Politica, prove di ritorno al passato Unico scenario il caos di liste e candidati
L’illusione è la gramigna più tenace della coscienza collettiva; la storia insegna, ma non ha scolari. Mai queste parole di Antonio Gramsci, scritte nel 1921, sono tanto vere quanto attuali per la nostra Molfetta. A circa 2 mesi dalle elezioni amministrative, la situazione molfettese sembra riprendere e ripercorrere le stesse dinamiche vissute negli ultimi 15 anni, mostrando quanto la politica sia distante e arroccata su se stessa al punto di restaurare dinamiche, scontri, nomi. Partiamo dal destra-centro Dopo l’inaspettata dichiarazione tramite un comunicato stampa e un video online, Annalisa Altomare ritira la sua candidatura, facendo saltare quello che sembrava un accordo già fatto con Forza Italia e Unione di Centro di Pino e Robert Amato. Dopo il rinnovamento della tessera del Partito Democratico e rilanciato un appello in solitaria, l’ex primo cittadino ha deciso di lasciare il percorso con Antonio Azzollini per contrastare le liste civiche del polo di centro-destra di Tommaso Minervini. Il polo, quindi, rimane a oggi senza un candidato Sindaco pur intervenendo, a modo suo, sulle questioni in città. Facilmente riconoscibili sono infatti i manifesti 70x100 rilanciati periodicamente e che cercano, in maniera populistica, di raccattare voti su temi caldi come quello del porta a porta e dell’ospedale del Nord Barese. Ricompaiono per la tornata elettorale i simboli di Fratelli d’Italia e Alleanza Nazionale. Il centro-destra Il numero di liste civiche (8) non riesce a nascondere l’animo di questa coalizione che ha a capo Tommaso Minervini. L’ex primo cittadino ritrova tra i suoi sostenitori Saverio Tammacco, presente già nella lista de “I socialisti” nel 2006 e molto probabilmente Nicola Piergiovanni, componente in passato del partito la Rosa nel Pugno e oggi iscritto nel Partito Democratico. Dopo esser stato Sindaco nel 2001 con i soggetti politici Forza Italia, Alleanza Nazionale e UDC, Minervini ripropone la formazione di un terzo polo nato forzatamente dopo la rottura del gruppo di Azzollini dal Senatore, con un modello che darebbe credito alla teoria dei corsi e ricorsi storici. E’ di qualche giorno, oltretutto, la notizia di un accoglimento della proposta fatta da Officine Molfetta a porre a fattor comune l’impegno in città. Il gruppo, che ha come frontman Pasquale Mancini, è passato da essere una “semplice” associazione culturale che non è una candidatura a Sindaco (novembre 2016), a movimento che avrebbe chiesto a Mancini di andare fino in fondo (gennaio 2017), ad ancora un movimento civico capace deve avere la forza di accogliere in seno al suo progetto anche aggregazioni numericamente più grandi e finanche sigle tradizionali e indurle a seguire il suo progetto di rigenerazione sociale (marzo 2017). Il centro-sinistra Basandoci da ciò che viene raccontato dai quotidiani locali, esiste ancora oggi un tentativo di quadra dopo il susseguirsi di una serie di avvenimenti ai soggetti politici che dovrebbero animare il fronte. Il Partito di Rifondazione Comunista Rifondazione continua a lavorare per poter puntare, e far puntare, sul suo candidato Sindaco Gianni Porta, già candidato sindaco nel 2013. Sin dal congresso elettivo, il circolo locale di Prc non ha mai smesso di rilanciare all’interno del tavolo del centrosinistra il nome di Porta, non trovando però alcun sostegno dagli altri soggetti interlocutori. Per questa ragione il partito si sta muovendo in autonomia, assieme a una rete di cittadini che hanno realizzato un appello dal titolo “Compagni di strada” e che invoca “un patto rinnovato tra le migliori energie della sinistra, una guida affidabile proveniente da una storia di coerenza politica, impegno costante, esperienza amministrativa”. Sinistra Italiana Dopo la nascita del suo partito a livello nazionale, sorride nel trovarsi Paola Natalicchio come componente della Segreteria. L’ex primo cittadino dovrebbe essere capolista del soggetto politico alle prossime amministrative e sostiene la posizione, così come l’assemblea, di una nuova coalizione di centro-sinistra, alternativa alle due di centro-destra, camuffate da civiche, e che sostenga una leadership largamente condivisa. In mancanza di esso ciascuna forza potrà avanzare una propria candidatura per poi diventare oggetto di confronto sino all’identificazione del nome di sintesi. In attesa della formazione del coordinamento di Federazione, che ha funzione di indirizzo politico nell’ambito territoriale di competenza, e delle dimissioni di Silvio Salvemini dal coordinamento post congresso nazionale, la sezione è affidata a una guida collegiale pro tempore. Il Partito Democratico Il Partito sta vivendo un periodo buio. Dopo esser stata la seconda realtà più votata durante le elezioni del 2013, si è trovato spaccato al suo interno tanto da generare le condizioni per le dimissioni del Sindaco della sua stessa coalizione.Successivamente