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Poggiofiorito, un quartiere in quarantena Proteste degli abitanti per la chiusura del passaggio a livello
15 febbraio 2000

Balzato agli onori della cronaca per la vicenda del lotto 10 (81 famiglie hanno temuto di ricomprarsi la casa per uno squallido allarmismo su una assurda vicenda di irregolarità edilizie di cui QUINDICI ha dato ampie notizie nel numero di gennaio), ora tutti gli abitanti del quartiere Poggiofiorito sono in apprensione. Temono di venire definitivamente isolati dal resto della città con la chiusura, per i lavori di completamento del sovrappasso di levante, del passaggio a livello “Samarelle”. In verità i concittadini di questo quartiere da sempre hanno avvertito il disagio dell’isolamento: servizi inesistenti, esercizi commerciali limitati, scuole troppo lontane e soprattutto un profondo senso di insicurezza e pericolosità. Il sottopassaggio della stazione ferroviaria anche in pieno giorno incute timore, figuriamoci poi di sera, dove spesso è stato teatro di aggressioni e rapine da parte di balordi, avvantaggiati dalla scarsa illuminazione e dall’impossibilità per i malcapitati di chiedere aiuto. Ecco perché il passaggio a livello “Samarelle” era diventato il percorso più sicuro, (il continuo traffico automobilistico dava un senso di sicurezza) ed era la via più breve per andare in centro. Inoltre il decollo del mercato di “Piazza Gramsci” e la presenza nella zona di molte scuole faceva del passaggio a livello “Samarelle” un percorso essenziale per la vivibilità e la mobilità del quartiere, soprattutto per gli abitanti di Via Ungaretti. E’ comprensibile, perciò, la mobilitazione di tutto il quartiere, alla decisione delle Ferrovie dello Stato di chiudere il passaggio a livello, probabilmente in via definitiva. Si sa che per le Ferrovie i passaggi a livello sono uno dei punti critici per la circolazione ferroviaria, dei grattacapi da eliminare alla prima occasione. Consapevoli di questa prospettiva e siccome il problema è molto serio, gli abitanti del quartiere si sono mobilitati chiedendo all’Amministrazione comunale di affrontare la questione. L’8 febbraio scorso presso la scuola “Berlinguer” si è svolto un incontro tra Amministrazione comunale e abitanti del quartiere. E’ sembrato di assistere al gioco dell’oca: quando si ipotizzava una soluzione, c’era sempre qualcuno che riportava la discussione al punto di partenza. Il punto focale è che a molti non è andato giù il fatto di essere stati ghettizzati nel giro di una notte, con lo sbarramento al traffico del passaggio a livello “Samarelle”. Naturalmente molti hanno parlato, ognuno con una propria proposta: dalle scale mobili, alla realizzazione di una passerella pedonale indipendente dal ponte stradale, fino all’utilizzo gratis delle circolari. Qualcun altro ha colto l’occasione per esporre problemi che non avevano nulla a vedere col tema dell’incontro. Nonostante ciò qualche impegno è stato preso. Per la viabilità pedonale, la soluzione prospettata è quella della realizzazione di un innesto pedonale dall’inizio della salita del ponte (presso il largo in fondo a “Via Ungaretti” di proprietà del costruttore Amato), mentre subito dopo la ferrovia verrebbe costruita un’altra scalinata. Questa soluzione permetterebbe ai pedoni di utilizzare il ponte solo nel tratto che copre i binari. La sicurezza dei pedoni verrebbe assicurata da un ampio marciapiede (3 metri) protetto dal lato strada, inoltre un semaforo a valle del ponte e alcune bande rumorose dovrebbe limitare la velocità delle auto. E i tempi? L’ing. Parisi capo dell’Ufficio tecnico comunale ha parlato di 40 giorni a partire dalla data del 6 febbraio, mentre per il nuovo percorso pedonale l’assessore Innominato ha promesso che si farà di tutto per renderlo fruibile contestualmente all’apertura del ponte. Anche l’inquinamento acustico verrà preso in considerazione. Sull’altra questione della sicurezza il comandante dei vigili De Pinto ha assicurato la presenza permanente di due addetti (lavoratori socialmente utili) presso il sottopassaggio della stazione in costante contatto radio con i vigili, pronti a segnalare la presenza di tipi sospetti. Quando sembrava che le soluzioni fossero state trovate, l’arrivo del sindaco Minervini ha scaldato gli animi, riportando la discussione a due ore prima. Evidentemente alcuni lo stavano aspettando al varco. “Si doveva prima costruire un sovrappasso pedonale e poi chiudere il passaggio a livello” è stata l’accusa lanciata al sindaco. Tra i tanti che prendevano la parola, spesso a sproposito, si è distinta una signora che con fermezza ha giustamente protestato per il proprio disagio. Lei, con due bambini piccoli e senz’automobile (non è una colpa), è costretta a percorre il tragitto tra “Via Ungaretti” e la stazione ferroviaria, per avventurarsi poi con il passeggino nel sottopassaggio. Di fronte a questo disagio il sindaco è sembrato “spiazzato” e non ha potuto fare altro che assicurare l’impegno, per limitare al massimo il disagio per i pedoni, di rivedere i percorsi e gli orari delle circolari. Insomma fino a metà marzo questo quartiere resterà sicuramente in una forzata e spiacevole quarantena. Francesco del Rosso
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