MOLFETTA - Il consigliere comunale del Partito della Rifondazione Comunista, Gianni Porta (foto), ha diffuso un comunicato stampa sulla situazione della società “Tributi Italia” (ex Gestor).
«Sulla Gazzetta del Mezzogiorno di sabato 5 dicembre scorso si può leggere delle grosse difficoltà in cui versa la società “Tributi Italia” (ex Gestor), concessionaria del Comune capoluogo di provincia che vanta numerosi crediti, al pari di altri 130 Comuni italiani – scrive Porta.
La somma di cui la Tributi Italia è debitrice ammonterebbe, nei confronti di vari Comuni, ad almeno 90 milioni di euro e, sempre stando alle notizie dell'articolo, la società sarebbe stata sospesa dall'albo dei concessionari del Ministero dell'Economia, quindi inibita alla riscossione delle somme dovute agli enti locali.
Ora, si dà il caso che tale società sia concessionaria del servizio di riscossione della pubblicità mediante affissioni e della Tosap (occupazione di suolo pubblico) anche del Comune di Molfetta, grazie alla proroga concessa nel dicembre 2008 da parte dell'amministrazione comunale. Già nei mesi scorsi le opposizioni erano intervenute sui ritardi nei pagamenti degli stipendi dei dipendenti della filiale molfettese della società.
Ci sembra che la situazione non prometta nulla di buono, visto l'indebitamento della Tributi Italia. Per questo chiediamo all'amministrazione comunale di dare repentina assicurazione sullo stato delle relazioni economiche con la Tributi Italia. Ci sono debiti che per caso coinvolgono anche il Comune di Molfetta? Perdura la situazione di ritardo negli stipendi che crea disagi ai dipendenti e alle loro famiglie?
Ma soprattutto, dato che la proroga scadrà il prossimo 31 dicembre, quali sono le intenzioni dell'amministrazione comunale? Quale soluzione intende proporre dal 1° gennaio per la gestione dei servizi di riscossione della pubblicità e della Tosap? Quali garanzie ci saranno per i lavoratori di una società che versa in una situazione non positiva?
Chiediamo – conclude Porta - che l'amministrazione comunale si muova per tempo, evitando di restringere la discussione in consiglio comunale agli ultimi giorni dell'anno prima della scadenza del contratto come successo l'anno scorso».