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Piazza Principe di Napoli a Molfetta, la scommessa del rilancio
10 ottobre 2014

MOLFETTA - È una delle piazze su cui si è voluto scommettere a Molfetta. Collocata tra Corso Umberto e Corso Margherita e circondata da un numero importante di servizi e attività commerciali, potrebbe rappresentare un centro pulsante, creativo e vitale per Molfetta se solo si procedesse alla sua valorizzazione attraverso interventi materiali e funzionali. Si tratta di Piazza Principe di Napoli. Dopo il primo incontro, organizzato il 2 luglio scorso e volto a “disegnare” e pensare insieme ai cittadini il futuro della piazza, l’Amministrazione Comunale ha indetto un’ulteriore riunione con l’obiettivo di raccogliere indicazioni su come mettere in pratica le migliorie per la riqualificazione di uno spazio sin ad ora poco potenziato e lasciato per troppo tempo abbandonato a se stesso.

Ma facciamo un passo indietro. Durante la scorsa assemblea, furono fissati dei punti nodali per l’ottimizzazione della piazza attraverso la realizzazione di uno schema chiamato albero degli obiettivi, presentato e “ragionato” alla luce del secondo meeting sempre nel rispetto di un clima partecipato e mai troppo referenziale.
Nel nuovo incontro, tenutosi nella sala consiliare del Comune, con la partecipazione del sindaco di Molfetta Paola Natalicchio e dell’assessore ai lavori pubblici Giovanni Abbattista, la dott.ssa Germana Pignatelli – ingegnere ed esperta di processi decisionali inclusivi – ha spiegato in maniera esplicativa, facendo sintesi delle richieste dei cittadini, gli standard che il progetto dovrà rispettare per ottenere una piazza più accogliente e vivibile. In concreto bisognerebbe eliminare il cattivo odore dei cassonetti, della fogna bianca e creare più spazi verdi. Occorrerebbe creare più sedute che siano da stimolo alla socializzazione e allo stare insieme, predisporre più zone ombreggiate e più servizi.
Per uno spazio che possa trasformarsi quasi in un salotto sarebbe opportuno mettere in sicurezza gli ex pilastri attraverso delle coperture, eliminare i canali pericolosi, dotarsi di una pavimentazione a prova di pioggia e installare giochi e una illuminazione più adeguata. E ancora. Sarebbe assolutamente necessario, nel rispetto del principio di civiltà, adottare degli accorgimenti quali più quiete al mattino presto, una regolamentazione sui comportamenti e sul gioco, la musica notturna sì ma in orari consentiti e nel rispetto delle persone e la prevenzione di atti vandalici.
In buona sostanza, basterebbe averne più cura per preservarla. In ultimo ma non meno importante, ci sarebbe la realizzazione di una piazza che abbia come obiettivo principale l’unione, ovvero la possibilità di inserirla in una strategia commerciale codificata rendendola più sicura dal punto di vista dell’attraversamento pedonale e meno ostruita da traffico. Facile a dirsi. In realtà, il confronto in merito a queste tematiche e idee su come ottenere soddisfacenti risultati, è stato molto acceso e in taluni casi ha dato spazio ad atti di vera e propria prevaricazione tra i partecipanti all’assemblea.
È stato difficile mettere in piedi un confronto così come fanno ormai da tempo in Europa, ovvero attraverso la trascrizione del proprio pensiero su bigliettini che successivamente andavano argomentati. I più tradizionalisti, diciamo così, hanno molto contestato questo metodo ritenendolo inopportuno e non mirante ai reali problemi della piazza. C’è chi ha pensato che si volesse tergiversare su problematiche difficili da risolvere come, ad esempio, la diatriba tra i residenti e le attività soprattutto ristorative e pararistorative che, a detta di qualcuno, superano decibel e orario consentiti. Ciò nonostante tra qualcuno che andava via, qualche altro che si dissociava dal metodo di conduzione del dibattito, premendo per prendere la parola e dire la propria e chi ha ascoltato e partecipato con pensieri costruttivi, si è riuscito a mettere in piedi un dibattito altamente performante e ricco di spunti materiali e non per i progettisti che si occuperanno del rifacimento di Piazza Principe di Napoli.
