A Piazza Paradiso torneranno le bancarelle di frutta e verdura, il mercato settimanale, quello del giovedì per intenderci, resta lì dov'è, in Via Achille Salvucci, si autorizza un mercato etnico domenicale nel parcheggio del mercato ittico ed uno mensile di antiquariato, aumentano i venditori ambulanti o meglio rimangono più o meno quelli che sono, ma con licenza.
Sono questi, in estrema sintesi, i caratteri del “Piano del commercio su aree pubbliche” approvato dal Consiglio Comunale nella seduta notturna del 29 ottobre. Uno strumento che ha il compito, come fa intendere la parola stessa, di pianificare le direttive di sviluppo del commercio nella città per quanto riguarda le fiere, i mercati, tutti ciò che non rientri nella tipologia classica di negozio al chiuso. Per l'amministrazione comunale si è trattato di un atto dovuto, poiché previsto dalla legge regionale n. 18 del 24 luglio 2001, ma è in ogni caso servito a dare indicazioni sulle proprie politiche nel settore.
Piazza Paradiso torna luogo di vendita
Già durante la campagna elettorale, in uno dei rari faccia a faccia con gli altri candidati, svoltosi proprio in quel quartiere, il sindaco Tommaso Minervini provvide a chiarire quale fosse la sua posizione in merito al futuro di Piazza Paradiso, farla tornare piazza mercato. Detto fatto, perché nel “Piano del commercio” è previsto che vi s'insedino 20 posteggi per la vendita di alimentari, frutta, verdura e pesce, per una disponibilità massima di 600 mq di vendita. Non immediatamente, però, come in una prima stesura del piano era previsto, anche se solo per il lunedì mattina, ma quando sarà stato realizzato il parcheggio sotterraneo per il quale è stata avviata la procedura del project financing. E, visto che di questo parcheggio si parla ormai da diversi anni, da ben prima che la Fiat diventasse un'azienda da rottamare, si può ritenere che almeno per un po' di bancarelle lì non se ne vedranno, anche se comunque il destino della piazza è stato deciso.
Il declino dell'ex mattatoio
L'assessore all'Annona, Antonio Ancona, ci ha spiegato le ragioni di questa scelta: “Si tratta di una zona poco servita dal punto di vista commerciale, caratterizzata da episodi di abusivismo ricorrenti, nonostante l'azione di controllo e il continuo intervento della polizia annonaria, come dimostrano i verbali delle multe fatte. I venditori tornano imperterriti perché lì trovano l'utenza. Ciò dimostra che in quella zona vi è un'esigenza che non può essere ignorata”. L'assessore Ancona chiarisce anche che non si tratterà di concedere 20 nuove licenze, ma che con grande probabilità a Piazza Paradiso si trasferiranno i commercianti ora sistemati nell'ex mattatoio: “La piazza mercato dell'ex mattatoio non è mai decollata, sia perché troppo periferica sia perché condizionata da problemi igienico sanitari. Siamo subissati dalle proteste di fruttivendoli e pescivendoli che ci chiedono di rateizzare le tariffe che versano al Comune per l'utilizzo della piazza, già molto basse, e di potersi spostare in altre zone della città e soprattutto in Piazza Paradiso, perché lì dove sono ora i loro affari vanno male”.
Quindi il ritorno al commercio in Piazza Paradiso, a sentire l'assessore, determinerà il ridimensionamento della vendita nell'ex mattatoio o addirittura la sua scomparsa, con la necessità di riconvertire la struttura, si suppone a spese delle casse comunali.
Cresce anche un'altra, come definirla, micropiazza, quella ora costituita da due bancarelle di frutta e verdura, sistemate in un piccolo slargo accanto alla chiesa di Sant'Achille. Potranno andar a far loro compagnia e ad aumentare le possibilità di scelta per gli acquirenti altre quattro, frutta e verdura ed in più il pesce. “Previa dotazione di servizi”, premette l'assessore Ancona.
Il mercato del giovedì resta in Via Salvucci
Le signore di Molfetta, per le quali l'appuntamento del giovedì è più impedibile di quello con parrucchiere, amante o amica del cuore, dovranno invece continuare a dirigersi in Via Achille Salvucci e dintorni, infatti, almeno per il momento non sono previsti spostamenti. Eppure le opposizioni durante il dibattito consigliare hanno fatto notare quante difficoltà causi alla circolazione la chiusura settimanale di una via tanto importante per il collegamento di parti diverse della città, situazione che si aggraverà con l'apertura del nuovo ponte, ancora in costruzione, per il superamento della ferrovia.
