleggianti che rovinano i pescherecci. E’ per questo che penso ci debba essere più informazione e che quest’ultima debba partire dai più piccoli per giungere ai più grandi. Sì, ero a conoscenza della presenza di bombe sui fondali ma non della questione delle presunte illegalità. Qui ne va di mezzo la cittadinanza e la stessa città perciò prima di mettere in atto un progetto e avviarne le conseguenti costruzioni, bisognerebbe tener conto di tutto ciò che questo comporta, bisognerebbe prendere in considerazione tutti i fattori costituenti. Non ci vuole poi molto ad osservare e rispettare qualche semplice regola che ognuno di noi può mettere in atto anche nella vita quotidiana. Sono maggiormente favorevole alle opere piccole, semplicemente perché credo sia più semplice restare nella legalità e per ragioni di sicurezza verso i cittadini. Con questo non voglio affermare che bisogna basarsi su una dimensione individualistica anzi, bisogna mettersi nei panni degli altri e così facendo, garantire un bene comune. Francesca Perchiazzi