l’elezione e cambio del segretario, la sezione è stata “affiancata” poco meno di un mese fa da un garante nominato dal regionale per il mantenimento e attuazione della linea politica del PD Molfetta, ma la situazione è degenerata con le dimissioni appena quattro mesi dopo dal suo incarico di Antonio Di Gioia soprattutto per la scoperta di 300 tessere aggiunte illecitamente nel sistema informatico del partito dall’ex segretario di partito Piero de Nicolo, così come pubblicato dal quotidiano Quindici on line, sulla base delle ammissioni dello stesso De Nicolo, che sostiene che della cosa era al corrente e condivisa dallo stesso segretario. Questo gesto ha determinato il commissariamento del circolo, la cui nomina è avvenuta ancor prima della formalizzazione delle dimissioni, e l’inasprimento delle due anime presenti all’interno: la prima di chi vuole lavorare sulla coalizione di centrosinistra, l’altra fatta da coloro che intendono uniformarsi alle disposizioni regionali, rendendo più centrista il partito. Non sarebbe impossibile quindi ritrovarsi alcuni iscritti al partito fuoriuscire per sostenere il possibile fronte che volge il suo sguardo a sinistra. Nel frattempo il Pd è passato da quattro candidati Sindaco (La Grasta, Piergiovanni, Altomare e Capurso) a tre, con Piergiovanni pronto sin da agosto 2016 a possibili primarie. Potrebbe essere proprio lui la chiave di volta per l’annessione del partito al fronte di Minervini. Democrazia è Partecipazione Il gruppo civico nato dalla fuoriuscita di alcuni iscritti del Pd per le ultime Regionali, ha cercato di intavolare da ottobre un momento di incontro con tutte le forze del 2013. Il tentativo di mantenere a tutti i costi in seno il Partito Democratico è fallito nel momento in cui è scoppiato all’esterno la rottura del partito, con Annalisa Altomare fuoriuscita dal toto nomi delle primarie e le successive dimissioni di Di Gioia per il caso tessere. Il gruppo vuole mantenere l’unità di un fronte che vede Rifondazione ormai in solitaria e Linea Diritta che ritiene improbabile la considerazione di un candidato al di fuori del perimetro delle tre forze politiche. Linea Diritta Il gruppo del segretario Bepi Maralfa ha rilanciato un appello all’unità del centrosinistra annunciando, caso contrario, una impossibilità di accordo di governo se non con “altre forze che non siano quelle dell’area Civica, Cattolica o promanante dal mondo delle Associazioni”. La linea è cambiata con il successivo caos del Pd e l’incontro a tre avvenuto con SI e DèP in cui Maralfa, nonostante non abbia mai manifestato pubblicamente il suo voler essere candidato del fronte, si pone come opzione del triangolo al fine di poter mantenere saldo il rapporto del centrosinistra, forte anche della sua popolarità e dell’ultimo risultato elettorale. La soluzione però non è ancora oggi considerata quella ideale per la compagine. MolfettAttiva Il piccolo movimento formalizzato a febbraio, ma sviluppatosi sin dalla caduta dell’amministrazione Natalicchio, non ha partecipato a nessun tavolo politico ma si propone come soggetto attivo per le soluzioni concrete ai problemi della città, riconoscendosi localmente nel municipalismo civico, nella forza del volontariato, dell’associazionismo, della cittadinanza attiva. Il gruppo non pone la sua esistenza in base alla tornata elettorale, ma non intende smarcarsi dal porre alcuni punti e temi chiave su cui non è pensabile immaginare una coalizione che sia stabile, in cui i componenti si riconoscano vicendevolmente. Non è esclusa a priori una possibile partecipazione alle amministrative di giugno. Sicuro partecipante alla tornata elettorale sarà anche il Movimento 5 Stelle. Il movimento, che sui territori si presenta in meet up, non ha ancora un suo referente ufficiale anche se tra i più attivi è certamente presente il cittadino Arnaldo Gambardella. La possibilità di convergenza degli altri meetup è possibile, anche se ci sono tra alcuni di essi acredini di natura politica e personale. Ancora oggi non sono state organizzate né consultazioni e né ufficializzazioni in merito al movimento. La situazione, così com’è è stata descritta e raccontata, dimostra quanto ancora oggi, seppur a metà marzo, non sono stabiliti tutti i protagonisti delle prossime elezioni amministrative, anche se il tempo costringe i soggetti politici in campo a prendere una decisione quanto mai immediata. La cosa certa è che in una condizione frammentata, a tratti liquida, se la sinistra intende riprendere il suo cammino e contrastare i due gruppi di centrodestra deve ritrovarsi, superando qualsiasi possibile guerra fatta di personalismo ed egoismo ma con una ben chiara proposta politica incarnata quanto più possibile in un nome e volto riconoscibile a una comunità oggi priva di riferimenti. Se questo non dovesse accadere ci ritroveremmo a dar ragione ad Antonio Gramsci, i cui testi e pensieri risultano sempre ancora attuali. “La storia insegna, ma non ha scolari”.