Quella del mercato settimanale appare una sistemazione precaria anche per l'assenza di servizi. Gli abitanti dei quartieri coinvolti lamentano che portoni e angoli nascosti assolvano settimanalmente alla funzione di bagni a cielo aperto, visto che non sono state approntate strutture idonee per i venditori, con un peggioramento della condizione igienica, soprattutto nella stagione estiva. Eppure sembra non vi sia per il momento soluzione alternativa, anzi il nuovo “Piano del commercio per le aree pubbliche” prevede che si estenda lungo Via La Malfa, via Marinelli e via Molfettesi d'Argentina la zona destinata alle bancarelle e che si aumenti il numero di queste ultime sia per merci varie, 10 posteggi in più, sia per frutta e verdura, più 6.
Anche in questo caso per l'assessore Ancona si tratta di ratificare una situazione di fatto: “C'è grande richiesta e questo fa sì che i venditori, anche senza licenza, si dirigano lì; meglio combattere l'abusivismo prendendo atto delle esigenze di acquirenti e venditori”.
Un mercato antiquario a Molfetta vecchia
Un altro mercato settimanale, questa volta domenicale, nascerà ex novo nella città vecchia, fra Piazza Municipio e altre strade del centro storico. Il Piano prevede, infatti, la concessione di 50 posteggi per un mercatino di antiquariato e delle pulci che si terrà una volta al mese di domenica mattina.
Sempre di domenica, ma settimanalmente, sarà autorizzato un mercato cosiddetto etnico sul porto, precisamente nell'area davanti al mercato ittico. La zona sarà delimitata, segnati ed assegnati gli spazi di vendita con regolare bando, non solo a venditori extracomunitari, che a dir la verità il luogo l'hanno fatto proprio da anni e che ora dovranno però pagare per il posteggio, ma anche ad artigiani locali e non che vendano merce che abbia connotazioni etniche, e incuriosisce un po' il pensiero degli impiegati comunali intrigati da discussioni sofistiche sulla distinzione fra etnico e non etnico.
Aumentano le licenze per i venditori ambulanti
Scomparsa fra la prima stesura e quella definitivamente approvata dal Consiglio Comunale l'idea di trasformare il Piano in una sorta di sanatoria per i commercianti ambulanti abusivi presenti nella città.
Infatti, un articolo della prima bozza prevedeva che al momento dell'assegnazione dei posteggi previsti dallo stesso Piano si tenesse conto delle “situazioni di occupazione già consolidate da una frequenza superiore ai due anni”. Un modo per un altro per dire che due anni di abusività valgono bene alla fine il premio della regolarizzazione. Poi non se ne è fatto più nulla.
Il nuovo Piano del commercio concede diverse licenze per commercianti su aree pubbliche, indicando per la loro collocazione angoli, incroci, piccoli slarghi dove di bancarelle, furgoni, Ape car che vendono mele o mozzarelle o pesce, a dir la verità senza troppo rispetto per le norme di pulizia, ce ne sono già.
Tanto che ad una prima lettura viene in mente che il Piano sia stato progettato più che da un esperto di flussi commerciali da un pool di massaie che abbiano indicato le loro bancarelle preferite e spinto perché si mettessero in regola. Per quanto le massaie forse avrebbero pensato che laddove si permette di installare un punto di vendita forse bisognerebbe anche prevedere servizi, banalmente acqua, luce, fogne, di cui nel “Piano del commercio” invece non v'è traccia.
Lottare contro l'abusivismo
L'assessore Ancora tiene a sottolineare prima di tutto che: ”Per la concessione delle licenze sarà emesso un regolare bando e l'assegnazione ai richiedenti sarà fatta in base ad una graduatoria stilata in base a quanto previsto dalla legge regionale; non hanno assolutamente fondamento le voci che tutto sia già deciso e che la pianificazione di nuovi posteggi e relative licenze sia stata fatta ad personam”. Aggiunge anche che: “Le nuove licenze sono del resto poco più che un decina, se si contano anche gli unibox per cibo e bevande vicino alla Madonna dei Martiri, alla Prima Cala e al Gavetone. Il Piano non ha fatto altro che cercare di combattere l'abusivismo e prendere atto di alcune situazioni, come quella dell'ex mattatoio, che chiedevano soluzione, riequilibrando anche la situazione fra licenze per il commercio a posto fisso, di fatto liberalizzate e quelle su aree pubbliche bloccate da circa otto anni”.
Sottolinea anche come il Piano sia stato oggetto di un ampio dibattito, non solo con le associazioni di categoria che hanno dato parere favorevole, ma anche con i consiglieri, anche quelli di minoranza, di cui sono stati accolti molti emendamenti, sia in commissione sia in Consiglio. Ciononostante il parere del consigliere diessino Corrado Minervini, autore di molti degli emendamenti approvati, sostiene che: “Si tratta di un piano che non pianifica nulla, piuttosto prevede solo delle nuove concessioni e presenta vaghezza nelle indicazioni programmatiche. Un piano dovrebbe prevedere tempi, indicare le risorse a disposizione per la sua attuazione, assumere impegni sull'allestimento delle infrastrutture necessarie d'acqua, luce, fogne. Ed invece tutto ciò manca”.
Lella Salvemini