Infatti, il punto – come ha ricordato la Pignatelli – non è tanto dove e come ubicare la panchine piuttosto che altro tipo di arredo, quanto la possibilità di rendere questo spazio strategico e funzionale alle esigenze di chi ne fruirà. Tra contrasti, obiezioni e scontri a toni accesi si è giunti al termine dell’incontro con le idee quasi chiare. Per far fronte alla problematica che ha tenuto maggiormente banco – conflitto tra residenti e commercianti -  si procederà alla realizzazione di un regolamento di utilizzo della piazza anche attraverso un piano di zonizzazione acustica, sino ad oggi ignoto sconosciuto a Molfetta. Questa misura permetterà a chi abita nei dintorni di vivere più serenamente il proprio quartiere e a chi ha un’attività di portarla avanti senza un calo di clienti o con normative stringenti che li possano mettere in difficoltà o nella condizione di “abbassare la saracinesca” come ha ricordato la Natalicchio.
Soffocare lo spirito imprenditoriale e il coraggio di chi, controcorrente, ha deciso di mettersi in gioco non sarebbe una mossa di certo astuta per la città che mai come oggi ha bisogno di rivitalizzarsi e ridestarsi da una situazione di torpore da cui non è ancora completamente venuta fuori. È chiaro che lo stesso principio di autoregolamentazione civile e controllo vale anche per la realizzazione di feste, eventi ed attività culturali in piazza. Una proposta interessante ha riguardato l’allestimento di mercatini temporanei o anche di banchi di degustazione per incentivare le attività commerciali – alimentari del quartiere.
Strettamente collegato ad attività di questo genere ma non solo è il tema della pulizia. È ingiusto e per nulla rispettoso fruire di una manifestazione, qualunque essa sia, e poi lasciare in piazza rifiuti di qualsiasi genere, deturpanti soprattutto per chi vive in zona e che assiste maggiormente a tale degrado. Oltre queste stringenti necessità, ne sono emerse delle altre altrettanto importanti e degne di nota. Ad esempio la realizzazione di piste ciclabili e la dotazione in piazza di rastrelliere per il deposito delle biciclette e l’allargamento delle zona pedonale attraverso una più dura intolleranza verso chi non rispetta i divieti e contribuisce a congestionare il traffico. Fermo restando che sarebbe assolutamente inopportuno chiudere, anche se temporaneamente, le due arterie laterali alla piazza, le uniche soluzione rimangono una maggiore disciplina e regolamentazione del dei mezzi che vi transito oppure il posizionamento di dissuasori per evitare il parcheggio selvaggio.
Ed ancora. È emersa l’esigenza di una maggiore sorveglianza (da sempre nota dolente per la città), di collocare dispenser con sacchetti per le feci canine e di potenziare il trasporto pubblico. A tal proposito il Sindaco ha giustificato tale carenza con dei problemi reali: il parco mezzi a disposizione del Comune di Molfetta è obsoleto e non in grado, per via delle dimensioni, di passare per stradine così strette. In realtà il problema, visto l’intoppo di natura puramente logistica, poteva rimanere irrisolto. Invece l’Amministrazione Comunale sta procedendo ad una trattativa con il Comune di Milano per munirsi di mezzi adeguati e più moderni e far fronte alle esigenze dei cittadini. In ultimo, è stata richiesta una adeguata e periodica manutenzione della piazza per evitare trascuratezza e ancora una volta abbandono della stessa.

Tutto questo per fare in modo che Piazza Principe di Napoli possa diventare al più presto un luogo dedito al relax, al tempo libero e all’incontro e non una mera zona di passaggio come accade oggi. La possibilità che un progetto di questo tipo possa essere sviluppato anche in altre aree della città, senza dimenticare le periferie, sarebbe un modo per andare oltre le aspettative e rendere più belle ed accoglienti non solo le piazze ma la città tutta.

© Riproduzione riservata

Autore: Angelica Vecchio
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