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Pellegrinaggio diocesano in Polonia, sui luoghi di Giovanni Paolo II Presieduto dal vescovo Mons. Martella, con 45 pellegrini, dal 20 al 24 agosto
18 agosto 2013

MOLFETTA - Al via il pellegrinaggio diocesano in Polonia dal 20 al 24 agosto 2013.
L’ufficio diocesano, diretto da don Franco Sancilio, propone ogni anno una intensa esperienza di pellegrinaggio, al quale si aggiungono quelli parrocchiali e associativi verso diverse mete religiose: Lourdes, Terra Santa, Medjugorje, Roma, Assisi, Rio de Janeiro... Sono quindi centinaia le persone che optano per questo tipo di esperienza religiosa e culturale.
Quella del pellegrinaggio, di antichissima origine, è una forma di espressione della fede che, nelle mutate circostanze di tempo e di spazio, nonché di condizioni di viaggio e di permanenza nei luoghi visitati, conserva un fascino e un'attrazione ancora attuali. Anche diversi campi scuola sono ormai svolti con la formula dell'itineranza su luoghi caratterizzati da forti esperienze di fede: ad esempio, due gruppi di giovani e adulti, uno di Vicenza ed uno di Brescia, hanno sostato nella nostra diocesi nei giorni scorsi, per scoprire e approfondire la figura di don Tonino Bello.
Nell'anno pastorale che si conclude la nostra diocesi ha già vissuto due pellegrinaggi diocesani: quello ad Alessano, in occasione dell'anniversario di nascita di don Tonino Bello, in marzo, e quello a Roma, nell'Anno della fede, in giugno.
Questo appuntamento in Polonia porterà 45 pellegrini della diocesi, accompagnati da due sacerdoti e il Vescovo Mons. Martella, in pellegrinaggio sui luoghi di Giovanni Paolo II, di cui presto celebreremo la Canonizzazione, e di padre Massimiliano Kolbe.
Varsavia, Niepokalanoq, Czestochowa, Auschwitz, Wadowice, Cracovia, Lagiewniki, Wieliczka… con tutto il loro portato di storia, cultura e fede.
Sarà possibile visitare la casa e i luoghi sacri in cui è nata e maturata l’esperienza umana e sacerdotale di Karol Wojtyla, ma anche sostare nei luoghi della tragedia nazista della shoah. Un viaggio che, come si desume dal programma, si preannuncia intenso; molto probabilmente il nostro gruppo incontrerà il card. Stanislaw Dziwisz, arcivescovo di Cracovia e segretario personale di Giovanni Paolo II.
Arte, cultura, storia, preghiera, testimonianza, fede, convivialità… gli ingredienti per una esperienza che non può non segnare la propria vita.
 

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Cari Membri del Comitato,sono io a ringraziarvi per la vtosra gentilezza e la vtosra capacite0 di lottare contro uno scempio della memoria di fondamentali valori umani e del talento artistico, prima che urbanistico.Casa Camuzzi e Casa Bodmer sono dei simboli universali dell'umanesimo e della pacifica volonte0 di ricerca spirituale, ideali incarnati dalle opere di Hermann Hesse.Non bisogna mai dimenticare che Casa Camuzzi rappresentf2 per Hesse il rifugio dagli orrori della prima guerra mondiale, quando il poeta si trasferec a Montagnola, in cerca di terre pif9 vicine all'armonia della natura e alla pace tra gli uomini di amabile volonte0.E la Casa Bodmer, ereditando la stessa nobile valenza di Casa Camuzzi, fu un punto di riferimento per molti emigranti tedeschi in fuga, durante il tragico periodo della seconda guerra mondiale, dalla barbarie del regime nazista.Due case che rappresentano le grandi prospettive della pacifica convivenza tra gli uomini e della libera ricerca dell'espressione della propria anima.“Essere fedeli a se stessi e buoni con gli altri”.Questa massima di Confucio, spesso citata come risposta ai suoi lettori da Hesse, ci dona il senso del lavoro di Hermann Hesse per un'Europa nuova, non pif9 fondata solo sul Profitto e la Forza bruta ma sul rispetto reciproco tra le persone.La Casa Rossa, ora inopinatamente dipinta di bianco crema sporco, insieme alla Casa Camuzzi e al giardino del mago Hesse/Klingsor, sono emblemi eterni dell'energia dell'anima umana.Salviamo la Casa Rossa.Grazie, cari amici.Abbiate gioia.
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